Orange Is The New Black3×08 Fear, and Other Smells – 3×09 Where My Dreidel At

Mettiamo subito in chiaro una cosa: in queste due puntate di Orange is the new black succedono un sacco di cose. Cose belle e cose brutte, episodi totalmente inutili e passi avanti sostanziali nella trama orizzontale. Cercare un filo logico, vista la grande quantità di sottotrame, è un’impresa. Per questo abbiamo deciso di variare un […]

0.0

Mettiamo subito in chiaro una cosa: in queste due puntate di Orange is the new black succedono un sacco di cose. Cose belle e cose brutte, episodi totalmente inutili e passi avanti sostanziali nella trama orizzontale. Cercare un filo logico, vista la grande quantità di sottotrame, è un’impresa. Per questo abbiamo deciso di variare un po’ e impostare il discorso concentrandoci, non sui personaggi, non su un ordine temporale, ma su singoli momenti, situazioni o scene che più ci hanno colpito e che facilmente rimarranno nella memoria dello spettatore. Cambiamo quindi per una volta la struttura della recensione per spiegarvi al meglio perchè pensiamo che questi due episodi siano stati il massimo che potevamo ottenere da questa serie in questo momento.

AMERICAN BUSINESSWOMAN

Il discorso di Piper nel cortile è uno dei momenti memorabili di questa terza stagione. Una dimostrazione di talento da parte di Taylor Schilling , una prova di forza che sconfina con l’ironica volontà di prendere in giro il sensazionalismo americano e la fascinazione per i grandi discorsi della storia e dello spettacolo. Nel tentativo di convincere le più indecise a far parte dell’illecito traffico di mutande in cambio di nuovi e più gustosi aromi per insaporire gli scadenti prodotti alimentari della nuova gestione, Piper si lancia in un appassionato monologo che dimostra la sua definitiva trasformazione da pesce fuor d’acqua a leader furba, determinata, e anche un po’ criminale. Una scena che da sola varrebbe un premio all’attrice e alla sceneggiatura.

PATERNITÀ SVELATA

L’indecisione di Dayanara per il futuro del suo bambino sta divorando almeno tre personaggi: lei, la madre di Mendez e, presumiamo, il non pervenuto Bennet. La madre di Daya invece, nella sua convinzione di lasciar vivere il bambino con la ricca famiglia Mendez, sembra alquanto spietata. Quando tutto sembra deciso però, la bontà di cuore di Dayanara vince sulla convenienza economica, e rivela la verità sulla non paternità di George “Pornobaffo” Mendez alla sempre compostissima signora Delia Mendez-Powell. Una scelta giusta finalmente. A questo punto non ci sono più certezze su quale sarà il futuro del bambino, ma la verità prima o poi doveva saltar fuori, e questo era il momento giusto. Invochiamo a gran voce il ritorno di Bennet, e che l’amore trionfi.

I RACCONTI DEGLI SCOPATORI DEL TEMPO

Possiamo solo immaginare le risate che devono essersi fatti gli sceneggiatori di questa serie. Inventarsi una Suzanne ispirata scrittrice, e il suo racconto erotico-fantascientifico a puntate, deve essere stato puro divertimento. Succede che il racconto nato per lo spazio teatrale della nuova e propositiva guardia Berdie Rogers, e poi rifiutato, diventa in poco tempo un cult tra le detenute. Succede che questo racconto si chiama Time-hump chronicles, e succede che Suzanne acquista (e conquista) un ruolo diverso all’interno del gruppo: è sempre stata la stramba della situazione e ora, pur rimanendolo, viene rispettata, dimostrando in fondo di essere la più sana di tutte. Noi intanto non vediamo l’ora di poter leggere i racconti degli scopatori del tempo.

JEWISH WHISHES

Un rabbino a noleggio e dei colloqui per dimostrare, falsamente, di essere ebree (ve lo avevamo detto che sarebbe successo di tutto). La premessa è la scoperta del Kosher, un tipo cucina che segue i principi alimentari ebraici e che la prigione è costretta a fornire per legge. Il confronto con le buste di cibo precotto della nuova mensa non regge: tutte vogliono il Kosher. I colloqui sono quanto di più divertente abbiamo visto in questa stagione, ma la forza di Orange is the new black sta nel coraggio. Parlando di ebrei dobbiamo quindi segnalare la fastidiosissima battuta di una dirigente della MCC durante una delle loro riunioni taglia-fondi. Vi diciamo solo una cosa: sapone.

