Scandal4×10 Run

Shonda Rhimes sa bene come tenerti incollato allo schermo: puntualmente ti sfodera quell’episodio da cui non riesci a staccare gli occhi di dosso. Questo Run ne è la prova: un episodio assolutamente atipico, location angusta, incentrato solo su Olivia, unico Gladiatore in campo. Dopo la pausa invernale, Scandal riparte da Olivia Pope e dal suo rapimento. […]

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Shonda Rhimes sa bene come tenerti incollato allo schermo: puntualmente ti sfodera quell’episodio da cui non riesci a staccare gli occhi di dosso. Questo Run ne è la prova: un episodio assolutamente atipico, location angusta, incentrato solo su Olivia, unico Gladiatore in campo.

Dopo la pausa invernale, Scandal riparte da Olivia Pope e dal suo rapimento.

Nella parte iniziale dell’episodio la rivediamo così come l’avevamo lasciata: serena, sicura di sé, non più costretta a scegliere tra il Vermont (Fitz) o la luce del sole (Jake). La vediamo ballare con Jake, sorseggiando vino e pronta a far sesso con lui sul pianoforte. Jake si allontana per venti secondi: 20 secondi in cui un uomo col viso coperto fa irruzione nell’appartamento e rapisce Olivia. Jake, mezzo nudo, tenta invano di inseguire il rapitore, rincorrendone persino la sua presunta auto.

Olivia viene portata in una cella angusta, lurida, in un imprecisato paese musulmano; dall’esterno infatti si ode il richiamo alla preghiera in lingua araba. A dividere la cella con lei troviamo Ian, un giornalista catturato per chissà quale motivo e che è ormai evidentemente rassegnato all’idea di non vedere più la figlia.

Nei primi giorni di prigionia Olivia non smette di essere Olivia Pope: “sfida” in un certo senso i suoi carcerieri perché sa che non hanno il potere di ucciderla o farle del male, rassicura il suo compagno di cella dicendogli che il Presidente degli Stati Uniti in persona verrà a salvarli, che lei è Olivia Pope e che farà di tutto per salvarli.

Liv non perde la sua lucidità, analizza i movimenti dei suoi carcerieri, studia la sua prigione e le possibili vie di fuga. Utilizzando il ferretto del sue reggiseno, riesce quasi ad evadere dalla finestra del bagno, ma purtroppo viene scoperta. I due uomini hanno una reazione violenta, ma Olivia li sfida ancora, evidenziando quanto in effetti loro non abbiano alcun potere sulla sua vita. E d’altronde è così: i due temono la reazione del loro capo in caso le facessero del male; non resta quindi che punirla in un altro modo, portando via Ian per poi ucciderlo successivamente.

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Liv ne esce distrutta, spaventata; anche le sue sicurezze circa l’arrivo di Fitz vacillano.

E’ proprio in questo momento che il ritmo dell’episodio cambia. Jake e degli uomini armati fanno irruzione nel luogo di prigionia e salvano Liv. Dopo un breve salto temporale, si vede Olivia che finalmente sceglie la sua tanto agognata vita in Vermont con Fitz. L’uomo ha rassegnato evidentemente le sue dimissioni da Presidente ed è adesso il sindaco di una piccola cittadina. Il sogno di Liv sembra quindi essersi avverato in toto. Vediamo anche giungere Abbey: la sua non è però una visita di cortesia. La donna ricorda a Olivia tutte le persone abbandonate per inseguire quel sogno: i suoi gladiatori, la famiglia di Fitz e lo stesso Jake, che l’aveva salvata dalla sua prigionia.

La parole di Abbey sono come una sveglia ahimè: la liberazione, il Vermont, Fitz, sono solo un sogno. Liv è ancora prigioniera.

Approfittando ancora una volta del momento in cui viene portata al bagno, Olivia riesce (complice anche un dettaglio del “sogno” appena fatto) a colpire uno dei due carcerieri con un tubo e a sparare mortalmente all’altro.

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Liv quindi corre, corre verso la sua agognata libertà; purtroppo aldilà della porta rossa non c’è un Suq o una folla di gente. La sua prigione è collocata in un padiglione in una località imprecisata; i raggi del sole, il richiamo alla preghiera, i rumori esterni erano tutti una finzione. Ad attenderla fuori, Olivia trova un Ian vivo e vegeto: è lui la mente dietro questo suo rapimento.

La prigionia altro non era che un mezzo per far sì che Olivia tirasse fuori tutte le sue potenzialità; Ian vuole chiaramente sfruttare le sue capacità e il suo rapporto col Presidente, ma è davvero difficile immaginare per cosa.

Questo episodio ci pone di fronte ad un’Olivia Pope inedita, molto più forte. Da sola, senza i suo gladiatori, in un contesto che non le appartiene, senza i suoi due principi sul cavallo bianco, Liv riesce a trovare dentro sé una forza fino a questo momento inespressa.

Che poi va beh,  quando tua madre è una terrorista e tuo padre Commando, non è che puoi venire su proprio debole…

Ho amato alla follia questa puntata e Kerry Washington… Shonda con questa puntata ti sei meritata proprio 5 porcamiseria su 5.

voto-5

 

 

Porcamiseria

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