Marvel’s Jessica Jones1×12 Take a Bloody Number – 1×13 Smile

Puntuale come un whiskey alle cinque del mattino arriva il finale di Jessica Jones con il ritorno in scena di Luke Cage, la resa dei conti con lo spietato Kilgrave e qualche indizio sugli sviluppi futuri della serie. Bang bang, she shot me down Dove eravamo rimasti? Luke e Jessica si ritrovano insieme dopo l’esplosione […]

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Puntuale come un whiskey alle cinque del mattino arriva il finale di Jessica Jones con il ritorno in scena di Luke Cage, la resa dei conti con lo spietato Kilgrave e qualche indizio sugli sviluppi futuri della serie.

jessica jones 1x12 Take a bloody number 1x13 smile recensione

Bang bang, she shot me down

Dove eravamo rimasti? Luke e Jessica si ritrovano insieme dopo l’esplosione del pub di Reva, causata dallo stesso Cage in preda ai poteri di Kilgrave. I due si mettono alla ricerca dello psicopatico, controllando a stento l’impulso di saltarsi addosso, cosa resa ancora più difficile dal fatto che Luke ha apparentemente perdonato Jessica per l’omicidio della moglie. In realtà tutte le azioni e le parole dell’ex barista sono state orchestrate dal feroce potenziato, il quale rivela tutto alla nostra eroina mettendola di fronte alla realtà dei fatti: Luke non ha superato la morte di Reva e le menzogne della sua assassina. Ancora condizionato da Kilgrave, Cage è costretto a tentare di uccidere Jessica, che, con grossa difficoltà, lo stende con un colpo di doppietta in testa.

Nel frattempo Trish si sta riprendendo dal cocktail di pillole assunto per fermare Simpson/Nuke quando sua madre le rivela di avere qualche notizia sulla IGH, la società che sta dietro il potenziamento dell’ex agente di polizia e che ha pagato le spese mediche di Jessica dopo l’incidente in cui morì la sua famiglia.

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Per il premio “storyline eccessivamente lunghe e noiose” concorre con buone chance di vittoria quella tra Robyn e Malcolm, che trasformano l’episodio in una puntata non richiesta de L’oroscopo di Paolo Fox e fanno un funerale molto alla buona al povero Ruben, contribuendo pesantemente all’inquinamento del fiume Hudson.

A una puntata dal finale la serie si concentra ancora una volta sulla solitudine della sua protagonista: abbandonata da Luke di cui cerca il perdono, insultata da Malcolm che pensa di lasciare la città a causa sua, Jessica può contare solo su se stessa (e su Trish, che cerca però di non coinvolgere) per poter sconfiggere la sua nemesi. Viene improvvisata da Luke anche una spiegazione all’immunità dell’investigatrice verso i poteri di Kilgrave, facendola risalire all’enorme senso di colpa scatenato dall’omicidio di Reva: per quanto suggestiva, la speranza è che si tratti di una versione dettata falsamente dall’Uomo Porpora, perché ha il retrogusto di una motivazione da collana Harmony, e che, magari in futuro, l’intera faccenda verrà chiarita adeguatamente. I sentimenti di Jessica, per quanto ancora forti e attraenti, non hanno più il mordente della prima parte della stagione, cosa che si ripercuoterà anche sulla puntata successiva.

3

 

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Übermensch

Un incosciente Luke viene accudito in (quel che resta di) casa di Jessica da Claire, infermiera avvezza ai supereroi essendo amica-amante di Devil. Intanto Jessica ritrova moribondo e con difficoltà a dare il cinque Albert, il padre di Kilgrave, che fa giusto in tempo a dirle di aver potenziato il figlio e che forse adesso non è più immune al suo potere. Giusto il tempo di chiudere nell’armadio l’ennesimo pazzo, cazziare Jeri Hogarth per aver contribuito al potenziamento dell’assassino grazie alle cellule del feto che lei aveva conservato, e Jessica può dirigersi al porto con Trish, dove avviene lo scontro finale con la sua nemesi. Kilgrave, ingannato dall’investigatrice, si avvicina tanto quanto basta a risolvere definitivamente i suoi problemi di cervicale, liberando tutti dal suo controllo. Jeri riesce a non fare incriminare Jessica, la quale, tornando a casa, scopre che Luke è andato via, che questi eventi le hanno fruttato un sacco di ottima pubblicità per l’agenzia Alias e anche un nuovo assistente (Malcolm).

