Conosciamo tutti le storie sulle origini segrete dei supereroi… beh, Raising Dion porta il concetto un poco oltre e ci porta a conoscere Nicole Reese e suo figlio Dion (e bisogna ammettere che la scelta del cognome già bendispone nei confronti della serie, richiamandoci alla mente il buon Kyle Reese di Terminator).
Nicole è una madre single, il marito è morto tempo addietro, e fatica a tenere insieme la sua vita, divisa tra il lavoro e il figlio. Una situazione che già di suo è chiaramente complicata, e a cui si aggiungerà il peso aggiuntivo rappresentato dai poteri superumani che Dion manifesterà.

Chiaramente sappiamo già dalla trama, dal trailer e dal fumetto che i poteri di Dion sono il fulcro della storia, quindi anche se la narrazione è inizialmente abbastanza lenta si aspetta fiduciosi che qualcosa accada.
E il qualcosa è un crescendo, lento ma inesorabile: si comincia con qualche innocua e istintiva manifestazione telecinetica, che poco a poco diviene sempre più potente e consapevole… però con la consapevolezza e l’aumento di potenza diventano anche più potenti e terrificanti le conseguenze alla fase successiva di perdita di controllo.

Semmai lascia un poco perplessi che si passi dallo stupore di Dion per una manifestazione telecinetica al suo usare consapevolmente questo potere di fronte alla madre, la sera stessa.
E che il passo successivo sia un utilizzo del potere dimostrando un livello di controllo estremamente complicato e potente. Tutto in quanto, quarantotto ore?

Barbee e Liu hanno deciso di prendersi il tempo, introducendo in maniera graduale l’elemento superumano

Se la velocità dell’evoluzione dei poteri del bambino (e la sua padronanza degli stessi) lascia qualche dubbio, il colpo di scena finale con le persone nella pioggia invece è una bella sorpresa. Non sarebbe male se, vista questa manifestazione e visto il tipo di potere mostrato finora da Dion, nella serie si pensasse anche all’ipotesi del paranormale: del resto i supereroi sono cose da fumetti o da film, chi assicura che si tratti di telecinesi e non di un poltergeist? Soprattutto alla luce degli eventi di fine episodio?
Purtroppo pare scontato, vista la brevità della stagione e la trama della storia, che questa possibilità non verrà assolutamente esplorata, ma probabilmente la reazione tipica sarà quella di Kat, l’amica dottoressa, per poi magari diventare semplice accettazione una volta messi di fronte al dato di fatto.

In questo primo episodio si è dato molto risalto alla vita sociale (pressoché inesistente) di Dion, e alle difficoltà di Nicole di mantenere un lavoro e occuparsi adeguatamente del figlio.
Abbiamo conosciuto le amiche di Nicole e Pat, un amico e collega del padre di Dion, nonché suo padrino. Ed essendo appassionato di supereroi, non è difficile immaginarlo come suo futuro mentore.
Ci viene offerto anche uno sguardo sulla vita del padre, con l’accenno di mistero riguardante la donna che ha salvato: ci sono forse dei segreti nella vita di Mark Reese? Segreti che magari possano spiegare i poteri del figlio?
E chiaramente abbiamo la minaccia invisibile di qualche ente governativo che potrebbe scoprire Dion, oltre al grande mistero rappresentato proprio dal finale di episodio.

Barbee e Liu hanno deciso di prendersi il tempo per mostrarci la psicologia dei personaggi e le loro relazioni, introducendo in maniera graduale l’elemento superumano.
Una scelta che ci può stare visto il tipo di storia raccontata e visto che si tratta del pilot, però ci si aspetta un cambio di ritmo nei prossimi episodi, e magari una crescita più graduale dei poteri del protagonista.

7/10

Storia - 7/10
7/10

Tecnica - 7/10
6.5/10

Emozione - 6.5/10

6.8/10

Summary

In questo pilot ci vengono presentati i protagonisti, e veniamo introdotti assieme a loro alla scoperta dei poteri di Dion, oltre a un paio di misteri sul passato e sul futuro. Il ritmo è abbastanza blando, sicuramente dovrà migliorare per mantenere l’attenzione degli spettatori.