Marvel’s Jessica Jones1×06 You’re a Winner! – 1×07 Top Shelf Perverts

Anche Marvel’s Jessica Jones, l’eroina – sort of – di Hell’s Kitchen, arriva al giro di boa della sua prima stagione, e lo fa con due episodi che parallelamente segnano un netto punto di svolta nella narrazione, rimescolando le carte in tavola (letteralmente) e lasciandoci più che mai incerti su come potrà proseguire la vicenda. […]

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Anche Marvel’s Jessica Jones, l’eroina – sort of – di Hell’s Kitchen, arriva al giro di boa della sua prima stagione, e lo fa con due episodi che parallelamente segnano un netto punto di svolta nella narrazione, rimescolando le carte in tavola (letteralmente) e lasciandoci più che mai incerti su come potrà proseguire la vicenda. Di una cosa, al contrario, siamo invece abbastanza certi: nell’Universo Cinematografico Marvel, non avevamo ancora visto un cattivo folle, spostato e di conseguenza pericoloso come Kilgrave.

Marvel's Jessica Jones 1x06 1x07 recensione

I wanna hire you

Il primo a incontrare il suddetto punto di svolta è il rapporto tra Jessica Jones e Luke Cage. I due, ormai è chiaro, sono legati da un’alchimia e da un’affinità che vanno ben oltre il sesso, e non solo perchè entrambi condividono la stessa natura di superumani: provengono dallo stesso mondo, pensano nello stesso modo, si capiscono l’uno con l’altra in un modo che la stessa Jessica non ha mai sperimentato prima.

Il caso della puntata – il fratello di una conoscente di Luke scomparso in circostanze misteriose – permette ai due di approfondire ulteriormente il loro rapporto. Laddove però questo si evolve lasciando spazio a coccole e tenerezze post-coito (vi sareste mai immaginati quei due coccolarsi?), permane l’ombra dei segreti e delle verità non confessate, e per Jessica la situazione si fa insostenibile. La detective si dà ancora la colpa della morte di Reva: forse un peso troppo grande anche per una con la superforza, o forse una paura quasi irrazionale di perdere l’unico uomo per la quale sia mai riuscita a provare qualcosa, non permettono a Jessica di lasciarsi andare e confessare a Luke il suo tremendo passato.

Inutile dire che una situazione del genere non può durare più di un gatto in tangenziale, portando Luke dalla sete di vendetta alla delusione più profonda e lasciando così Jessica più sola che mai. Un pubblico smaliziato e series addicted non poteva non accorgersi che il momento di giocare a carte scoperte si stava avvicinando, in maniera forse un po’ telefonata, ma gli autori sono stati comunque in grado di raccontare un rapporto tanto atipico quanto profondo, lasciando in ogni caso tutti col magone al momento dell’addio.

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Self Destruction

L’abbandono – provvisorio? – di Luke rispedisce Jessica in una spirale di autodistruzione, tra sbronze colossali e gesti disperati, come aggredire – rischiando di ucciderla – la ex-moglie della Hogarth nel tentativo di strapparle una firma sul contratto di divorzio e facendo virare pericolosamente il tutto verso un tentativo di suicidio una volta accortasi dell’enorme idiozia compiuta. A dare il colpo di grazia, però, è il ritrovamento del cadavere di Ruben, il vicino di casa a cui la folle gelosia di Kilgrave non ha perdonato i sentimenti per Jessica.

Il susseguirsi di tragedie e di eventi passati che tornano a tormentare il presente spinge così Jessica a giocarsi tutto quanto, in un ultimo folle piano che prevede il farsi incriminare per l’omicidio di Ruben, farsi rinchiudere in un carcere di massima sicurezza e attirare così Kilgrave allo scoperto. Un piano dettato chiaramente dalla disperazione e dalla scarsa lucidità, ma soprattutto osteggiato da tutti, il che per gli autori è un pretesto perfetto per tornare a concentrarsi sui comprimari: innanzitutto Trish che, ancora alle prese con l’autocommiserazione per non essere stata d’aiuto nella cattura – fallita – di Kilgrave, riesce però a ritagliarsi un piccolo spazio di felicità scopando selvaggiamente vivendo l’intimità con Simpson. Per non parlare di Malcolm, più che mai determinato ad aiutare Jessica dopo che la stessa l’ha nuovamente salvato dal baratro della tossicodipendenza e del controllo di Kilgrave. Oppure ancora della Hogarth, che per la prima volta si preoccupa seriamente per l’incolumità di Jessica ma le cui vicende personali, fin troppo scollegate dal resto della trama, risultano quasi un mero riempitivo.

