Analogamente alle due precedenti puntate, “La dame Blanche“si sviluppa essenzialmente su due fronti ben distinti: da una parte le complesse trame politiche che si intersecano con la vita sociale e privata dei nostri due protagonisti e con quella di tutti quei personaggi secondari, positivi e negativi, che orbitano nella loro sfera relazionale. Dall’altra invece vedremo il progressivo evolversi dello stato psicologico di Jamie e delle conseguenti ripercussioni che questo avrà sul suo rapporto emotivo e fisico con Claire.
I pomeriggi dei coniugi Fraser si susseguono speculari e cadenzati giorno dopo giorno, trascorsi per lo più in deliziosi salotti parigini giocando a scacchi con il ministro Duverney. Le cattive notizie però non tardano ad arrivare: a quanto pare il re sembra colpito dall’idea di una futura alleanza con l’Inghilterra e, nel qual caso il principe Charles riuscisse ad ottenere i fondi tanto sperati dai nobili inglesi tramite il Duca di Sandringham, Luigi XV potrebbe concedere il suo appoggio alla causa giacobita.
Fortunatamente abbiamo imparato nel corso della serie che anche Jaime possiede la sua bella fetta di acume e furbizia, sapientemente nascosta dal sorriso dolce e il visetto d’angelo che ci hanno fuorviato da quella che è la vera realtà dei fatti. Jamie sembra sempre in grado di aggirare il problema cercando di carpire ogni risorsa di qualsivoglia natura per poi sfruttare la situazione a proprio vantaggio senza lesinare azzardi e rischi di diverso tipo.
Essendo però un uomo di infinita correttezza e saldi principi morali, non mancano certo i rimorsi e gli appelli alla coscienza, chiamata in causa per domandarsi se le sue azioni non fossero da considerarsi troppo meschine. Claire ribadisce più e più volte che il loro operato, per quanto apparentemente riprovevole, è svolto interamente in funzione di perorare una buona e giusta causa, e questo spesso basta per far tacere ogni dubbio. Come in questo caso dove, vista la ghiotta occasione presentatasi, Jaime e Claire sfruttano i guai della contessa Louise, che rivela a Claire di essere incinta di un uomo che non è suo marito.
Ecco però scoprire poco dopo il “dettaglio” che finirà per mettere in moto il geniale piano di Jamie: l’amante di Louise non è niente meno che il principe Charles in persona. Jamie aveva già organizzato una lussuosa cena nella sua tenuta con il principe e il Duca di Sandrigham per far si che il reale di casa Stewart si dimostri di fronte al nobile inglese, come il folle esaltato qual’è, ma ingravidare una donna già impegnata in un matrimonio farebbe perdere ulteriore credibilità a Charles.
Per questo invitano anche Louise e il marito con lo scopo di farli incontrare con il principe, alimentando così l’imbarazzo e la possibilità che Charles scivoli ulteriormente sui suoi errori. E in effetti è proprio quello che accade, soprattutto quando viene messa sul piatto, grazie ad un astuto commento di Jamie, la religiosità. Charles porta avanti la sua ribellione giacobita definendola con decisione e passionalità un “progetto di Dio” e definendo se stesso un messia pronto a realizzare le volontà dell’altissimo.
Dalla scissione con la chiesa cattolica, avvenuta nel 1543 tramite l’atto di supremazia di Re Enrico VIII, i fedeli anglicani non riconoscono più il papa come la suprema autorità religiosa ne come rappresentante di Dio sulla terra ed è proprio da questo principio che scaturiscono le prime schermaglie e i primi battibecchi tra il principe e il duca. Charles in quanto fervente cattolico, motivo principale per cui gli scozzesi anelano uno Stewart sul trono d’Inghilterra, si indispettisce enormemente per la battuta del Duca riferita a sua santità, che a parer suo denigra e schernisce in maniera irrispettosa il santo padre.
Claire compare parecchio tempo dopo l’arrivo degli ospiti in quanto protagonista di un disavventura che ha visto però subire le più grave conseguenze a Mary Hawkings, brutalmente violentata da alcuni briganti di passaggio. Ancora non è ben chiara l’ importanza che questo giovane personaggio avrà in futuro, ormai irrimediabilmente compromesso esattamente come il suo matrimonio che, arrivati a questo punto, non sa da fare dato che la purezza della ragazza è stata violata prima delle nozze, ma sappiamo comunque che il suo destino è indissolubilmente legato a quello di Jack Randall, quindi chissà.
Quando Claire finalmente si ricongiunge al resto dei commensali, si imbatte nuovamente nel Compte Saint Germain, il possibile fautore del suo avvelenamento giusto una settimana prima. Come ricorderemo, l’arrivo di Claire a Parigi è coinciso con l’ingente perdita di mezzi e denaro per il conte Saint Germain al quale, proprio per colpa di Mrs Fraser, è andato in fumo un grosso e probabilmente fruttuoso affare. Da quel momento, nei salotti, durante le cene e gli avvenimenti, ogni qual volta gli sguardi dei due si incrociano, si percepisce il loro reciproco disprezzo, che sfocia durante la cena con molteplici frecciatine e allusioni non troppo velate.
