Narcos: Mexico1×01 Camelot

Season Premiere Messico, 1985: conosciamo Kiki Camarena, coraggioso agente della DEA che ha iniziato a ficcare un po' troppo il naso nel nascente Cartello di Guadalajara, e colui che diventerà il signore della droga messicano, Felix Gallardo. Un primo episodio introduttivo che ci lascia già il gusto di un finale amaro. Ma a giudicare dall'esordio, il viaggio promette di ripagare tutto il prezzo del biglietto.

7.0

Questa recensione non inizia come tutte le altre. Come, del resto, questa nuova stagione di Narcos non comincia là dove l’abbiamo lasciata ma ci trascina in un altro luogo, in un altro tempo: Messico, 1985, là dove il neonato Cartello di Guadalajara mostra a tutti quelli che si approcciano a questa serie che con i narcos non c’è affatto da scherzare.

Ma facciamo un passo indietro – o avanti, se vogliamo parlare della mera disposizione cronologica. Lucca, 2018. Siamo in una chiesa. Un tizio con un maglione color senape e un sorrisetto adorabile di nome Diego Luna ha affermato scherzando, molto prosaicamente, che era “il posto perfetto per parlare di Narcos”. Sì, perché colei che scrive ha avuto la fortuna di assistere per SerialFreaks alla proiezione in anteprima del primo episodio di Narcos Mexico, seguita dal panel di incontro con i due protagonisti principali della nuova stagione – o dovremmo dire serie, forse, visto e considerato che non siamo più in Colombia ma ci spostiamo di parecchio.

Diego Luna e Michael Peña sono molto diversi l’uno dall’altro, ma questo ci viene mostrato chiaramente anche nel pilot della nuova stagione: uno è un poliziotto della DEA, l’altro il futuro signore del Cartello di Guadalajara. In un gioco di parallelismi magistralmente costruito – sia dal punto di vista registico che da quello recitativo – entrambi ci vengono presentati, all’inizio della puntata, come quello che non sono. Ognuno recita la parte che appartiene all’altro, in un mondo dove qualsiasi cosa non è come appare e dove non sai mai di chi fidarti davvero.

Per questa recensione, SerialFreaks applicherà la politica di Netflix – che su questo ci ha costruito la campagna pubblicitaria della seconda stagione: gli spoiler, quando si tratta di avvenimenti realmente successi, non esistono. La bravura di una serie come Narcos sta nel rendere interessante una storia che – purtroppo – tutti sanno come andrà a finire; non è il finale, il colpo di scena, il plot twist inaspettato a tenere lo spettatore inchiodato al bingewatching: è partecipare direttamente alla discesa nelle viscere di un governo corrotto fino all’osso, un organo di polizia che addirittura incentiva lo smercio d’erba – per il Messico, la protagonista non è tanto la cocaina ma la sensimilla – e i cui membri passano le serate a farsi offrire da bere.

In quello che è diventato uno spin-off della serie principale, i criminali che vediamo indossano giacca e cravatta.

Kiki Camarena – il personaggio interpretato da Peña – è stato il primo agente della DEA a essere ucciso da un Cartello della droga; brutalmente torturato per due giorni e poi scaricato poco fuori da Sinaloa. Questa è storia, e l’inizio di Camelot lo fa intuire a chiunque: il poveraccio sequestrato e legato a una sedia non farà una bella fine. Ma del resto, la voce narrante che ci spiega quello che succede – marchio di fabbrica di tutte le stagioni di Narcos, sempre con un taglio molto documentaristico – sottolinea come ci voglia sempre qualcuno, in ogni storia, che inizi davvero a sparare e puntare i riflettori su quello che sta succedendo. E quell’uomo, nel caso di Guadalajara, è stato Kiki Camarena. Il come siamo arrivati a vederlo lì, su quella sedia, lo scopriremo in dieci episodi.

Luna ha aggiunto, inoltre, che le prime stagioni di Narcos sono state molto più aneddotiche: il Cartello di Pablo Escobar aveva molto materiale pittoresco da trattare. In Messico, invece, la partita si fa molto più cupa: il futuro capo del Cartello di Guadalajara, in circa cinquanta minuti di puntata, non viene neanche chiamato per nome. Lo vediamo impassibile, un uomo con un piano che persegue i suoi obiettivi senza guardare in faccia a niente e nessuno. Spietato e crudele, rispetto all’indole inizialmente più accogliente – in un certo senso – di Escobar.

Soprattutto, in quello che è diventato uno spin-off della serie principale, i criminali che vediamo indossano giacca e cravatta. Sono tutti coinvolti, sia dal lato americano che da quello messicano, ed è l’unica spiegazione al perché questo giro di affari funziona così bene. Forse – suggerisce sempre Luna – se si capisse davvero che la corruzione ancora adesso impregna tutti gli strati della società fino alle radici, si potrebbe trovare un modo per risolvere il problema. Narcos tratta questo argomento da varie angolazioni e ha l’ambizione di puntualizzare come lo smercio della droga coinvolga tutto il mercato globale; c’è sempre qualcuno che lavora per qualcun altro, insomma. Finché non si raggiungono i vertici, la questione rimane aperta.

Alla domanda fatta a Michael Peña, “cosa succederà davvero in questa stagione?”, l’attore ha sorriso alla platea e ha semplicemente detto: guardate e state a vedere. Personalmente, non vediamo l’ora.

  • 7/10
    Storia - 7/10
  • 8/10
    Tecnica - 8/10
  • 6/10
    Emozione - 6/10
7/10

Summary

Nel solito ed efficace stile documentaristico, Narcos Messico propone un primo episodio molto introduttivo, in cui ci vengono presentati i protagonisti della stagione in una netta distinzione tra “bene” e “male”. Regia magistrale, recitazione promettente. La storia non è certo originale – essendo realmente accaduta – ma questo non impedisce certo la voglia di proseguire nella visione. Un ottimo inizio.

Porcamiseria

7

Nel solito ed efficace stile documentaristico, Narcos Messico propone un primo episodio molto introduttivo, in cui ci vengono presentati i protagonisti della stagione in una netta distinzione tra "bene" e "male". Regia magistrale, recitazione promettente. La storia non è certo originale - essendo realmente accaduta - ma questo non impedisce certo la voglia di proseguire nella visione. Un ottimo inizio.

Storia 7 Tecnica 8 Emozione 6
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