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Series Finale Revenge è una serie un po’ speciale, non c’è niente da fare. C’è chi la ama, chi la odia, chi la ritiene trash e chi, pur disprezzandola a parole, alla fine se la guarda, perchè alla propria dose settimanale di Victoria Grayson è difficile rinunciare. Ahinoi, toccherà farlo, visto che la serie è ormai giunta […]

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Revenge è una serie un po’ speciale, non c’è niente da fare. C’è chi la ama, chi la odia, chi la ritiene trash e chi, pur disprezzandola a parole, alla fine se la guarda, perchè alla propria dose settimanale di Victoria Grayson è difficile rinunciare. Ahinoi, toccherà farlo, visto che la serie è ormai giunta al termine (la recensione del Series Finale qui). Ma per noi, senza alcun dubbio, ha lasciato il segno. Ecco perciò il primo post collettivo di Serialfreaks, per salutare – ognuno a modo suo – gli Hamptons una volta per tutte.

Attenzione: l’articolo contiene spoiler per chi ancora non ha visto il series finale.

REVENGE - ABC's "Revenge" stars Emily VanCamp as Emily Thorne, Henry Czerny as Conrad Grayson, Gabriel Mann as Nolan Ross, Madeleine Stowe as Victoria Grayson, Connor Paolo as Declan Porter, Nick Wechsler as Jack Porter, Christa B. Allen as Charlotte Grayson, Josh Bowman as Daniel Grayson and Ashley Madekwe  as Ashley Davenport. (ABC/BOB D'AMICO)

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Ho sviluppato la malattia per le serie tv all’incirca quattro anni fa, senza alcun tipo di background storico o con serie tv importanti a fare da punto di riferimento, ed iniziai proprio con Revenge a entrare nel tunnel senza uscita.

La formula era chiara: la vendetta. Con ogni mezzo, con ogni stratagemma, e con una buonissima dose di shade e prevaricazione verbale e fisica. La fine della prima stagione mi lasciò con un hype stratosferico, con Victoria e Lydia a bordo dell’aereo potenzialmente esploso. Capite, SEI MESI a crogiolarsi sulla morte di Victoria.

Poi arrivò il ritorno dall’oltretomba con la storica telefonata a Conrad, uno dei momenti più pazzeschi della seconda stagione, che purtroppo non ebbe altri grossi punti di svolta dopo la morte di Emily Thorne (quella vera). Ricordo l’inutilità di Declan e di Padma nella lotta contro The Initiative e la mia volontà di proseguire che vacillava, fortuna che ho tenuto duro e ho cambiato prospettiva!

Capendo che ormai la strada del verosimile avrebbe portato alla noia, ho deciso di guardare Revenge semplicemente per il gusto di farmi sorprendere dai colpi di scena e dall’incessante susseguirsi di espedienti improbabili, vuoi da Nolan, vuoi da Amanda, e per i dialoghi ricchi di livore della regina degli Hamptons.

Il resto è storia, con Lydia che versa il vino sul trono della regina, ex marito e moglie Grayson che si punzecchiano con frasi eleganti, la badilata in faccia data da Amanda e la reclusione di Victoria nell’ospedale psichiatrico, per non parlare dell’evasione sotto l’ombrello. Era diventato ormai un rito settimanale per vedere fino a che punto si sarebbero spinti gli sceneggiatori nell’elaborare teorie e nel portare avanti la baracca, gustando appieno ogni frase e scena improbabile dei nostri protagonisti.

L’ultima stagione ha dato nuova linfa vitale a Revenge, dato che con la fine della terza il nemico più grande era stato messo fuori gioco, ma la vendetta non può durare in eterno, e forse è giusto che la faccenda si sia chiusa proprio con la quarta stagione. Revenge non è stato un capolavoro, ma non si può dire che non ci abbia fatto passare quattro anni incollati alle poltrone e non ci abbia tenuto compagnia senza pretese, in mezzo a tante altre serie tv più patinate e ambiziose.

