London Spy1×01 Lullaby

Series Premiere London Spy è il nuovo spy drama della BBC che prende le mosse da una storia d’amore omosessuale. Tra segreti, omicidi, strani numeri e ansiogene camicie piegate alla stessa maniera, insieme a Ben Wishaw veniamo coinvolti nel centro di Londra in un intrigo per ora un po’ scontato, ma che potrebbe riservare delle buone sorprese. […]

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London Spy è il nuovo spy drama della BBC che prende le mosse da una storia d’amore omosessuale. Tra segreti, omicidi, strani numeri e ansiogene camicie piegate alla stessa maniera, insieme a Ben Wishaw veniamo coinvolti nel centro di Londra in un intrigo per ora un po’ scontato, ma che potrebbe riservare delle buone sorprese.

London Spy 1x01 Recensione

La spia che ci provava

Danny è un giovane magazziniere gay che conduce una vita abbastanza dissoluta e movimentata, con un passato di droga, sesso e puttan pop (l’identikit del twittero tipo). Dopo una notte di abusi, all’alba di una nuova giornata, incontra fortuitamente (?) Alex, un timido impiegato di banca omosessuale non dichiarato. Nonostante gli stili di vita dei due siano molto differenti (o forse proprio per questo), nasce una storia d’amore molto intensa, con un Danny molto estroverso e aperto e un Alex sempre restio a parlare della propria vita privata. Il tutto si interrompe bruscamente quando Alex sparisce per diversi giorni e Danny, dopo essersi accorto di essere stato spiato da un vicino, riceve misteriosamente la chiave dell’appartamento del compagno. Qui scopre che l’innocente Alex in realtà si chiamerebbe Alistair, avrebbe una passione per il sadomaso che mister Grey LEVATI e, soprattutto, rinviene un cadavere – forse quello dello stesso Alex/Alistair – dentro un baule (lo stesso che avevano durante un picnic). Consapevole di essere entrato in un giro più grande di lui, Danny, grazie a un indizio datogli da Alex prima di scomparire, scopre e ruba dall’appartamento – in maniera non proprio ortodossa – qualcosa che potrebbe essergli utile nella risoluzione dell’enigma.

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Banana Sp(l)y(t)

La prima parte dell’episodio pilota di London Spy trascorre pensando di avere davanti la nuova stagione di Cucumber/Banana. Non che sia necessariamente un difetto, intendiamoci, ma non è di sicuro una ventata di originalità. Allo stesso modo inevitabili sono i confronti con la spia britannica più famosa al mondo, specie se l’attore protagonista di questo serial, Ben Wishaw, è stato anche Q negli ultimi due Bond. La presenza ingombrante del Vauxhall, il reale quartier generale dell’MI6, durante tutta l’intera puntata – non solo è il luogo d’incontro tra i due protagonisti, ma la casa di Danny si trova praticamente dietro la struttura stessa – non può non richiamare l’altrettanto importante ruolo che tale edificio ha negli 007 di Mendes.  I titoli d’apertura della serie inoltre sono molto simili (come tipologia e stile) a quelli ben più noti della saga di Bond. Difficile affrancarsi da una mitologia così vasta quando si tratta di spie? È ancora presto per dare un giudizio sommario al riguardo, e lo stesso si può dire dell’intreccio, a tratti banale e per fortuna ridotto in questo episodio, più concentrato sulla costruzione di personaggi validi (ma con un piede sul cliché). L’uomo della strada coinvolto in un macro-cosmo spionistico è un’idea più che abusata, a partire dall’inquadramento che ne diede Hitchcock con Intrigo internazionale e L’uomo che sapeva troppo.

London Spy 1x01 Recensione

Non si tratta tuttavia di un brutto episodio, e bisogna tenere bene in mente le difficoltà legate ad un pilot, che deve dire e non dire al contempo. Visivamente si presenta bene: una bella fotografia e inquadrature non scontate. Si possono dunque nutrire delle buone speranze per il futuro per due motivi: il primo risiede nel realismo delle emozioni che la serie offre, presentandoci un quadro lontano dall’azione (nonostante il mistero dei numeri sul pc, della macchina che segue Alex, ecc.) e focalizzandosi più sulla componente drama; il secondo è la fama dello sceneggiatore della serie, Tom Rob Smith, giovane autore inglese, la cui prima opera, Child 44 sulla storia del serial killer russo Andrei Chitakilo (da cui è stato recentemente tratto un film), ha vinto diversi premi tra cui il prestigioso Ian Fleming Steel Dagger come miglior thriller. Le capacità dell’autore, la bravura degli attori, l’attenzione allo sviluppo di prodotti di qualità da parte della BBC sembrano indicare che possiamo aspettarci delle ottime puntate a venire, per questo motivo mezzo porca miseria è dato dalle aspettative.

3.5

 

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Note

  • Oltre alle già citate pellicole hitchcockiane, una citazione (voluta o meno) sembrerebbe essere anche il cortile interno della casa di Danny, che ricorda molto (in piccolo) quello newyorkese de La finestra sul cortile.

Scuse originali per chi non fuma:

Chi ha bisogno di Adele e Sam Smith?

Spaccacuore:

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