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Who is Alex Parrish? Si potrebbe utilizzare questa domanda per riassumere i quattro precedenti episodi di Quantico. L’interrogativo più importante emerso fino ad ora è proprio quello circa il passato dell’agente Parrish e ciò che ha fatto durante i dieci anni trascorsi in India. Fino a questo momento è stato lo spettatore a chiedersi chi […]

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Who is Alex Parrish?

Si potrebbe utilizzare questa domanda per riassumere i quattro precedenti episodi di Quantico. L’interrogativo più importante emerso fino ad ora è proprio quello circa il passato dell’agente Parrish e ciò che ha fatto durante i dieci anni trascorsi in India. Fino a questo momento è stato lo spettatore a chiedersi chi si celasse realmente dietro le apparenze della recluta dell’FBI, ma ora è l’intera opinione pubblica – interna al racconto, s’intende – a domandarselo. Forte dell’ondata di pregiudizio su base razziale che ha invaso gli USA a partire dagli attacchi dell’11 settembre, i media hanno montato una campagna di diffamazione ad hoc nei confronti di Alex, una moderna caccia alle streghe che si traduce in una caccia alla presunta terrorista: guarda caso una donna di colore, di origini indiane, il cui passato rimane per gran parte sconosciuto: il mix per farla diventare capro espiatorio è perfetto. Il dubbio dunque sorge spontaneo ed è proprio ciò che aleggia da quattro episodi a questa parte: chi ha fatto saltare in aria la Grand Central? Da una parte si è pronti a credere all’innocenza di Alex, che è pur sempre la protagonista, ma dall’altra rimane forte l’ipotesi che potrebbe essere davvero lei la responsabile dell’attentato. A chi credere, allora? Questo episodio sembra darci la risposta: non fidatevi mai di nessuno.

YASMINE AL MASSRI, PRIYANKA CHOPRA, JAKE MCLAUGHLIN, JOHANNA BRADDY (OBSCURED), TATE ELLINGTON, JACOB ARTIST

Quantico 

Nella loro prima esercitazione al di fuori dell’Accademia, le reclute vengono messe alla prova con un incarico sotto copertura: il loro compito è quello di crearsi un alias e infiltrarsi in un convegno aziendale, cercando di ottenere un colloquio con l’amministratore delegato senza che nessuno scopra la loro vera identità. L’esercizio delle reclute è un pretesto per mettere in luce le loro capacità di immedesimazione e finzione, abilità che tutti hanno dimostrato di possedere nell’arco degli scorsi episodi: la maggior parte di loro è arrivata a Quantico nascosta da un’apparenza di facciata ben lontana dalla realtà, come se al loro posto ci fosse un alter ego. Vederli recitare nei panni e nelle vite di qualcun altro mostra chiaramente come tutti loro siano capaci di fingersi ciò che non sono con una certa dimestichezza.

Le dinamiche più salienti in queste scene sono quelle che riguardano Simon e la coppia di gemelle Nimah e Raina. Mentre tutti sono impegnati nella caccia al CEO, Simon porta avanti una farsa nella farsa: infatti, ha invitato al convegno un ragazzo conosciuto a malapena spacciandolo per il proprio compagno. Ciò fa incuriosire l’analista Elias, da sempre dubbioso nei confronti di Simon, e lo spinge a smascherare la recluta: da quando è a Quantico, Simon non ha fatto altro che mentire sulla sua identità, sul suo passato, persino sulla sua sessualità (ebbene sì, abbiamo avuto la conferma, dopo l’episodio scorso, che Simon non è davvero gay); messo alle strette da Elias, Simon si confida e spiega i motivi che lo hanno portato a costruirsi un’immagine falsa di sé: è un modo per fuggire dai fantasmi del proprio passato, un’illusione per tentare di ignorare e dimenticare il male che ha compiuto durante il periodo trascorso nelle Forze di Difesa Israeliane e che continua a tormentarlo. In questo modo veniamo a conoscenza del vero Simon, o forse di una sua ennesima nuova versione. Per quanto ne sappiamo però, data l’ambiguità del personaggio, non è detto che non ci saranno altri colpi di scena nei prossimi episodi.