E alla fine, se sono qui a seguire e in parte a recensire un vagone di episodi all’anno dei generi più disparati, è anche grazie a Revenge.

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È davvero difficile descrivere cosa provo dopo aver visto l’ultima puntata di Revenge. Del resto, è stata la prima serie tv che ho avuto modo di seguire in diretta dalla prima alla (purtroppo) ultima puntata.

I ricordi migliori li riservo, paradossalmente, per la prima e per l’ultima stagione (questa pur con i suoi innegabili difetti).

La prima perchè, banalmente, è quella scritta meglio, impeccabilmente direi. Sembrano lontanissimi i tempi in cui la nostra cara Emily si premurava di rovinare completamente la vita di un nemico di David Clarke ad ogni puntata, senza trascurare il piano per insinuarsi lentamente – ma inesorabilmente – nella vita della famiglia Grayson; quella stessa famiglia che, effettivamente, ha contribuito nel corso di queste quattro stagioni a distruggere, un componente alla volta.

Così come sono lontani i tempi in cui la stessa Emily introduceva ogni puntata con il suo mantra

“Amanda Clarke no longers existfswfsfgfrs”

Ad ogni modo, in questo lungo viaggio durato quattro anni, Revenge ci ha regalato emozioni contrastanti, restando sempre in bilico tra sequenze di fortissimo impatto – ricordo ancora il finale della prima stagione, con Victoria che sale sull’aereo che dovrebbe portarla alla morte, sulle note di “Seven Devils” – e momenti di assoluto, unico, indescrivibile trash.

Quest’ultima componente, la sospensione dell’incredulità richiesta allo spettatore durante la visione di certe sequenze è stata, da sempre, croce e delizia di un telefilm che, inevitabilmente, ha sempre saputo fare più che bene il suo lavoro: intrattenere. Ed è una cosa che, al giorno d’oggi, si può dire di poche serie.

Del resto, come si può credere che Nolan, per quanto indiscutibilmente il migliore sulla piazza, possa hackerare qualunque sistema, dal più piccolo telefonino al miglior dispositivo di sicurezza della Cia, con la stessa facilità con cui io mi preparo un caffè (e nella metà del tempo)?

O che la stessa Emily possa, con pari agilità, intrufolarsi ovunque senza lasciare la minima traccia di sé in quattro stagioni? O che, dopo una vita passata a vendicare il padre, Emily scopra che lo stesso non solo è ancora vivo e vegeto, ma se la passa meglio di me e di tutti voi?

La risposta è ovvia: semplicemente non ci si crede. Ma è il modo in cui il tutto è presentato, l’alchimia perfetta tra i personaggi e la scrittura sempre frenetica, mai noiosa (anche se, in alcuni casi, un po’ forzata) a fare davvero la differenza, e a tenerti incollato allo schermo .

Parlando di personaggi, è innegabile come i due protagonisti principali (anzi, le due protagoniste) siano Emily e Victoria, in pari misura.

Revenge, del resto, è la storia della rivincita di Emily nei confronti di una famiglia che ha rovinato la sua esistenza (e quella delle persone che lei ama), ma è evidente come il bersaglio principale sia sempre stato lei, la regina degli Hamptons, rea di aver ingannato il padre ad un livello più profondo rispetto a chiunque altro.

E, alla fine, questa vittoria Emily la ottiene sul serio, e ci riesce non macchiandosi mai di omicidio. Nell’ultima puntata, infatti, Victoria muore per mano dell’unica persona che lei abbia mai amato: David Clarke. È lei, innegabilmente, l’unica vera donna sconfitta di Revenge: abbandonata da tutti i figli, tradita dal marito, uccisa dal suo amante, e consegnata ad Emily da quella scompensata di Louise che nutriva, almeno inizialmente, vero affetto per lei.

Laddove Victoria ha seminato, nel corso degli anni, solo morte e distruzione intorno a lei, Emily è riuscita a mantenere ben saldi i suoi punti fermi: Jack, l’amore della sua vita, Nolan, il suo compagno di avventure, e suo padre, morto prematuramente ma dimostrandole ugualmente quanto fosse contento di aver potuto finalmente conoscere sua figlia dopo vent’anni, e amandola “infinity times infinity”.

