MarianneMarianne: Netflix ha paura del buio?

Season Recap Una giovane scrittrice horror è perseguitata dallo stesso personaggio che l'ha portata al successo. Riuscirà a sconfiggere la strega dentro di sé?

4.7

Qualche giorno fa il maestro dell’ orrore Stephen King, ha usato i 140 caratteri di Twitter per dirci la sua opinione sull’ultima serie horror di Netflix, Marianne:

Se siete uno di quei malati – come me – a cui piace essere spaventati, Marianne farà al caso vostro – aggiungendo che – ci sono punte di umorismo che le danno quelle vibrazioni alla Stranger Things – e inoltre- ci sono anche (lo dico con tutta la modestia possibile) delle vibrazioni alla Stephen King.

Ecco, ora le cose sono due, o lo scrittore del brivido era pesantemente sotto effetto di allucinogeni, oppure ci troviamo davanti ad una “leggerissima” sponsorizzazione, perché qui non ci si trova davanti a nessuna delle vibes ipotizzate dal Re.

Netflix dopo il rumoroso fiasco di Chambers (attesissima serie horror che segnava il ritorno sul piccolo schermo della musa tarantiniana per eccellenza, Uma Thurman), a distanza di solo qualche mese ci riprova; nuova produzione, questa volta francese (che non sia mai possano scoprire il nuovo Pascal Laugier), stesso genere e stesso risultato: un buco nell’acqua. Ma andiamo con ordine.

Marianne, racconta la storia di Emma Larsimon, interpreta da Victoire Du Bois (Call me by your name), una giovane e ribelle scrittrice di libri horror (vi ricorda qualcuno?) che fin da quando era piccola è ossessionata da una strega che perseguita i suoi incubi, di nome per l’appunto Marianne. Emma decide dunque di inventarsi un suo alter ego fittizio di nome Lizzy Lark che nelle sue pagine lotta e sconfigge la megera. La fortuna vuole che scrivendo le gesta della strega e allontanandosi dal suo paesino natale Elden, i suoi incubi scompaiano e possa dunque continuare la sua vita come più le piace. Naturalmente il suo passato torna a tormentarla ed Emma, una volta vista suicidarsi una sua vecchia amica d’infanzia, è costretta a tornare dal luogo da cui era scappata tanti anni prima: casa sua.

Tutti gli archetipi del genere sono mal sfruttati e ricadono in un infinito cliché quasi nauseante

Non fosse per la poca originalità dell’intreccio (cosa ormai è definibile veramente originale, soprattutto nel campo horror?) la serie avrebbe potuto lo stesso sviluppare un’identità propria, andando ad omaggiare un genere, quello legato alle streghe, sempre troppo sottovalutato e che anche cinematograficamente parlando, ha regalato invece negli ultimi tempi delle luminosissime perle, alcune attese (Lords of Salem), altre decisamente più inaspettate (The VVitch).
Marianne ovviamente non fa nulla di tutto ciò, anzi, mi correggo, ci prova anche, il problema sta nel fatto che lo fa talmente male da risultare ridicola. Dopo soli due episodi, mostra almeno due sequenze palesemente riprese da altri film: la prima è la brutta copia di uno dei momenti più belli di The Visit, il grande ritorno di M. Night Shyamalan, mentre la seconda è una delle scene più famose del genere, la chiamata al telefono diventata poi icona del capostipite del genere slasher, Scream di Wes Craven.

Tutta la serie è un delirio generale del no sense più allucinante: personaggi che entrano ed escono dal racconto come niente fosse, scene che sconfinano dal grottesco al ridicolo in ogni momento, cioè capiamoci: se la tua amica si è impiccata davanti a te e tu torni a casa per assistere anche al suo funerale, tra l’altro, com’è possibile che nessuno, tu in primis, pianga la morte di questa povera ragazza? Anzi, la madre di questa disgraziata, che ovviamente è posseduta dalla strega, nel classico momento di bara aperta le sputa in un occhio senza che nessuno e sottolineo nessuno dica niente. È pazzesco. Mi rimane davvero difficile giudicare come possa essere considerata un prodotto serio e non una presa in giro.

Il dispiacere più grande è che Marianne aveva tutte le potenzialità per essere un buon prodotto, non certo un capolavoro o un nuovo punto fisso all’interno del genere horror seriale, ma sicuramente qualcosa di interessante si; perché in  molti casi ci sono delle inquadrature fantastiche, la tensione è gestita molto bene ed in più potevano contare in uno dei sorrisi più inquietanti che il mondo televisivo abbia mai visto, già solo quello garantiva metà dell’opera che invece hanno buttato via dopo tre episodi, farne una giusta era impossibile.

Naturalmente il finale, brutto come quasi tutto il resto, apre le porte ad un possibile secondo capitolo, ma chi vi scrive spera con tutto se stesso che la cosa non veda la luce.
Per citare l’inizio di questo articolo ed uno dei miei scrittori preferiti: se siete persone malate come me e vi piace vedere prodotti di basso livello horror, Marianne è quello che fa per voi, ci potrete trovare all’interno almeno cento altri film che avete già visto.

  • 3/10
    Storia - 3/10
  • 6/10
    Tecnica - 6/10
  • 5/10
    Emozione - 5/10
4.7/10

Summary

Marianne è la dimostrazione che The Haunting of Hill House per Netflix è stata solo fortuna, per una serie che di positivo ha davvero poco se non nulla.

Porcamiseria

4.7

Marianne è la dimostrazione che The Haunting of Hill House per Netflix è stata solo fortuna, per una serie che di positivo ha davvero poco se non nulla.

Storia 3 Tecnica 6 Emozione 5
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