Masters of Sex3×11 Party of Four

In una rapida corsa verso il season finale, Masters of Sex ci regala un’ora a zero frammentazione, con i soli personaggi principali al centro dell’episodio, un tanto atteso confronto a viso aperto e l’occasione per tutti di fare definitiva chiarezza sulle proprie intenzioni. Un Tavolo per Quattro Una cena mai consumata, quella a New York, […]

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In una rapida corsa verso il season finale, Masters of Sex ci regala un’ora a zero frammentazione, con i soli personaggi principali al centro dell’episodio, un tanto atteso confronto a viso aperto e l’occasione per tutti di fare definitiva chiarezza sulle proprie intenzioni.

Un Tavolo per Quattro

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Una cena mai consumata, quella a New York, dato che abbiamo un tavolo per due che diventa un tavolo per quattro ricco di risentimento. Bill fa la parte del leone e pianifica l’evento a insaputa di Virginia, invitando anche Dan Logan e la moglie Alice. Il pretesto è l’investimento assicurato per la pubblicazione di un secondo libro, in cui il tema dei surrogati è stato inserito senza il benestare di Virginia (dopo tutte le moine dello scorso episodio), ma l’obiettivo è la volontà del dottor Masters di “smascherare” Dan, facendo incontrare amante e moglie.

È chiaro che senza lo specchietto delle allodole del programma di surrogazione nulla di tutto questo sarebbe potuto accadere, e questo dimostra fin dove è disposto ad andare Bill per riprendersi Virginia. Sorprendentemente, quando uno si aspetta che il movente sia l’amore, si scopre che gli sforzi profusi da Bill sono in realtà portati ad ingabbiare Virginia nel suo lavoro, sua unica vocazione dalla quale è proibito distrarsi.

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Virginia: […] because I’m just not entitled to a life outside of work?
Bill: You’re entitled to one. You just don’t want one. […] You want to want a man, Virginia, […] but I know you: a relationship will never satisfy you the way your work will. It lights you up, it gives you a purpose so much more consequential than waiting for a man to come home.

Non è chiaro quanto questa prospettiva sia veramente nell’animo di Virginia, ma a Bill appare perfettamente coerente e consequenziale, anche a costo di costringere subdolamente la sua partner ad abbandonare le sue storie d’amore. Capiamo che Bill è disposto a tutto quando rivela i suoi piani e la sua storia a Dan, in un dialogo che somiglia molto alle classiche scene da film in cui il cattivo di turno svela il suo piano diabolico al protagonista, che mi ha lasciato senza fiato come in poche altre occasioni.

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Bill: I asked her to marry me. […] The marriage I proposed to her was a marriage of the mind, a true intellectual partnership. […] All I did was put her name next to mine on that first paper we presented at Wash U. It was my vow to her. That was who we would become: Masters and Johnson. […] In my experience, when the train is pulling out of the station and you’re not on it, you run twice as fast and twice as hard to make sure it doesn’t leave without you.

La strategia delle lusinghe non è servita a niente, abbiamo visto un Bill alcolizzato e senza speranza la volta scorsa, quindi tanto vale passare alle maniere forti. Dan è spiazzato tanto quanto lo spettatore davanti a questa cruda verità, dato che si pensa sempre all’amore in Masters of Sex, quando capiamo infine che non è nulla di tutto ciò. Se tuttavia per Bill conoscere Virginia vuol dire controllarla, per Dan Logan conoscerla vuol dire amarla. Questo potrebbe essere l’unico modo per strapparla al giogo del suo partner di lavoro.

Dan: Plotting every move, anticipating every countermove so far into the future that you completely lose sight that there’s a far easier way to get what you want: tell her how you feel about her.

È un encomiabile tentativo di conversione, ma è evidente come ormai Bill abbia passato il confine di ogni possibile sentimento. O forse davvero Dan riesce a vedere amore dove superficialmente si vedono solo manie di controllo?