CAPUTO ROCKS

Succede anche che Caputo è solito staccare dal lavoro un po’ prima il giovedì per le prove della sua band, e c’è da applaudire per l’abilità degli autori di dare spessore ai personaggi rendendoli più simili a noi. Caputo è forse il personaggio che ha acquisito più consapevolezza di sé nel corso delle stagioni, ogni sua scena risulta riuscita, Nick Sandow fa un lavoro incredibile nel comunicare l’umanità di uno sfigato ultraquarantenne che si ritrova improvvisamente a fare i conti con un incarico professionale importante. La sua dimensione provinciale, che lo porta a sognare ancora un futuro da rockstar con la sua band da garage si sposa bene con il sentimento d’affetto verso il carcere di Litchfield e le sue detenute, ma si scontra inevitabilmente con la nuova e impersonale gestione della MCC, in un braccio di ferro con quel Pearson (altro personaggio riuscito) che simboleggia tutto quello che Caputo non vuole essere.

RABBIA AMISH

Già che parliamo di umanità dobbiamo soffermarci anche sul confronto-scontro tra la Leanne e Soso. Si tratta dello sviluppo più interessante che il culto Norma-ista poteva portare. Il pretesto è se diventare o no ufficiali e darsi delle regole all’interno del gruppo di culto, ma dietro c’è dell’altro: scopriamo che la bionda Leanne proviene da una comunità amish, una storia interessante e ben integrata con il resto dell’episodio, che ci fa scoprire una ragazza meno stupida di quello che ha sempre voluto far intendere nei suoi piccoli intermezzi con la tossica amica Angie. La giovane hippie scozzese di origini asiatiche invece si ritrova a fare i conti con un principio di depressione: il non sentirsi parte di un gruppo pesa non poco all’interno di una prigione, i suoi tentativi con il teatro, e con il gruppo di culto di Norma non stanno andando a buon fine. Lo scontro tra le due ragazze non è quindi il classico litigio fine a se stesso, è radicato nella storia delle due e ne è conseguenza. Libertà e regole, gruppo e isolamento, c’è solo da applaudire.

FETISH & ROMANCE

Il sesso è sempre stato uno degli elementi chiave della serie, ma per la maggior parte delle volte si trattava di sdoganare l’amore omosessuale. Qui la storia, eterosessuale, tra Pennsatucky e la nuova incompetente guardia prende una piega totalmente inaspettata. La scena al parco è una delle cose più strane che vedrete in tv quest’anno. Tra “Dogget” e “Dog” non cambia molto, il giochino di lanciare briciole alle anatre al parco si trasforma in una fantasia (semi)erotica  delle più animalesche; proviamo tutta la confusione di Dogget, il suo degrado mentale e fisico. Il bacio finale, che rientra nei canoni hollywoodiani del perfetto bacio romantico, riporta in ordine le cose, ma lasciamo i due con una strana inquetudine addosso. Gli sviluppi saranno sicuramente interessanti.

VETRI ROTTI

I vetri rotti sono quelli che simboleggiano la rottura, non dichiarata, tra Alex e Piper, ma anche quelli veri di Lolly. Andiamo con ordine: il flirt con Stella continua ad intrigare Piper, che nel finale della nona puntata si lascia andare ad un appassionato bacio con la nuova arrivata dai capelli corti. La trasformazione di cui parlavamo all’inizio della recensione è completata: furba, criminale, e ora anche infedele. Nel finale della stessa puntata però, quello che più ci tiene col fiato sospeso è l’atteggiamento della seconda nuova arrivata dai capelli corti, Lolly, sempre indecifrabile nei suoi atteggiamenti, in bilico tra la follia e l’ingenuità. Quando però fa sparire un vetro rotto dalla piccola serra in cortile non abbiamo più dubbi, Alex è in pericolo. Quando poi quest’ultima scopre l’agendina su cui sono appuntati tutti i suoi spostamenti e orari, ci ritroviamo con addosso un’ansia degna dei finali delle precedenti stagioni.


Vi abbiamo detto tutto quello che ci è piaciuto in queste due belle puntate di Orange is the new black, 5 Porcamiseria su 5 questa volta li diamo volentieri. Nessun altra serie offre un range di emozioni così vario, i personaggi si arricchiscono sempre di più e così le varie vicende. Gli unici nei sono le piccole assurdità che ogni tanto saltano fuori, come il fatto che una guardia appena assunta trasporti le mutande sporche delle detenute all’interno dei pantaloni in una maniera che proprio non può passare inosservata, oppure l’inutilità della storia di Alex nell’ottavo episodio. Ma sono dettagli, questa serie è ancora capace di spaccare i culi e lo sta dimostrando.

5

Ti è piaciuto l'episodio?

like
0
Mi è piaciuto
love
0
Tutto!
haha
0
Divertente
wow
0
Porcamiseria!
sad
0
Meh...
angry
0
Che schifo

Commenta l'articolo

Simili a Orange Is The New Black