Siamo a ridosso della fine di questa stagione (che, a giudicare dalle rivelazioni fotoniche fatte finora e dei rumors che girano in rete, potrebbe benissimo essere l’ultima) ed Amanda ha spiattellato a tutti la sua identità. Uno pensa vabbè, ha detto tutto, bene così, amici come prima… Seh, allora magni.
Amanda finisce il suo discorsetto, e nottetempo Louise e Kween Victoria ravanano nella terra (o meglio, Victoria sta lì a guardare, sia mai) dove è precipitato Lyman, per trovare la magica chiavetta con tutti i segreti di Nolan. Il movente è semplice: Nolan ha nascosto l’enorme segreto proprio a lei, sua (ex) moglie, e lei non vuole fargliela passare liscia. Mi sfugge una cosa: nemmeno un po’ di marea o venticello a portarsela via sta chiavetta, visto dove è caduta? Trashata improbabile, ma con Revenge siamo abituati pure a peggio.
Il Team Revenge è ovviamente ignaro di queste macchinazioni, interrogandosi su questioni triviali come il nome più utilizzato su Twitter: Amanda o Emily? Ma come ci ricorda Amanda
Emily Thorne no longer existsftst.
ribaltando il mantra che ha costellato i “previously on” delle prime tre stagioni di Revenge: “Amanda Clarke no longer existsftst”.
Emily non esisterà più, ma un suo detrattore e passata vittima è già sul piede di guerra. L’ex senatore Tom Kinsley (apparentemente tolto di mezzo nei primissimi episodi) riappare, con lo scopo di radunare tutti coloro che sono stati incastrati e muovere causa comune contro Amanda. Ben ci tiene a dire la sua, entra, fa la sfuriata in preda al ciclo, e se ne va sbattendo la porta. In ricordo dell’ex senatore appare il primo di molti flashback, a ripercorrere episodi passati della vendetta della nostra protagonista, in un tripudio di filtri di Instagram a manetta e un Nolan dai capelli improponibili.
Il passo successivo è immediato, ossia andare da Kinsley con David a fare brutto come i peggio bulli di Quarto Oggiaro: se ti avvicini ancora a mia figlia chiamo mio cugino che è cintura nera di sudoku e ti spezza le gambine come due grissini Fagolosi. La prossima è Victoria, sgamata in pieno a chiamare il politico.
Victoria, infatti, continua la sua crociata contro Amanda, chiamando un hacker a caso per entrare nella chiavetta di Nolan. Racconta la sua versione a Louise e offrendoci il flashback più bello della storia: la badilata in faccia che si è presa alla fine della scorsa stagione e il risveglio nel centro di igiene mentale. Ho riso come se fosse stata la prima volta.
Prosegue il suo racconto una volta aperte le cartelle nella USB di Nolan, che sprovveduto ha lasciato tracce dei momenti più belli della vendetta orchestrata con Amanda, tra cui il matrimonio con Daniel e il suo travestimento da agente federale che portò alla scomparsa di Pascal.
Louise la prende a ridere.
Per poco non lo fa davvero, ma decide di stare buona, limitandosi a un semplice ma efficace addio che chiuderà la loro particolare storia. Piccolo problema: Nolan capisce che qualcuno ha recuperato i suoi dati e va in panico totale.
Victoria intanto passa a trovare Margaux, spinta dalla voglia irrefrenabile di radunare un esercito per distruggere Amanda. La nostra amica mangia-baguette purtroppo è ancora viva e vegeta, intenta a ricordare la sua storia con Daniel, ma almeno ha definitivamente sotterrato l’ascia di guerra: non ne vuole più sapere, dato soprattutto che la confessione di Amanda ha riabilitato la memoria del defunto Daniel. Arriva persino ad ammettere di non essere stata spinta, del tipo “Scusa non volevo dirtelo, è solo che non volevo fare la figura della cogliona messa sotto a caso da una macchina, mi avresti presa per il culo a vita!”, sostenendo che la vendetta l’abbia consumata, e non ostacolerà né aiuterà nessuno, quindi voi scannatevi pure.
Victoria le tenta tutte per persuaderla, utilizzando la frase della vita, da bollino trash certificato.