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In mezzo al fuoco incrociato le due donne: Alice e Virginia. La prima sa difendersi (bravissima l’attrice Judy Greer), anzi cerca di spingere Virginia lontana da un marito con cui ormai ha un rapporto di forzature e malcelata sopportazione: sostiene che la sua amante sia una delle tante a cui Dan ha confessato il suo amore, salvo poi abbandonarle, stanco di loro.

Alice: Did you think you were different? They all do. Enjoy him, Virginia, he’s a lovely man, a true gentleman. […] And when he shows up at your doorstep and tells you that he wants you to spend the rest of your life with him, in that moment, he will think he means it.

Dan fa proprio questo alla fine dell’episodio, con la sola differenza che questa volta lascia Alice per stare con Virginia. Cosa potrà mai andare storto ora?

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Ho tenuto Virginia per ultima giusto per lamentarmi di lei. Appare come un personaggio in balìa degli eventi, incapace di alzare la voce e farsi valere, e rimbalzata tra due uomini che esercitano un fascino uguale ed opposto verso di lei. Si ha l’impressione che la sua unica opzione sia scegliere tra uno o l’altro, senza capacità (volontà?) di emancipazione, e dal modo con cui scappa sistematicamente da ogni disputa o situazione scomoda è solo evidente che vorrebbe essere lasciata in pace.

Un dettaglio lo svela: continua a voler tenere con sé il soprabito, per comodità in caso si presentasse un’opportunità di fuga. Lo lascia nel guardaroba solo alla fine, a battaglia conclusa, quando rimane sola a cena, finalmente tranquilla. La vecchia Virginia, determinata e risoluta, è un ricordo sbiadito, come già detto a più riprese nelle scorse recensioni. Anni di “convivenza” con Bill l’hanno privata della voglia di lottare, rassegnata come un animale selvaggio addomesticato e messo in gabbia. Potrebbe trovare una via di fuga in Dan Logan, se solo accettasse la sua proposta.

Sacrificio

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Libby si conferma il personaggio migliore di questa stagione di Masters of Sex. Non solo per l’innegabile bravura dell’attrice Caitlin Fitzgerald, ma proprio per il senso di empatia che il suo personaggio riesce a scatenare nello spettatore. L’abbiamo vista piangere e soffrire praticamente ad ogni episodio per motivi più che legittimi e noti, e sapevamo che l’idillio con Paul non sarebbe durato a lungo.

Il movente della scelta di Libby, sotto forma di un investigatore volto a indagare Bill per sospetta pedofilia nei riguardi di Dennis, appare un po’ forzato, dato che si tratta pur sempre di un medico semplicemente interessato a spiegare al ragazzino il funzionamento del suo corpo. Nondimeno, Libby stavolta sceglie il suo percorso in maniera consapevole, come mai fatto prima d’ora (la sua precedente storia si è chiusa tragicamente off-screen).

Libby: I am protecting them from the false impression that their father is a monster. Because, if I leave now, that is what I am saying. […] No matter what happens, no matter if the charges are dropped, he will forever be the man their mother didn’t want under the same roof. […] I have reasons to leave him that are a mile long, but […] another son without a father becomes a father who doesn’t know how to love his son. And if If I stay, they have a chance to fix what is broken.

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La scelta è verso i figli, non verso il marito, né verso l’amante. Questo è l’atto di sacrificio finale di Libby, risoluta nel voler dare ai propri figli una stabilità che al padre non è stata concessa. Non vuole che Johnny diventi come Bill per gli stessi motivi per cui Bill è diventato tale, violenza domestica esclusa. Il fatto che questo sacrificio venga per l’ennesima volta dal personaggio più altruista di questa serie è indicativo, e si può dire che piova sempre sul bagnato: chi è egoista rimarrà sempre tale (Bill), mentre chi pensa agli altri lo farà nonostante le sofferenze (Libby).

Un episodio per certi versi illuminante, e un passo decisivo verso il finale di stagione. Nessuna trama secondaria, niente Barton o Betty, solo il cuore di Masters of Sex in un’ora intensa e senza esclusione di colpi. Le fondamenta sono state scosse, il terremoto è avvenuto, e vedremo cosa si salverà dalle macerie.

4.5

 

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