Ma chi è veramente questo Compte Saint Germain? E’ davvero lui il responsabile dell’avvelenamento di Claire? Il suo sguardo freddo, sprezzante e di sfida suggerisce di si, soprattutto per la sua “casuale” presenza durante la disavventura di Claire. Ma questo tuttavia via sembra tutto troppo ovvio, troppo scontato e quindi forse potremmo ricevere delle sorprese con il passare del tempo. O forse no, chissà.
Tralasciando per un istante le problematiche di intrighi e politica, è forse arrivato il momento di analizzare il vero cuore pulsante di tutto l’episodio, ovvero il progressivo cangiare del rapporto tra Claire e Jamie. La ragazza ha finalmente avuto il coraggio di rivelargli la verità sulla sopravvivenza di Jack Randall e con suo grande stupore, ma anche nostro in realtà, la notizia non lo atterrisce, non lo sconvolge ma anzi sembra restituirgli nuova linfa vitale, una nuova forza che ha come motore principale la sua sete di vendetta e la voglia di uccidere Randall con le sue stesse mani.
Il vero problema è che Claire scopre dei morsi sul corpo di Jaime, chiaramente fatti da un’altra donna, una prostituta. Quando Jamie le rivela che, nonostante non sia andato fino in fondo con la bella brunetta, avesse avuto un bruciante desiderio di farlo, perchè finalmente, dopo la notizia di Randall, si sentiva di nuovo vivo, di nuovo un uomo, di nuovo una persona con uno scopo, è stata forse la goccia che ha fatto traboccare il vaso per la nostra Claire.
Lei che è stata paziente fino all’inverosimile, lei che ha sostenuto e sopportato la fragile situazione psicologica di Jamie, lei che porta in grembo il loro figlio di cui lui parla a malapena, lei che si sentiva sola e frustrata perchè il marito non la toccava da mesi in quanto rivedeva nella moglie ancora l’immagine di Black Jack Randall, ora deve affrontare il fatto che lui si sia eccitato grazie ad una volgare prostituta, che si è sentito di nuovo forte e vivo in presenza di un’altra donna dopo tutto quello che lei ha dovuto subire e sopportare.
A questo punto Claire pretende una spiegazione: è giunto il momento che lui si apra come non ha mai fatto fino ad ora, che la renda partecipe dell’inferno in cui sta vivendo. Ecco quindi che ha inizio il lungo e intenso monologo di Jamie che riesce così splendidamente a descrivere i suoi sentimenti, creando delle immagini vive, sentite, riuscendo quasi a permetterci di visualizzarle tramite le sue profonde metafore così dense e significative.
La parte più profonda e recondita di se, quella che ognuno di noi in fondo possiede, quella che fa si che tu sia solo tu, nessun altro, la fortezza personale, è stata improvvisamente rasa al suolo dopo gli eventi di Wentworth, facendolo sentire nudo,esposto, vulnerabile, senza rifugio, un uomo solo che cerca disperatamente di nascondersi dietro ad un filo d’erba.
Dopo essersi congedati, durante la notte Claire raggiunge il marito per cercare di riavvicinarsi a lui non solo emotivamente, ma anche fisicamente. Dopo essersi spogliata e messa a cavalcioni sopra Jamie, Claire gli chiede di venirla a cercare, di provare tramite il contatto a riscoprire il loro rapporto perduto da ormai troppo tempo. Il modo in cui il marito la tocca, il modo in cui esplora delicatamente ma con intensità il suo corpo, da come l’impressione che i due stiano facendo sesso per la prima volta, come se stessero cercando di ritrovarsi e riscoprirsi dopo il buio dei mesi appena trascorsi.
La linea di condotta che Outlander sta tenendo è ora molto lineare e costante ma non per questo meno valida. La storia è sempre coerente e intrigante, la recitazione sempre calzante e intensa. Il comico e il drammatico si bilanciano perfettamente nei sessanta minuti dell’episodio, e i momenti di forte tensione emotiva, soprattutto il monologo di Jamie, sono fortemente realistici e rappresentativi, capaci di far vivere allo spettatore, anche per un solo momento, le stesse emozioni del personaggio, e questo solitamente è sintomo di uno splendido lavoro. Quattro porca miseria e mezzo per l’episodio 2×04.
Vota l'episodio!
Sei d'accordo con noi o avresti dato un voto diverso? Dai i tuoi porcamiseria all'episodio e dicci che ne pensi nei commenti!
Hanno votato questo episodio 9 lettori, con una media di 4,44 porcamiseria su 5.
Loading...
Ogni volta che Charles dice "MARK ME!" con quel tono mellifluo (?) muoio dalle risate 😂 #outlander
— Rêverie. (@noaherondale13) May 2, 2016
Ma si, buttiamo lì parole in italiano che non capisce nessuno 😂 Charles Stuart fa troppo ridere 😂 #Outlander
— Roberta ⚖ (@PurpleRavenclaw) May 1, 2016
https://twitter.com/liam_jen/status/726744305189163010
Ti è piaciuto l'episodio?