Ovviamente i danni collaterali sono stati tantissimi: Aiden, Ben, Daniel, Amanda hanno tutti fatto una brutta fine, ma erano – in un modo o nell’altro – parte integrante della vita di Emily e il loro sacrificio (pur difficile) ha contribuito con un ulteriore tassello al definitivo happy ending.

Forse questo era l’unico epilogo sensato per Emily, forse non aveva più senso tirarla per le lunghe con una quinta stagione, io ad ogni modo sono contento che nessuna delle “Two Graves” fosse destinata a lei.

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Intendiamoci, l’annuncio della cancellazione di Revenge me lo aspettavo. Era chiaro come il sole dalla piega che aveva preso la trama, eppure in cuor mio continuavo a sperare.

Del resto è difficile dire addio a una serie come Revenge. Bene o male mi ha accompagnato in questi quattro anni, e sebbene io abbia nel frattempo abbandonato altre serie che inizialmente mi avevano intrigato – una su tutte, The Walking Dead – con Revenge non ho mai mollato la presa, nemmeno dopo le svolte più trash come gli attentati dell’Initiative.

Non so spiegarmi perchè, ma Revenge ha sempre avuto quel non-so-che che mi faceva aspettare con trepidazione l’episodio successivo, che no matter what mi faceva tifare per Emily/Amanda/whatever e legare indissolubilmente con lei, Jack, Nolan e, ebbene sì, Victoria.

Fin dalla prima stagione il cammino di vendetta di Emily ci ha regalato perle di trash incredibili – Lydia Davis che vola sul tettuccio di un taxi dal piano N di un grattacielo E SOPRAVVIVE, per dirne una – ma le ha sapientemente utilizzate per farcire una storyline forte e solida, con una squadra di personaggi fantastici.

Su tutti, la regina degli Hamptons Victoria Grayson è entrata nell’immaginario collettivo come LaStronza™, caratterizzandosi come uno dei personaggi migliori di sempre. Una figura insieme incredibilmente cattiva – non esita a mettere a repentaglio la propria famiglia per il proprio tornaconto, nonostante si rifiuti di ammetterlo – e tragica, con un passato tremendo e un presente in cui è finita abbandonata da tutto e da tutti.

Ma è l’intero mondo di Revenge a essersi insinuato prepotentemente nelle nostre vite. Non c’è cena di lavoro ingessata e a tratti imbarazzante che non mi ricordi una delle classiche cene di gala dei Grayson. Non c’è progetto lavorativo in cui non desidererei avere Nolan al mio fianco per risolvere il più ostico dei problemi. E non c’è situazione al mondo che non possa essere commentata con una gif di Victoria Grayson.

Per questo è così difficile dire addio agli Hamptons, alla Grayson Manor e alla casa sulla spiaggia col doppio infinito inciso sulla balaustra. Perchè nonostante i talvolta allucinanti cali di qualità della scrittura che, in altre serie, ci avrebbero fatto trascinare il torrent nel cestino, Revenge è riuscita a tenerci comunque incollati allo schermo, settimana dopo settimana, per quattro anni.

Merito dei personaggi a cui subito ci siamo affezionati? Merito degli incessanti colpi di scena in OGNI FOTTUTO EPISODIO? (Davvero, quale altra serie si prende la libertà di ribaltare il proprio status quo da un episodio all’altro in continuazione?) Sinceramente non lo so: fatto sta che, da questa settimana, ora che Emily Thorne no longer exists, la mia vita sarà un filino più vuota.

