London Spy1×02 Strangers

Abbandonata l’atmosfera delicata e nostalgica che ricorda ‘Weekend’ e ‘Lilting‘ (dove Ben Whishaw compare come protagonista), uno sfondo perfetto alla storia d’amore tra Danny e Alex, London Spy ritorna e si tinge di quei toni cupi e carichi di pathos anticipati nel finale sconvolgente e inatteso del pilot. Il nuovo episodio si apre su un quadro […]

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Abbandonata l’atmosfera delicata e nostalgica che ricorda ‘Weekend’ e ‘Lilting‘ (dove Ben Whishaw compare come protagonista), uno sfondo perfetto alla storia d’amore tra Danny e Alex, London Spy ritorna e si tinge di quei toni cupi e carichi di pathos anticipati nel finale sconvolgente e inatteso del pilot. Il nuovo episodio si apre su un quadro di estrema solitudine: Danny, ancora profondamente traumatizzato dalla scomparsa improvvisa e dal macabro ritrovamento di Alex, si lancia in una personale “crociata” per riabilitarne la reputazione e decifrare la verità circa la morte di quest’ultimo.

Per i sette lunghi minuti iniziali, la telecamera segue Danny mentre è intento a nascondere il cryptex che Alex aveva nascosto nel suo laptop: il tempo sembra dilatarsi a non finire e gli unici suoni che accompagnano le scene non fanno altro che aumentare il carico di tensione che grava come un macigno su tutto l’episodio. Non una canzone, non una parola che distolgano l’attenzione da quel (poco) che succede sullo schermo: l’illusione è quella di essere diventati un tutt’uno con il protagonista, condividendone la paura e l’angoscia. Solo il pianto isterico e nervoso riporta Danny (e lo spettatore) alla realtà: in una epifania dal retrogusto dolce-amaro, il ragazzo si arrende suo malgrado alla solitudine; egli è consapevole che sarà costretto a combattere una lotta ad armi impari, ad affrontare un percorso di ricerca per niente lineare, pur essendo conscio della propria impreparazione e inadeguatezza ad affrontare una sfida del genere. Danny soccombe sotto il peso di un mondo in cui Alex è scomparso nel nulla lasciando dietro di sé una scia di segreti che sfociano nel tentativo maniacale del protagonista di mettere insieme i pezzi di un puzzle apparentemente paradossale e senza senso.

London Spy 1x02 Strangers recensione

La performance di Ben Whishaw in questo episodio è magistrale: l’attore ci regala un Danny che, mentre si addentra in un mondo lontano anni luce dal suo, realizza la sua nuova condizione e va a scontrarsi contro quella che è l’amara verità di ciò che lo circonda. Il protagonista sembra quasi aver subito una metamorfosi dal pilot: del ragazzo smaliziato dal passato dissoluto è rimasto nulla se non un’ombra, rimpiazzata da un uomo dallo spirito romantico e colmo di ideali. Danny vede esclusivamente attraverso i sentimenti: sa leggere le persone oltre le maschere che queste si costruiscono per nascondere se stesse e smentisce le menzogne costruite ad hoc per celare le loro verità scomode. Danny sapeva leggere Alex dietro l’apparenza da impiegato modello (pur non potendo immaginare l’esistenza di Alistair), poteva captarne l’innocenza e l’ingenuità dell’uomo che aveva imparato ad amare. Allo stesso modo Danny smaschera la pantomima orchestrata da Frances Turner, la vera madre di Alex/Alistair, una donna austera e algida interpretata con classe ed eleganza da Charlotte Rampling. La donna cerca in tutti i modi di far desistere Danny dall’intento di far luce sul passato e sulla vera identità del figlio, dipingendolo come un individuo fuori dal comune e arrivando addirittura a negarne l’omosessualità. L’Alistair che emerge dalle parole della madre è un uomo intellettualmente dotato, capace di captare i desideri più profondi delle persone per assecondarli a dovere.