L’ultimo episodio di questa prima stagione di Jessica Jones si concentra su un tema fondamentale in ogni mitologia supereroistica: la necessità di una controparte umana. L’ebbrezza di un potere sovrumano, la difficoltà nel discernere tra bene e male, l’incapacità di adattarsi a una realtà a cui letteralmente non si appartiene più, sono tutti problemi che un eroe deve affrontare nella sua “carriera”, ostacoli cui non servono poteri per essere superati, ma soltanto due piedi ben fissi per terra e una buona dose di umanità. I veri protagonisti di questa puntata non sono Jessica, Kilgrave o Luke Cage, ma Claire, Malcolm e Trish (in particolare quest’ultima, a cui è indirizzato l’unico “I love you” non malato di questa stagione).

Claire: Don’t need powers to be of use

Non bastano i poteri a fare i supereroi, servono le connessioni, sia tra loro sia con il mondo reale, connessioni che solo uomini speciali (non super) possono costruire. Jessica a fine serie non è ancora convinta di essere una supereroina dalla parte dei buoni, ma le telefonate che le arrivano piano piano scalfiranno anche quella profonda sfiducia in se stessa generata dal senso di colpa per ciò che è successo.

Jessica: Doing something good it helps with the self-loathing.

Che Jessica fosse un’eroina sui generis lo si era intuito subito, e lo conferma il fatto che, dopo un’intera stagione passata a proteggerla, non esiti a mettere in pericolo la sua preziosa Trish pur di poter uccidere Kilgrave (in quello stupidissimo piano architettato al porto). Una nota a parte la merita poi Jeri, personaggio nella striscia grigia tra il bene e il male umano, ravvedutasi sulle sue posizioni nei confronti dei superpoteri a sue dolorose spese sulla via di Hell’s Kitchen.

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La serie lascia numerosi indizi su un probabile futuro, resta solo da accertare quale sarà il titolo che li svilupperà (non ci sono attualmente notizie sul rinnovo di Jessica Jones): se da un lato tutta la questione IGH fa pensare a un collegamento con l’origine dei poteri di Jessica e di Kilgrave, dall’altro il coinvolgimento di Reva in tutto questo e il suo pennino USB in mano a Luke potrebbero far protendere per lo sviluppo nella serie titolata a ques’ultimo. Anche il futuro di Nuke, lasciato così aperto, potrebbe portarlo sulle scene di Daredevil, di cui è acerrimo nemico nei fumetti, ma anche in altre serie targate Marvel-Netflix.

Rispetto al notevole potenziale dimostrato nella prima parte e soprattutto negli episodi centrali della stagione, Jessica Jones si è un po’ perso per strada. I personaggi, che dapprima apparivano ben sviluppati, subiscono a un certo punto un blocco nella propria evoluzione, un loop caratteriale e narrativo in cui Jessica rincorre Kilgrave ogni puntata e ogni puntata lo perde, e tutto il contorno in stasi. A risentirne ovviamente sono le situazioni in scena e anche i dialoghi, spesso al limite della parafrasi dei copioni delle prime puntate.

La stessa caratterizzazione smaccatamente femminista risulta carente di attrattiva una volta messa in piazza e snocciolata da tutti i punti di vista già a metà stagione. Le ultime puntate risentono di una certa staticità che le fa apparire noiose, sprecando le più che valide potenzialità (attoriali e di sceneggiatura) e deludendo molte delle aspettative che aveva suscitato l’ottimo inizio.

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3

 

Note sparse

  • Un piccolo indizio sul fatto che Luke potesse essere sotto il controllo di Kilgrave (o quantomeno sull’aumento temporale dei suoi poteri) ci viene fornito quando Jessica e Cage entrano nel teatro e lì di fronte, a ben più di 12 ore di distanza, c’è ancora il ragazzo a osservare il muro.
  • Lo yatch Goldfish con cui vuole fuggire Kilgrave prende il nome da una delle prime opere di Brian Michael Bendis, il creatore di Jessica Jones.
  • Kilgrave continua a meritarsi sempre più il nome della sua controparte fumettistica, Uomo Porpora, giacché, oltre a preferire vestiti di quel colore, la sua pelle assume giusto quel colorito quando Albert gli inietta la dose concentrata del siero e anche quando urla a tutti di fermarsi al porto. Un altro riferimento possiamo trovarlo nelle luci porpora che accolgono Jessica nel teatro in cui Kilgrave “prova” i suoi poteri.
  • Sempre a proposito di Kilgrave, nei fumetti è dotato anche di un fattore rigenerante. Nella serie finora non è stato visto all’opera ma non è da escludere che, essendosi potenziato, potrebbe anche aver acquisito questa capacità.

Ogni giorno una cosa nuova da amare!

La prima volta non si scorda mai:

https://twitter.com/sofastsofar/status/675439985751887874

Mica scemo:

https://twitter.com/perfectderavin/status/669633723684528128

 

 

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