Viene a galla il casino combinato da Nolan, in mano a Victoria che ora potrà farne ciò che vuole. Amanda è infuriata, nonostante Nolan cerchi il più possibile di giustificarsi, evocando il legame affettivo che quegli episodi hanno avuto per lui. David intanto sta lì in mezzo a cercare di calmare gli animi, utile quanto una bicicletta senza ruote. Fortunatamente Amanda conosce la posizione GPS di Victoria, diretta agli studi televisivi della Oprah de noartri.
Nel backstage le due nemiche si incontrano, e Amanda ha la prontezza di ribaltare la situazione a suo favore: la conduttrice potrà farle tutte le domande che vuole (anche se soffre di piccole perdite intime), a patto di non intervistare per nessun motivo Victoria.
La lunga intervista rappresenta il punto focale di questo episodio, nonché l’effettiva spiegazione del suo titolo. Amanda è finalmente allo scoperto, e può rivelare tutto ciò che le è accaduto, dalla sua infanzia, alla trasformazione in Emily Thorne e lo scambio di identità con la vera Emily, alla scomparsa per mano di Victoria di Aiden, a Charlotte che chi se la inculava. Sono stati flashback che ho parecchio apprezzato, vuoi per l’aver catturato i momenti più intimi della vicenda di Amanda, vuoi per la nostalgia dei vecchi tempi in cui Revenge in sé era una serie TV con una sceneggiatura meno campata per aria e più coesa.
Nolan non se la passa bene, intento a ubriacarsi e a crogiolarsi nello sbaglio commesso, consolato da Jack che lo rassicura sul suo ruolo decisivo come alleato e amico di entrambi. Ripresosi dall’angoscia, tiene a ricordare a Jack il suo passato, esortandolo a compiere come si deve il suo passo verso Amanda, ora libera da ogni altra identità scomoda.
Mi sento di dare una menzione d’onore alla telecamera a forma di balena, buttata dopo tutto questo tempo nel camino. Mi si è stretto il cuore, ricordandola nelle prime stagioni.
Nostalgia canaglia e sentimento struggente finché Amanda riesce definitivamente ad averla vinta, col suo bel faccione in diretta nazionale nel videowall di un grattacielo. Io secco dalle risate per l’effetto speciale e per la scena di per sé. Second best trash dell’episodio.
Tutto a posto insomma, nonostante Margaux consigli caldamente a Victoria di rivolgersi comunque alle autorità contro Amanda, viste le pesanti affermazioni fatte sul suo conto. Ragazza mia ripigliati che venti righe fa eri mansueta come un agnellino.
Scherzavo, tutto a posto sta grandissima fava: negli ultimi secondi, proprio mentre David e la figlia trovano la tanto meritata pace, un personaggio misterioso poggia il giornale sul suo tavolo in riva al mare, cerchiando in rosso il faccione di Amanda in prima pagina.
Questo non è sicuramente stato un episodio determinante, visti i flashback e la trama al netto assolutamente bypassabile (si è tornati allo status quo, fondamentalmente). Il fattore sentimentale ha fatto tanto, ma passati gli occhi lucidi torna in mente quanto fosse bella questa serie TV in passato. Alcuni personaggi sono ormai umorali e incoerenti, vedi Margaux e, soprattutto in questo episodio, traballano persino i processi decisionali dei protagonisti (basta un’intervista in TV a fermare Victoria? Davvero?).
Nonostante tutto 3 porcamiseria su 5, di più non posso, sarebbe sovrastimare.
Facendo un giro su Twitter, abbiamo catturato alcune opinioni interessanti e condivisibili:
Chi è per la filosofia “morto un papa se ne fa un altro, mollaci con il flashback sentimentale.”
Dai Emily, quante balle per un omicidio a sangue freddo da parte di Vicky, Aiden Mathis era simpatico come un’unghia incarnita. #Revenge
— Davide Scardeoni (@DavideScarde) 14 Aprile 2015
Chi, a ragion veduta, guarda con nostalgia il passato, tanto quanto i nostri personaggi.
I flashback dei bei tempi nell’ultima puntata di #Revenge mi hanno un po distrutto, ormai non è rimasto più niente della serie che era. — Giacomø (@GiacoB) 14 Aprile 2015
E chi, a ragion ancora più veduta, si interroga sulle dimensioni del cervello di Margaux.
Il premio per il miglior imbecille nella storia dei telefilm spetta di diritto a Margaux Lemarchal #revenge
— Christine Davé (@cataracchia) 13 Aprile 2015
Porcamiseria
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