REVENGE - "Revelations" - Nolan is confronted with a skeleton from his past, and Daniel's leading role is challenged as Emily and Aiden weave their way through Grayson Global. Meanwhile, the christening of baby Carl brings new concerns to light for Jack and Declan, on "Revenge," SUNDAY, DECEMBER 2 (9:00-10:01 p.m., ET), on the ABC Television Network. (ABC/RON TOM) EMILY VANCAMP, BARRY SLOANE

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In questi quattro anni Revenge ci ha regalato momenti di alta tensione e immagini a dir poco commoventi, riuscendo inoltre ad alternare momenti di puro trash che noi tutti porteremo sempre nel nostro cuore ad adrenalina pura. La serie, che mi ha conquistato dal primissimo episodio, è entrata di diritto nella mia personale Top 10. Le avventure di Emily Thorne sono diventate praticamente un’abitudine e tra gli avvenimenti surreali e le morti improvvise è stato impossibile farne a meno settimana dopo settimana.

Victoria è di sicuro nella lista dei miei personaggi preferiti di sempre. Madeleine Stowe è riuscita magistralmente a dare vita ad un personaggio che nonostante rappresenti tutto quello che in una persona comune odieremmo è impossibile non amare; della personalità di Victoria infatti ci sono stati mostrati più lati nel corso delle quattro stagioni, da donna ambiziosa pronta a sacrificare tutto pur di raggiungere i propri obiettivi a colei che si mostra vulnerabile quando qualcuno riesce a scaldarle il cuore. La sofferenza della sua vita e i sensi di colpa che la tormentano costantemente fanno di Victoria un personaggio complesso e contorto che riesce a passare da vittima indifesa degli orribili eventi della sua vita a regina indiscussa della situazione nel suo dominio incontrastato degli Hamptons.

Emily è invece la sua rivale, colei che in teoria dovrebbe occupare una posizione centrale nella trama, ma che spesso si ritrova a dover dividere la scena con la già citata kween Victoria. Nel corso della serie vediamo come spesso i destini delle due donne arrivano ad incrociarsi creando dei parallelismi non indifferenti. La faida  porta in realtà solo distruzione e dolore colpendo tutti coloro che ruotano intorno alle due. Anche Emily è sicuramente un personaggio difficile da analizzare con precisione; sebbene i motivi che la spingono a perseguire il suo piano siano nobili e nascondano la sofferenza di una povera bambina che ha visto il suo mondo crollare, il personaggio che decide di diventare è inizialmente freddo, distante, “quasi” incapace di provare emozioni. Solo nel corso la serie, gli uomini della sua vita e l’amicizia dell’insostituibile Nolan riusciranno a penetrare quella corazza che la donna ha creato per proteggersi.

La lotta fra Emily e Victoria è il perno dell’intera serie e sebbene entrambe siano accomunate da molte cose, la differenza principale tra le due risiede nel “fin dove si è disposti a spingersi”. Victoria ha più volte dimostrato di non avere scrupoli, è arrivata addirittura ad uccidere e sacrificare la felicità dei suoi stessi figli pur di raggiungere la sua felicità. Un po’ come l’eterna lotta tra il bene e il male dunque l’epilogo di Revenge volge a favore di Emily che nonostante tutto è l’unica delle due ad aver mantenuto “pulita” la sua anima, come il padre ci ricorderà nell’ultimo episodio.

Revenge è una di quelle serie che non ti appesantisce, che guardi con piacere e a volte addirittura con ansia. Sebbene la cancellazione fosse necessaria per salvaguardare l’integrità della trama già compromessa più volte per allungare il brodo, sono più che certo che noi tutti appassionati di questa magnifica serie ne sentiremo particolarmente la mancanza, soprattutto per le magnifiche perle che a fine episodio Emily ci ha sempre donato.

L’ultimo episodio, sebbene sia stato gestito forse con troppa velocità, è riuscito ad emozionarci come mai fino ad ora, dandoci la possibilità di vedere come anche un cammino così difficile e alle volte violento possa portare ad un lieto fine.

Perciò addio Revenge, avrai sempre uno speciale posto nel mio cuore insieme ad altri telefilm che mi hanno segnato.

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Revenge è una di quelle serie che fa del trash incondizionato la sua cifra stilistica sin dalla primissima stagione. Si potrebbe dire che per Revenge, la “carne al fuoco” non è mai stata troppa. I colpi di scena nel corso degli anni non si contano, sempre senza porsi alcun limite: il salto dello squalo è stata una consuetudine direi.