London Spy 1x02 Strangers recensione

Frances: Alistair didn’t think like ordinary people. […] He took immense satisfaction figuring out what a person wanted and then giving it to them. […] Alistair could be anything a person wanted him to be.

Alistair ci viene presentato come un ‘attore’ dall’abilità, straordinaria e inquietante al contempo, di plasmare la propria vita  sulla forma dei desideri altrui, di qualunque natura essi fossero, anche sessuali. Un uomo della menzogna, dunque, di cui Alex era soltanto una delle molteplici identità che aveva assunto nella vita. Con semplicità ma con sicurezza, però, Danny accusa la donna di mentire perché è certo del fatto che Alex aveva fatto tutto tranne che fingere.

Danny: And there’s one thing you just can’t fake. Inexperience.

Danny si trova schiacciato tra due mondi: da una parte il suo amato Alex e l’amore che sembrava averlo redento, dall’altra Frances Turner e l’Alistair del suo racconto. È una situazione senza via di fuga, un dedalo di bugie e mezze verità che si confondono a vicenda, il tutto simboleggiato dal labirinto  nella magione dei signori Turner. Riuscirà Danny a dimostrare agli altri che l’uomo che aveva conosciuto e amato era solo Alex? Oppure dovrà scendere a patti con se stesso e accettare che quest’ultimo non era altro all’infuori di un perfetto sconosciuto?

London Spy 1x02 Strangers recensione

London Spy si conferma ancora come un prodotto affatto banale (non che mi aspettassi questo da una serie TV britannica): dopo averci sorpreso con il plot twist del pilot, questo episodio gioca ancora sull’ambiguità dei personaggi con cui il protagonista interagisce. Tutti nascondono una verità o un segreto che va decifrato o smascherato: sembra che ciò che viene raccontato sia solo la punta di un iceberg molto più grande. La bellezza di London Spy sta proprio nell’essere costruito su un gioco di facciate che nascondono con gelosia un mistero impenetrabile e incomprensibile, regalandoci una storia avvincente quanto indecifrabile. Non è facile fare ciò che gli autori stanno facendo, ovvero costruire uno spy drama credibile, tanto più quando lo spionaggio è un aspetto solo marginale del racconto. In London Spy infatti non ci sono spie: non è una storia à la James Bond come quelle a cui siamo più o meno tutti abituati. Non c’è nessun inseguimento, nessun complotto internazionale da sgominare; a dire il vero, sembra non esserci nemmeno un antagonista. Delle storie di spie c’è solo qualche accenno:  il passato oscuro di Alex e quello di Scottie e l’edificio dell’MI6 che troneggia su una Londra buia e grigia. Dal canto mio, questo episodio non può far altro che meritarsi 4 porcamiseria, a riprova del fatto che le serie britanniche hanno sempre una marcia in più rispetto alle loro cugine d’oltreoceano, più patinate e cariche di orpelli e fronzoli spesso superflui.

4

 

https://twitter.com/altierinicola/status/667103860163522560


Nonostante il quasi del tutto assente sottofondo musicale, la poca musica utilizzata in London Spy è molto eloquente:

  • I Feel Love di Donna Summer (1977): nel pilot, le lyrics I’m in love“, “I feel love” e “You and me” sono il preludio perfetto alla storia d’amore tra Danny e Alex;
  • We Are The People degli Empire of the Sun (2008): una strofa di questa canzone è particolarmente piena di significato, quasi profetica. “I can’t do well when I think you’re gonna leave me, but I know I try. Are you gonna leave me now? Can’t you be believing now?
  • Stand by Your Man di Tammy Wynette (1968): se pensiamo a cosa fa Danny durante il secondo episodio, già solo il titolo parla da solo. Una strofa invece sembra quasi suggerire cosa succederà in futuro: “But if you love him you’ll forgive him, even though he’s hard to understand.” Che Alex abbia qualcosa da farsi perdonare? Magari, dopotutto, non è morto veramente…

 

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