Seppur iniziata da sole quattro settimane, Quantico ha ormai una sua identità ben definita: episodi divisi praticamente a metà tra le due timeline, azione concitata, pochi ma calibrati momenti di introspezione, e misteri, dubbi, domande come se non ci fosse un domani. Ma la cosa davvero bella è che Quantico, tutto ciò, lo fa dannatamente bene.
Then…
Per la prima volta, il focus dell’episodio si sposta da un punto di vista Alex-centrico a uno decisamente più corale, sia nel momento presente con la stessa Alex in fuga, sia nei flashback all’Accademia. Per quanto riguarda questi ultimi, il pretesto, questa volta, scaturisce dalle esercitazioni per un blitz, e osservare le reazioni dei personaggi e le loro dinamiche ci permette di approfondire meglio la loro psicologia e soprattutto il misterioso background di ciascuno.
Simon, ad esempio, mantiene come nello scorso episodio un ruolo predominante, e sebbene se la cavi parecchio bene durante il blitz – fatto salvo il momento in cui “muore” per una disattenzione di Alex – ad acquistare l’attenzione dello spettatore è la scoperta (o la conferma, per i più attenti) che nulla di ciò che ha raccontato finora, né la sua permanenza a Gaza né la sua omosessualità, è reale. Questo ovviamente contribuisce al senso di inquietudine e di sospetto che il personaggio ha sempre trasmesso e che ce lo fa adorare, anche quando, nel presente, sembra voler tradire Alex.
Ad erigersi sopra gli altri, in questo episodio, sono però Shelby e Booth: la prima – oltre a rivelarsi un eccellente cecchino – si avvicina ancora di più ad Alex, in uno scambio di confidenze in cui apprendiamo anche delle sue telefonate a una sorellastra di cui nemmeno l’FBI sa nulla (ma sarà vero?) e che stride clamorosamente con la situazione nove mesi più avanti; il secondo invece dimostra di essere più interessato ad Alex di quanto abbia mai fatto intravedere, contravvenendo agli ordini di O’Connor – il quale peraltro la prende un filino sul personale – e sostenendo Alex invece di spingerla a lasciare Quantico.
C’è tempo anche per approfondire il rapporto tra le gemelle Nimah e Raina e la direttrice Miranda Shaw, ossia l’unica storyline che al momento ci dà risposte (poche) invece che altre domande. Il figlio di Miranda che avevamo conosciuto nello scorso episodio si trova in carcere per aver avuto contatti con un gruppo di estremisti particolarmente pericolosi che lo avrebbero accolto tra le loro fila, e le gemelle sarebbero l’asso nella manica della Shaw per contrastare questa cellula terroristica. Che sia lo stesso gruppo di terroristi che si renderà responsabile dell’attentato a New York?
…and now
Simon, Shelby e Booth sono al centro delle vicende anche nella timeline presente, dove però i rapporti sono ribaltati. Shelby – che sfoggia il classico trucco da stronza dei telefilm e che dimostra 10 anni di più – lavora con l’FBI, e non sappiamo se il suo voler catturare Alex a tutti i costi sia dovuto a un eccessivo senso del dovere o se nei nove mesi passati sia successo qualcosa di veramente brutto a incrinare il rapporto; fatto sta che ora si ritrova ostaggio della ex compagna di corso.
Booth, al contrario, continua a contravvenire agli ordini – almeno quello non è cambiato – portando avanti il doppio gioco con Simon per aiutare Alex nella fuga. Natalie però, che pare avere una turbolenta relazione in corso proprio con Ryan, potrebbe mettergli i bastoni tra le ruote confermando anche in questa timeline il suo ruolo un po’ stereotipato della concorrente particolarmente competitiva della protagonista.
Peraltro, è interessante notare come gli stessi vertici dell’FBI – su tutti O’Connor e il direttore Clayton – siano nel frattempo rimasti invischiati a loro volta nella rete di alleanze e doppiogiochisti che loro stessi hanno creato. A questo punto, la teoria che tutto sia stato orchestrato dal Bureau stesso inizia a vacillare, visto che nessuno parrebbe pienamente a conoscenza del quadro completo.
Insomma, un episodio che si mantiene nella media dei precedenti ma che esalta quelle che sono le principali qualità di questa new entry del 2015: l’atmosfera da tutti contro tutti e la sensazione che nessun rapporto interpersonale sia reale ma frutto di un complesso gioco di spionaggio, mantengono alta l’attenzione dello spettatore. E nel tentativo di districare l’intricata matassa della trama portante, riusciamo a sorvolare sui difetti perlopiù tecnici – il montaggio troppo frenetico, la divisione 50:50 delle due timeline che rischia di confondere – il che, per una serie televisiva, è un risultato decisamente buono.
Domande, domande, domande
Inauguriamo questa settimana la sezione delle domande senza risposta per Quantico: ovviamente sentitevi liberi di esporre le vostre teorie nei commenti!
- Qual è la verità nascosta sui genitori di Shelby? E cos’hanno a che fare – o almeno la loro compagnia – con l’attentato?
- Chi cazzo è Simon Asher, e perchè si sta inventando di sana pianta un’identità? E soprattutto, se già era stato beccato in passato, come mai ora collabora con Clayton e l’FBI?
- In che modo il padre di Alex è (o era) coinvolto? Qual è la verità su di lui?
- La domanda fondamentale che regge la serie: perchè, nel passato, O’Connor è così ossessionato da Alex? Cosa spinge l’FBI a temerla così tanto da farla costantemente spiare e, senza successo, manipolare?
Fateci sapere le vostre teorie e le vostre opinioni su Quantico nei commenti o su Facebook e Twitter, e già che ci siete passate a trovare anche i nostri amici di Quantico Italia!
I tweet su #Quantico ci fanno decisamente capire quanto tutti questi misteri stiano facendo presa…
Sono seriamente ossessionata da #Quantico e non siamo nemmeno alla quinta puntata dello show
— Chiara (@clariciccosillo) October 20, 2015
Io ho bisogno di spiegazioni questa cosa di un episodio a settimana non mi basta più #Quantico #SerialUpdate
— Ιουλία ♀️🇬🇷 (@JuliaGoldmine) October 19, 2015
Entro la fine della stagione, farebbero meglio a darmi delle risposte meritevoli dell'hype che ho in corpo. #Quantico
— la Cocca sbrocca~ (@ladycocca_) October 19, 2015
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