Kidding1×01 Green Means Go

Il primo episodio di Kidding non ha tradito le aspettative: se all’inizio parte un po’ in sordina con un Jim Carrey che non riusciamo bene a inquadrare, poi la puntata scorre in modo fluido e riesce a mantenere viva la curiosità dello spettatore.

Hai due personalità distinte: c’è Mr Pickles, il marchio dell’azienda da 12 milioni di dollari e poi c’è Jeff, un uomo separato e padre in lutto, che ha bisogno di risolvere i problemi nella sua mente.

Questo è ciò che afferma ad un certo punto Seb, capo di Jeff e interpretato da Frank Langella, e ha ragione. Fin dalle prime scene l’episodio ruota attorno alla dicotomia tra queste due personalità e ci porta subito a chiederci quale sia il vero Jeff, se quello che suona l’ukulele facendo cantare tutti i bambini d’America oppure quello che torna a dormire in un appartamento vuoto di una zona malfamata.

Proseguendo nella visione, capiamo man mano il trauma che ha portato la vita dell’uomo a disgregarsi, con una moglie che non lo vuole tra i piedi, sebbene ne riconosca ancora la sensibilità, con un figlio pre adolescente e ribelle sulla via della delinquenza ed un capo che arriva ad assecondarlo come fosse un matto. Esattamente un anno prima infatti è morto Phil, uno dei suoi due figli, in un incidente d’auto e pare che da quel momento in poi la sua vita abbia iniziato ad andare in frantumi. Man mano che l’episodio prosegue arriviamo anche noi spettatori a mettere in dubbio la sanità mentale di Jeff, un uomo troppo gentile, remissivo e sensibile per essere reale, o perlomeno sano. Un uomo attento in modo quasi maniacale ai bisogni del prossimo, premuroso nell’evitare qualsiasi conflitto e che addirittura si chiede come mai dovrebbe arrabbiarsi, dopo che il proprio capo gli ha detto qualcosa di sgarbato. Ci chiediamo, la troppa gentilezza è sinonimo di pazzia? È quindi Jeff uno psicopatico pronto ad esplodere o è solo un pappamolla come lo definisce il figlio?

E’ Jeff ad essere pazzo o è l’unico sano in una società malata e/o corrotta?

Accanto a Jeff, malgrado sia sempre lui a cercare un contatto con loro e mai il contrario, troviamo sua moglie Jill, interpretata da Judy Greer e dalla quale è separato, suo figlio Will ed il suo capo Seb. Sebbene sia passato un anno dalla morte di Phil, Jill non sembra essersi ripresa granchè dal lutto e cerca come può di mandare avanti la casa e di occuparsi dell’altro figlio, senza riscuotere particolare successo in entrambi i casi. Se la cucina è un cumulo di piatti sporchi, Will è sulla via della ribellione estrema e la madre cerca di consolarsi con un nuovo tatuaggio, qualche bicchiere di vino e dulcis in fundo un nuovo amante intravisto dietro una finestra. Il figlio, invece, tra cattive compagnie e alveari di api nascosti in macchina cerca di sopperire come può alla mancanza del fratello al quale era molto legato. Il denominatore comune che lega questi due e tutti gli altri personaggi secondari sono le bugie o il fatto che abbiano in qualche modo qualcosa da nascondere. È Jeff l’unico sincero? È quindi Jeff ad essere pazzo o è l’unico sano in una società malata e/o corrotta?

Come sempre il pilot pone le basi di una nuova serie, che potrà poi svilupparsi in moltissimi modi. Probabilmente la strada intrapresa dagli sceneggiatori sarà quella di un cambiamento radicale – se non di una vera e propria esplosione – di Jeff, che già abbiamo visto ribellarsi attraverso l’impulsivo taglio di capelli. Ci sono ancora nove episodi per capire come evolverà la vicenda e se Jeff riuscirà a recuperare il suo equilibrio, e magari anche la sua famiglia. Quel che è certo è che la frase di Seb sembra una premonizione infausta quando afferma che le due personalità di Jeff “non dovrebbero mai incontrarsi, per evitare che si distruggano entrambe”.

Qui sotto il trailer del prossimo episodio, e…benvenuti nel bellissimo mondo dei conflitti interiori.

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