OzarkSeason 1 Recap: Sesso, Droga & Denaro Sporco

Season Recap Ozark è una serie tv Netflix che tratta il tema della violenza legata alla droga e al riciclaggio di denaro sporco sullo sfondo di un "tranquillo" lago americano di provincia.

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Ozark, serie che ha debuttato il 21 luglio su Netflix, va oltre il commercio di droga e il riciclaggio di denaro sporco – e non lo nasconde fin dalle primissime parole del suo protagonista Marty Byrde (Jason Bateman).

Pazienza. Frugalità. Sacrificio. In sostanza cos’hanno in comune queste tre cose? Sono scelte. Il denaro non è quel senso di pace. Il denaro è, essenzialmente, la misura delle nostre scelte.

Marty Byrde è un colletto bianco di Chicago, marito di Wendy (Laura Linney), che lo tradisce da qualche anno, anche se Marty lo sa ma tace. Non è ancora il momento di provare pietà per quest’ultimo, che ricicla denaro sporco per un potente cartello della droga messicano. Sfortunatamente, il suo socio Bruce (Josh Randall) decide di intascarsi una piccola parte di quel denaro – un’inezia, 8 milioni – e Del (Esai Morales), il capo del cartello, non la prende bene. Marty deve mettere insieme in qualche modo gli 8 milioni di Del e promettere che con la sua famiglia si trasferirà nella zona degli Ozarks, sulle rive di un grande lago artificiale, per riciclarli e darli al suo capo puliti. Sulle rive del lago, Marty e la sua famiglia si ritrovano a trattare con una comunità di provincia tutto fuorché tranquilla. Si va da Ruth Langmore (Julia Gardner), che in seguito alla scoperta del business segreto di Marty lo ricatta e gli chiede di insegnarle a riciclare il denaro, a Jacob e Darlene Snell (Peter Mullan e Lisa Emery), gestori a loro volta di un tipo di commercio discutibile, che percepiscono l’arrivo dei Byrde come un’invasione del loro territorio.

Ozark è la rappresentazione della società americana e del suo centro: il denaro. Fin dalle sue prime battute, capiamo che ci sono pochi valori nella vita di un uomo, e sono il denaro e la famiglia. Il primo ti permette di acquisire lo status di persona rispettabile e di mantenere in vita il tuo unico punto fisso – la famiglia – anche quando essa cade a pezzi. Durante ogni singolo minuto di ogni singolo episodio, lo spettatore non si scorderà mai la quantità di denaro che rimane al protagonista da riciclare (e quanto poco dormirà nell’intento). I soldi sono il mandante e stanno dietro ad ogni azione dei personaggi, causando un’escalation di violenza inarrestabile, con ragazzini adolescenti che imbracciano un fucile, limonate assassine e donne incinta uccise. La storia si svolge attorno ai soldi, il traguardo sono loro perché senza di essi corriamo il rischio di perdere anche la famiglia, e tutti i crimini che vengono commessi in nome del profitto sembrano passare in secondo piano. Più ti avvicini al guadagno, più fai l’interesse della tua famiglia, e se sei un buon famigliare nella migliore delle ipotesi perdi il sonno e lavori, e nella peggiore delle ipotesi, per salvaguardare l’interesse del tuo “nido”, dovrai friggere qualcuno o sparargli.

Il dipinto selvaggio di questa piccola comunità di provincia non deve stupire, visto che il produttore esecutivo dello show, Chris Mundy, è lo stesso di Bloodline. Anche questa serie tv targata Netflix non fa coincidere l’ambiente delle Florida Keys con la tradizionale descrizione dei cosiddetti “Caraibi americani” che troviamo sulle guide per turisti.

Se gli attori, specialmente Jason Bateman e Laura Linney, hanno una recitazione ottima, la storia e i dialoghi, per quanto belli, sono piuttosto lenti. Spesso si ha l’impressione che la regia si stia soffermando troppo su una scena, anche se in questo modo ci viene permesso di notare la fotografia e gli scenari cupi della serie. Le scene ben progettate e la recitazione degli attori sono di ottima qualità, ma basta questo per triggerare il binge watching? Se si può apprezzare l’approfondimento psicologico dei protagonisti principali attraverso i dialoghi, a volte la frustrazione porterà anche lo spettatore più paziente a stancarsi e a chiedersi se prima o poi riusciranno ad arrivare al punto del discorso. La colonna sonora è ben pensata, in quanto presenta un campionario molto ben scelto di cantanti per la maggior parte americani, con una ricchezza di generi che si adatta ad ogni situazione, dall’hip-hop di Decadez, al rock dei Rolling Stones fino a Ronald Brautigam fino alle sinfonie della Norrköping Symphony Orchestra.

Insomma, non si guarda questa serie per vedere la giustizia che trionfa, perché evidentemente chi vince alla fine sono solo i soldi. La moralità viene messa clamorosamente in discussione e spesso ci ritroveremo a chiederci da che parte stare visto che, effettivamente, i “buoni” in questa serie non hanno vita lunga. Quello che la serie dipinge è un mondo spietato, monetizzato e affascinante, e lo spettatore non potrà fare a meno di chiedersi chi vincerà la lotta per la sopravvivenza, e se uno in America possa comprare un fucile con la stessa facilità con cui compra il pane al supermercato.

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