La serie non ha forse mai voluto prendersi sul serio e ha sempre fatto uso di escamotage, soluzioni, sviluppi di trama orizzontale al limite dell’inverosimile o della coerenza. Il tutto con la piena approvazione e soddisfazione dello spettatore che rimane lì di sasso all’ennesimo colpo di scena, molte volte ingiustificato, cui sta assistendo. E ne vuole sempre di più.

Ricordo di essermi avvicinato alla serie perchè, da bravo fan di Brothers&Sisters, volevo vedere come se la cavava “Rebecca”… Sembra ieri che Emily VanCamp appariva per la prima volta nei panni di Emily Thorne, era così diversa, così fredda, così cinica. E subito dopo, tutto il casino Emily/Amanda, David Clarke, i Graysons: è stato subito amore.

Se però c’è una cosa di Revenge che ricorderò su tutte, è ovviamente Kween Victoria.
Il “villain” indiscusso della serie è, per me, il personaggio simbolo di Revenge: Victoria ci ha insegnato l’arte dell’inganno, del sotterfugio, delle umiliazioni pubbliche, della manipolazione… OH WAIT. Ma questo sembra il ritratto di Emily Thorne!
In fin dei conti, forse le due antagoniste erano molto più simili tra loro di quanto si pensi… l’unica differenza è che Victoria attuava tutto ciò con eleganza, classe e neanche tanto velatamente, da vera regina degli Hamptons, a differenza di Emily che invece agiva in gran segreto e alle spalle di tutti.

Alcune scene rimarranno per me indelebili nella mia mente:
• La consegna del regalo di nozze a Emliy: un pacco vuoto atto a simboleggiare il suo essere certa che presto il matrimonio tra Emily e Daniel sarebbe andato a rotoli.
• La telefonata “dall’aldilà” a Conrad nella seconda stagione: quel tono regale e allo stesso tempo furente con cui si rivolge al marito è proprio un modello cui aspirare nella gestione dello scazzo quotidiano.
• Il suo risveglio nel manicomio. Quel “She’s Amanda Clarke” è una delle cose che mai mi toglierò dalla testa.
• La fuga dal manicomio: gente che urla, corre e strepita e lei, favolosa, che esce col suo ombrello con molta calma ed eleganza… tanto no, non la stanno mica inseguendo!
• La partecipazione al suo stesso funerale. Il suo travestimento non ha veramente prezzo.

Emily Thorne è sicuramente un personaggio amatissimo: in fin dei conti, è facilissimo immedesimarsi in lei, parteggiare per lei. Per quanto però abbia amato i suoi inganni e le sue vendette (soprattutto all’inizio), Victoria è un’altra cosa. Si tratta decisamente un altro livello di bitchness. Di lei rimarranno quattro anni di citazioni impagabili da usare contro i propri acerrimi nemici.

Se Emily e Victoria sono di certo le due protagoniste più amate, non possiamo certo dimenticare figure come Nolan, Amanda e Aiden, fondamentali nell’evoluzione del personaggio di Emily, della sua “apertura al mondo”, della suo progressivo lasciarsi andare ai sentimenti.
Per contro, non dimenticheremo mai l’odio per molti degli altri personaggi, spesso dettato dalla loro palese inutilità: iniziando da Charlotte e finendo, ovviamente, con Margaux Lemarchal.

Mi unisco quindi anch’io all’ultimo saluto a Revenge, a questo “Conte di Montecristo” dei giorni nostri. Grazie per aver ridefinito il concetto di serie trash, grazie per gli anni di smorfie di Victoria, di strategie e vendette, di colpi di scena a go-go. Grazie agli autori per averla mantenuta fedele a se stessa fino all’ultimo, con l’incubo di Emily/Amanda con Charlotte che acconsente al trapianto del cuore di Victoria, donandolo a Emily. Fino all’ultimo, squisitamente trash.

 

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