Scandal

Sesso e potere sono il fulcro di questi episodi; Scandal si prende una pausa dalle vicende legate al B613 e, in generale dalla trama orizzontale, per dedicarsi a due godibilissimi episodi, incentrati su Olivia Pope e le sue abilità di fixer. Ciò che impreziosisce questi due episodi è anche la presenza di tutta una serie di guest star molto care al pubblico: Kate Burton/Sally Langston (nota anche per il ruolo di Ellis Grey in Grey’s Anatomy), Paul Adelstein/Leo Bergen (Cooper in Private Practice), Portia De Rossi/Elizabeth North (l’indimenticata Nelle di Ally McBeal), che sono già personaggi ricorrenti della serie. A questi si aggiungono due guest star d’eccezione: Emily Bergl (Sammi in Shameless) e – udite udite – Lena Dunham, creatrice e protagonista di Girls. Il primo dei due episodi è proprio incentrato su di lei.

Fermate Susan disperatamente.

Lena Dunham interpreta Susan, una donna sessualmente molto disinibita che ha avuto un buon numero di partner sessuali illustri: deputati, magistrati, procuratori e in generale uomini molto potenti, tra cui Leo Bergen e David Rosen, due vecchie conoscenze della nostra Abby.

Susan, pur senza fare esplicitamente i nomi, scrive un libro in cui narra con dovizia di particolari i suoi rapporti con alcuni di questi uomini ed è pronta a divulgarlo e farlo pubblicare. Abby corre ai ripari e ingaggia Olivia, affinché la faccenda si possa risolvere in maniera facile e veloce: per “Rossa” un simile scandalo potrebbe costarle la carriera e rovinare l’immagine della Casa Bianca.

Olivia & co. passano in rassegna i protagonisti del libro e identificano i soggetti coinvolti, chiedendo quindi ad ognuno una cifra per poter pagare i 3 milioni richiesti da Susan in cambio del suo silenzio. L’unico a non cedere a questo “ricatto” è l’integerrimo David. Questo, però, bloccherebbe sul nascere l’inchiesta contro il B613, per la quale, tra le altre cose, Huck chiede l’immunità totale, che gli permetterebbe di tornare dalla famiglia.

Fallita quindi la strada del pagamento, Liv cerca di trovare un punto debole di Susan da poter sfruttare. La donna era stata licenziata dal suo capo per non aver accettato le avance del suo precedente datore di lavoro e averle, anzi, addirittura denunciate all’HR. Olivia l’aiuta quindi a riscattarsi e vendicarsi, e Susan accetta di far sparire per sempre il romanzo.

Il bello viene comunque alla fine dell’episodio: Huck, continuando a vedere in Susan un potenziale pericolo per l’inchiesta e la sua immunità, decide comunque di sgozzarla. Così. Dal nulla. HO AMATO – e non solo perchè Lena Dunham mi irrita a dismisura.

Sex-Gayte

Ricordate Michael, il gigolò che Cyrus era stato costretto a mettersi in casa, fingendo di essere una coppia felice agli occhi del mondo?? Ecco, il genio decide di andare a troieggiare in un locale gay di Washington pensando di non essere riconosciuto e/o ripreso dalle telecamere. Certo stella, come no.

Olivia viene chiamata per correre ai ripari e, ovviamente, l’unica strada da percorrere è il matrimonio tra Cyrus e Michael, facendo passare la sua bravata come un innocente addio al celibato. E la fata turchina?

Nonostante le iniziali ritrosie, Cyrus accetta il consiglio di Liv e hanno inizio i preparativi del matrimonio, OVVIAMENTE alla Casa Bianca e organizzate addirittura dalla First Lady (vedi sezione dedicata). A mettere ulteriormente i bastoni tra le ruote ci penserà l’ex Vice-Presidente Sally Langston, moralista bacchettona che ora ha persino un suo programma TV. La donna è intenzionata a mostrare al mondo intero che il rapporto tra Cyrus e Michael è una farsa, offrendo addirittura una ricompensa a chi fosse riuscito a consegnarle delle prove. Fortunatamente, Liv sistemerà anche lei con un banalissimo ricatto, dato che il defunto marito di Sally era un assiduo “cliente” di Michael. Amici come prima Sally, dai.

Nel corso della puntata vediamo molti flashback di Cyrus nel passato: dai tempi del matrimonio con la prima moglie (interpretata da Emily Bergl) e la rinuncia al mondo gay per paura dell’AIDS, a quelli felici del suo matrimonio con James. Durante questi flashback non potevano mancare di certo le corrispettive scene Fitz/Olivia, dei loro patemi d’amore, del dono di un anello della nonna di Fitz all’unica donna che aveva veramente amato… il miele. PLEASE.

Mellie for President

Quando Mellie ha dello screentime decente, è sempre una gioia immensa per me. La sua corsa alla Casa Bianca passa attraverso la candidatura a Senatore della Virginia, posto lasciato vacante dall’attuale Vice-Presidente. Elizabeth North si propone come campaign manager di Mellie che, nonostante qualche perplessità, si lascia convincere ad assumerla.

Sarà Olivia però a convincere la First Lady ad organizzare le nozze di Cyrus alla Casa Bianca e a dare il suo personale endorsement alla cosa: è la cosa giusta da fare per portare dalla sua parte un certo tipo di elettorato e fare di Mellie una candidata illuminata, al passo con i tempi.

Questa mossa di Mellie, su suggerimento (non proprio disinteressato d’altronde) di Olivia, non va giù ad Elizabeth, che giustamente va a lamentarsi con la First Lady per non essere nemmeno stata coinvolta in tale decisione.

Mellie la mette subito in riga come neanche una Victoria Grayson dagli Hamptons avrebbe saputo fare: il livello di bitchness tra le due è altissimo! Non vedo l’ora di vederne ancora, e ancora, e ancora.

Due episodi godibilissimi, che ci danno un po’ di respiro dalle puntate ansiogene sul rapimento di Liv e i temi del B613 che personalmente mi hanno anche un po’ rotto. Oltretutto, il pochissimo spazio dato al triangolo Olivia/Fitz/Jake e la presenza delle guest-star che mi hanno piacevolmente divertito, mi portano a dare quattro bei porcamiseria alle due puntate!