Ma non c’è piano autodistruttivo o comprimario combattivo che tenga: quando Kilgrave scende in campo, sono cazzi per tutti.

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You made me feel something I had never felt before

All’inizio del sesto episodio, gli autori ci regalano un altro assaggio del potere di Kilgrave, che manovra a suo piacimento una partita di poker convincendo gli altri a giocare a suo favore e portandosi così a casa una cifra decisamente consistente. Ma non è tanto il come, in questo caso, a inquietare: sappiamo già cos’è in grado di fare il nostro Uomo Porpora, e nonostante l’ennesima magistrale interpretazione di David Tennant quasi non ci fa più effetto. Quello che davvero ci lascia senza fiato è il perchè: Kilgrave userà i soldi della vincita per comprare una casa – rigorosamente senza usare i poteri – che si rivelerà essere la casa in cui Jessica è cresciuta. Un’ossessione a tutto tondo, quindi, uno stalker completamente folle disposto a qualunque cosa pur di riavere per sé quella stessa Jessica Jones che l’ha lasciato a morire pochi mesi prima.

Ma il vero punto di svolta arriva nel settimo episodio, quando finalmente avviene il primo incontro/scontro/dialogo tra Jessica Jones e Kilgrave. In una sequenza ad altissima tensione, il villain fa naufragare il piano di Jessica costringendo l’intera stazione di polizia a puntarsi vicendevolmente la pistola alla testa, tenendo così in scacco e in totale impotenza la nostra eroina. Una scena perfettamente realizzata, nella scrittura ma anche e soprattutto nell’interpretazione dei due attori principali e nella regia, che sono riuscite a trasmettere un senso di inquietudine e di ansia da farci rizzare i peli delle braccia.

Quella stessa scena, in particolare la sua dichiarazione d’amore da brividi a Jessica, culmine e climax di questa prima parte di stagione, fa un minimo di luce sulla personalità disturbata di Kilgrave: un uomo che potrebbe avere qualsiasi cosa desidera, ossessionato dall’unica cosa – pardon, persona, come fa notare lui stesso – dalla quale vorrebbe sentirsi desiderato e amato spontaneamente, senza forzature, senza obblighi, senza poteri, e disposto a mettere a repentaglio la vita di chiunque gli capiti a tiro (la povera Hope, per esempio, sfruttata e violentata) pur di raggiungere lo scopo finale.

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Welcome back home

Cosa ci riservi questa serie ora che Jessica Jones ha deciso di seguire il proprio stalker nella sua vecchia casa, non ci è dato saperlo, almeno a quelli di noi che non hanno ancora terminato il bingewatching. Sta di fatto che questi due episodi definiscono un nuovo status quo che coincide con il trionfo di Kilgrave, e con cui tutti i protagonisti dovranno ora fare i conti.

You’re a winner si porta a casa tre porcamiseria e mezzo: il “caso della settimana”, se così vogliamo definirlo, funge sì da finestra sul rapporto tra Jessica e Luke, ma non è di per sé particolarmente interessante, finendo per occupare una fetta consistente del minutaggio con una storyline verticale di cui ci importa poco o nulla; ma diverse scene e dettagli, a partire dallo straziante confronto tra i due superumani, fanno sì che il voto non sia del tutto negativo.

3.5

 

Discorso diverso invece per Top Shelf Perverts, che arriva a quattro porcamiseria e mezzo. La scena alla stazione di polizia garantisce per tutto il resto e da sola basterebbe a traghettare l’episodio verso la perfezione, tuttavia alcuni dettagli – su tutti il personaggio di Jeri Hogarth e la relativa storyline – restano ancora troppo approssimativi e non mi permettono di dare il voto pieno a un episodio che comunque conferma i livelli di eccellenza raggiunti dal connubio Marvel/Netflix.

4.5

 

Note sparse

  • Hogarth, dopo l’aborto della povera Hope, fa portare il feto non ancora formato in un suo laboratorio segreto. Cos’ha in mente? Che voglia studiare i poteri di Kilgrave? E, nel caso, sarà per aiutare Jessica a scagionare Hope o per un qualche tornaconto personale?
  • Kilgrave, nella fatidica scena alla stazione di polizia, veste un completo viola: un chiaro e palese riferimento alla sua controparte fumettistica, la cui pelle è violacea, da cui il nome di Purple Man / Uomo Porpora.

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