MAXWELL EDDY, TATE ELLINGTON

Nel frattempo, scopriamo anche il motivo per il quale Nimah e Raina sono state reclutate: l’FBI vuole istruirle a vivere, pensare e agire come un’unica persona per poi infiltrarle a proprio vantaggio nelle cellule terroristiche. Ed ecco che le due si esibiscono in un “valzer” altamente coordinato tra scambi di identità e di informazioni che risulta parecchio riuscito. Ciò che le rende interessanti è proprio la loro ambivalenza, il fatto che rischino costantemente di essere scoperte (i loro compagni sono i fatti all’oscuro della duplice identità) ma soprattutto il loro passato: c’è qualcosa che le due sorelle nascondono?

Personalmente, apprezzo molto che gli autori ci stiano facendo conoscere i personaggi e il loro background poco alla volta. Certo, è poco plausibile che delle reclute nascondano segreti che nemmeno la CIA e l’FBI insieme – direi che questo aspetto è abbastanza paradossale – ma, se esplorato bene, questo metodo narrativo può diventare un punto di forza per l’intero show.

YASMINE AL MASSRI

Presente

Conscia del fatto che i media l’abbiano già decretata colpevole e di quanto l’FBI la voglia morta ad ogni costo, Alex è costretta a rivolgersi a The Unknown, un gruppo di hacker operante nel dark Internet che le permetterà di rivolgersi in diretta streaming a milioni di persone senza che le forze dell’ordine rintraccino la sua posizione. Apro una piccola parentesi: una scena del genere sarebbe altamente improbabile nella realtà e il rischio di scadere nel fantascientifico è sempre dietro l’angolo, ma è anche vero che i tempi televisivi a volte costringono a delle scelte azzardate. Comunque, lo scopo di Alex è quello di raccontare una volta per tutte la sua verità personale su quanto accaduto dopo l’attentato e di denunciare alla nazione intera la trappola che le è stata costruita attorno. Il discorso di Alex fa da sfondo a scene ambientate sia nel presente sia all’Accademia: le sue parole diventano in qualche modo il filo rosso che unisce tutta la trama di questo e degli altri episodi trasmessi fino ad ora. Alex dice chiaramente che tutto ciò che abbiamo davanti agli occhi è spesso una messinscena, una copertura bella e buona orchestrata, come nel suo caso, a spese di una persona innocente. Non sono solo le situazioni ad essere finte: a Quantico, Alex ha imparato a caro prezzo che anche le persone lo sono, come Ryan, che scopriamo essere stato assunto perché la presenza di Alex a Quantico è considerata dal bureau una potenziale minaccia alla sicurezza nazionale.

People aren’t always as they appear. Sometimes, all you see is a cover.

Anche questa settimana Quantico si è dato da fare per creare suspense e sviarci ancora una volta da quella che è la vera identità del terrorista: è stata Alex, che riesce sempre e comunque a fuggire all’FBI in maniera quasi del tutto indisturbata, oppure qualcun altro sta agendo nell’ombra per far ricadere la colpa su di lei? Come mai Caleb aveva avuto accesso all’area di Grand Central il giorno dell’attentato? C’entra forse qualcosa il fatto che, mesi prima, si fosse messo in contatto con qualcuno impersonando un certo Mark Raymond? Ma soprattutto, perché Liam aveva coinvolto Ryan in un’operazione segreta volta ad eliminare Alex dall’Accademia?

Siccome le domande diventano sempre più numerose delle risposte, assegno a questo episodio 3,5 porcamiseria su 5: un buon risultato, considerato i continui salti temporali (sarò un po’ di parte, forse, ma non li apprezzo particolarmente) e alcuni background dei personaggi leggermente oltre la soglia della plausibilità. A parte questo, spero che lo show continui con un’escalation di suspense e azione, lasciando possibilmente meno spazio al drama che in questo contesto risulta superfluo e fuori luogo.

3.5

 

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