Dopo il battesimo televisivo che ha iniziato lo spettatore al mondo di Preacher, tocca ai cittadini di Annville essere purificati in quello che è il più suggestivo ed importante dei riti cristiani, per mano di Jesse Custer, qui nelle vesti di un Giovanni Battista in stivali da cowboy. Un rito cristiano di speranza e di rinascita ad opera di un uomo che sembra sempre più lontano dalla fede, e che di fatto rinasce dalla possessione da parte di un’entità misteriosa e sconosciuta. A far da sfondo, il cartello della settimana: “Jesus free with store purchase”.
“See” è un episodio che sottolinea – qualora ce ne fosse bisogno – quel senso di sconfitta che aleggia in tutta la serie, che racconta di persone – e peccatori – che hanno perso completamente fiducia nella Fede, che non trovano consolazione nel messaggio di Cristo. A questo si accompagna la frustrazione di un uomo che tenta in tutti i modi di sovvertire questo status quo, fino poi a trovare nelle sue doti di mind control l’unica via d’uscita da questa impotenza spirituale, cancellando la perversione di un potenziale pedofilo – in una scena di impatto che chiude il cerchio iniziato con quella del battesimo collettivo -, cercando di risvegliare una ragazza dal suo stato vegetativo.
Jesse: Just keep trying. It’s all we can do. In the end, the change in us always comes from God.
Una sconfitta per l’uomo di Fede forse, una vittoria per l’uomo desideroso di espiare vecchie colpe e alleviare i rimorsi. La figura di Jesse appare finora senz’altro quella più complessa, anche grazie ad una scrittura che continua a centellinarne dettagli o informazioni sul suo vissuto, ironizzando su tale avarizia anche nel dialogo notturno tra Jesse e Cassidy all’interno della Chiesa (“Why we always talking about me?”).
Ancora da decifrare anche Tulip e i dettagli della fantomatica faccenda in cui vuole coinvolgere Jesse, di cui apprendiamo il fine ultimo, ovvero ottenere informazioni su qualcosa di molto importante. L’ottima caratterizzazione del personaggio continua a districarsi tra un perfetto connubio di ironia, baldanzosità e una certa profondità interiore che sottende ad un’infanzia apparentemente difficile a causa dell’alcolismo dello zio. Ruth Negga si è rivelata davvero un’ottima scelta, in barba alla riluttanza dei puristi – si ricordi che Tulip nel fumetto è bionda e bianca.
Non è una invece una sorpresa Joe Gilgun nell’interpretazione di questo Cassidy che a tratti sembra essere la versione vampiresca dell’indimenticato Rudy di Misfits. A lui i dialoghi più scorretti e dissacranti, perfetto contraltare al traballante moralismo a tutti i costi di Jesse, a lui le scene più splatter, nel massacro dei due strani figuri venuti a cercare Jesse in Chiesa, richiamando tutta una tradizione cinematografica del genere.
Di Cassidy ci vengono forniti più dettagli rispetto agli altri personaggi, scoprendo che è un vampiro di 119 anni in fuga da un gruppo di Cacciatori.
Cassidy: I am 119-year-old vampire from Dublin City. And I’m currently on the run from a group of vampire-hunting religious vigilantes who keep tracking me down somehow. What else? I’m a right-handed Sagittarius. I love Chinese food. I’ve never seen the Pacific Ocean. And I think that “The Big Lebowski’s” overrated.
La sensazione, dopo questo secondo episodio, è ancora di disorientamento: a scene classiche di introduzione dei personaggi, seppur avare di dettagli, si accompagnano elementi narrativi avulsi e misteriosi che non siamo ancora in grado di collocare all’interno del puzzle. Tutta la sequenza iniziale ambientata nel 1881, con un uomo misterioso in viaggio attraverso un luogo assolato descritto come un paradiso, cui segue la truce sequenza dell’albero delle impiccagioni, rimane inspiegata e per tutti i successivi 40 minuti e rotti cerchiamo di trovare un nesso che però non appare evidente. Identica sorte per il misterioso gruppo chiamato Q.M.&P. – apparentemente un colosso della Carne – che sfratta due contadini radendone poi al suolo la fattoria. Quale sarà il loro ruolo nella storia?
Sicuramente tutti i pezzi andranno al loro posto nei prossimi episodi, ma c’è il timore che il perpetrare questo tipo di narrazione possa portare ad una stanchezza nella visione tale da indurre lo spettatore a mollare la serie anzitempo. Per il momento, non siamo a questo punto, e questo “See” si becca tre porcamiseria e mezzo su cinque; nonostante un buon lavoro di introduzione e introspezione psicologica, l’episodio soffre di qualche attimo di stanchezza, a discapito di una maggiore dinamicità – che avevamo trovato nel pilot – che invece sarebbe stata preferibile.
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E poi ci sono quelle serie tv come #Preacher delle quali non capisci una mazza ma pensi comunque che siano favolose😎 pic.twitter.com/AlVEnUaWLI
— мι∂иιɢнт ★ (@Midnight_1910) June 10, 2016
#Preacher #S01E02 Poi vedo scene del genere e rimango abbagliato. Ormai è certo, amo questa serie. Cassidy è il top. pic.twitter.com/lQa9IyXWRE
— Jackson Bandit (@JacksBandit) June 9, 2016
#Preacher Questa serie è un gioiellino. Se poi ci aggiungi un irish vampiro con una motosega. Non dico altro.
— Madam Mim (@TheIllMadeKnigh) June 8, 2016
Continuo ad essere un tantino confuso. 😂 #Preacher 1×02
— Mattia (@mattia3_) June 7, 2016
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