Quantico1×02 America – 1×03 Cover

Non c’è dubbio: l’attenzione riservata a Quantico prima, durante e dopo la trasmissione del pilot è stata ad altissimi livelli. La nostra recensione era stata molto positiva, e gli spettatori americani a quanto pare l’hanno valutata allo stesso modo, dato che giusto l’altro ieri la ABC ne ha ordinato la stagione completa. Ma la serie, […]

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Non c’è dubbio: l’attenzione riservata a Quantico prima, durante e dopo la trasmissione del pilot è stata ad altissimi livelli. La nostra recensione era stata molto positiva, e gli spettatori americani a quanto pare l’hanno valutata allo stesso modo, dato che giusto l’altro ieri la ABC ne ha ordinato la stagione completa. Ma la serie, nelle due puntate successive, ha saputo mantenere l’interesse a questi livelli? La risposta, capirete, non è così semplice.

Prima e dopo

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La struttura del pilot, che alternava due diverse timeline – quella ambientata all’Accademia dell’FBI e quella, nove mesi più avanti, ambientata dopo l’attentato alla Grand Central Station – si ripete pari pari anche negli episodi successivi, dove però gli autori hanno decisamente premuto l’acceleratore. Il salto da una linea temporale all’altra spesso è confusionario, caotico, e non ci sono stacchi netti e ben definiti. In The Walking Dead c’è l’utilizzo del bianco e nero, in Arrow una dissolvenza e un particolare effetto sonoro, per dirne un paio; in Quantico per capire quando ci troviamo dobbiamo fare affidamento su ciò che succede, senza alcun tipo di aiuto visivo né sonoro. Il che non sarebbe un male assoluto, se solamente questi flashback (o flashforward, dipende quale timeline scegliamo come principale) fossero un minimo più ragionati e non così veloci. Così, al contrario, si perde in chiarezza e immediatezza, e talvolta anche lo spettatore più avvezzo fatica a star dietro ai continui cambi, complici alcune scelte di montaggio non propriamente felici come quelle scene accelerate senza motivo: really, why?!

Destroy and rebuild

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Ciò che funziona molto bene sono le dinamiche tra i personaggi, nell’una e nell’altra timeline. Qui su SerialFreaks stiamo molto attenti a questa componente, e in questo la serie non delude. È appagante vedere le relazioni tra i protagonisti nascere e svilupparsi sotto il tetto dell’Accademia e constatare poi la loro evoluzione nove mesi più tardi, ed è indubbiamente l’aspetto migliore di Quantico, più dei misteri, più delle indagini e delle scene d’azione.

Abbiamo avuto modo in questi due episodi di conoscere meglio tutte le reclute, e nonostante qualche cliché, abbiamo di fronte un gruppo eterogeneo ma ben amalgamato di personaggi, con un potenziale altissimo di sviluppo.

Convince molto il personaggio di Simon che, come giustamente fa notare Ryan, è ambiguo e inquietante quanto basta per farcelo amare; anche perchè finalmente abbiamo un personaggio gay la cui sessualità non è l’unica caratteristica a definirne la personalità, ma anzi è solo una delle tante e nemmeno la più importante. Anche Shelby acquista finalmente un po’ di spessore, distaccandosi dal ruolo della biondina ricca ma colpita da tragedie familiari, mentre il duo Nimah/Raina si conferma come personaggio (sì, lo consideriamo unico) più odioso: le due gemelle, anche dopo la rivelazione un po’ telefonata del secondo episodio, non fanno breccia nel cuore dei telespettatori, come invece hanno fatto altri personaggi, ma confidiamo nei prossimi episodi (in cui a quanto pare dovranno cavarsela singolarmente) per rivedere il nostro giudizio.

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Insieme a Simon, mi sento di considerare Miranda Shaw l’altro mio personaggio preferito, forse perché a metà strada tra mentore capace e comprensiva e stronza impagabile: vuole solo il meglio sia per il bureau sia per gli allievi stessi, e poco importa se per raggiungere l’obiettivo qualcuno dovrà pagarne le conseguenze. Non farà parte degli allievi, ma in questi due episodi abbiamo capito come anche lei nasconda più segreti e misteri di quanti abbia dato a vedere inizialmente – tra cui un figlio in carcere – e sono sicuro che gli autori punteranno tantissimo su di lei nell’immediato futuro. Discorso diverso, invece, per la protagonista Alex: il personaggio è ben caratterizzato ma, come le due gemelle, fatica a entrare in contatto con lo spettatore. Che sia colpa della saccenza e arroganza che dimostra in Accademia (in effetti ci piace di più nelle vesti di fuggitiva), oppure è la performance non eccelsa, per usare un eufemismo, di Priyanka Chopra a non convincere?

La grossa nota dolente nell’ambito dei personaggi, però, non è tanto la mancata connessione emotiva con alcuni di essi, quanto gli espedienti narrativi usati per far interagire tra loro i protagonisti, i quali lasciano un po’ il tempo che trovano: davvero non si riesce a creare interazioni naturali e non forzate tra le reclute, specie se con così tanto potenziale, senza la scusa di un compito in classe?

Così tante domande, così poco tempo

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Di una cosa siamo certi, e cioè che Quantico in tre episodi ha messo così tanta carne al fuoco che ci si potrebbe fare una puntata di Man vs. Food. Le domande e i misteri, non solamente legati all’attentato di New York ma anche (e soprattutto) ai legami tra i protagonisti, si infittiscono settimana dopo settimana. Ogni flashforward a dopo l’attentato fa riferimento a qualche evento avvenuto nei nove mesi precedenti, il che, insieme alla frenesia dei salti temporali di cui parlavamo prima, rende davvero difficile seguire ogni dettaglio. Non è importante al momento, la storia generale viene comunque ben compresa, ma è fondamentale è che ognuno di questi singoli elementi venga poi fatto rientrare nel quadro generale. Insomma, l’impressione è che il disegno complessivo della serie sia davvero ampio, articolato, intrecciato, in grado di reggere un’intera stagione a questo ritmo senza bisogno di filler, ma che necessiti anche di maggiore parsimonia nella sua esplorazione: è inutile riempire lo spettatore di domande e misteri se non gli dai la possibilità di assimilarli, di rifletterci, ma al contrario lo bombardi di nozioni e dettagli a cui difficilmente riuscirà a star dietro.

Quantico, rispetto al pilot, in questi due episodi scende a quota tre porcamiseria. Il materiale c’è e si vede, tanto che molti di noi si sono appassionati da subito alle vicende di (quasi) tutti i personaggi; è la realizzazione tecnica a lasciare un po’ l’amaro in bocca, come se tutto il potenziale fosse poi sprecato con un’esecuzione non all’altezza. Questa serie può esprimersi meglio di così, ce l’ha dimostrato con il pilot, e noi non vediamo l’ora che torni di nuovo su quei binari.

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Priyanka Chopra, is that you?

https://twitter.com/agentmalia/status/654019958259752965

E, infine, l’esultanza composta 😀

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