Scandal5×14 I see you

Sembra che Scandal abbia finalmente deciso di rimescolare le carte in tavola e ritornare sui suoi passi regalandoci dei preziosi momenti in cui, finalmente, Olivia decide di lasciarsi alle spalle le fasi buie e confuse degli ultimi tempi per tornare indossare nuovamente a testa alta il suo cappello bianco.

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L’episodio I see you si configura, finalmente, come un ripristino della matrice autentica di Scandal, combinando, in modo sapiente e suggestivo, il codice etico con la logica politica più spietata. Una logica del potere, di cui Cyrus è stato sempre il simbolo, mentre in I see you ne diventa la vittima, per la prima volta.

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In quaranta minuti densi di dialoghi fondanti, Shonda Rhimes ha istituito, di nuovo, la coesione degli OPA, rendendoli focus dell’Io di Olivia, specchio dei suoi errori e, allo stesso tempo, la via d’uscita dal tunnel della sua debolezza e apatia cronica. Il centro della puntata consiste, infatti, nel ritorno di Liv al suo profilo personale. Ciò è scandito da una sequenza dialogica chiarificatrice e profonda, punta di diamante dell’intero episodio. Il primo confronto dialettico importante, in tale direzione cognitiva, è quello tra Olivia e Jake. Mettendo da parte i dubbi circa l’involuzione del suo personaggio, Jake fa un’analisi diretta e concisa della situazione di Olivia, definendola un altro esempio da manuale di problemi di relazioni col padre, esibito su scala nazionale. Ed è proprio così. Jake ha espresso ciò che Olivia non ha mai voluto ammettere. Liv non ha mai riflettuto su quanto il rapporto con il padre fosse stato la cifra identificativa di ogni suo rapporto con il sesso opposto. La grande Olivia Pope non ha mai ammesso l’influsso paterno nelle sue dinamiche relazionali, ma ciò che dice Jake è vero. La controversia, l’assurdità e la sofferenza dovuta al rapporto con Commando è la chiave per comprendere il suo atteggiamento altalenante verso Fitz, che ama e respinge in un moderno odi et amo. Il secondo dialogo importante per potenza espressiva ed etica è quello tra Quinn e Olivia, sul ciglio della strada, intente a salvare Huck da se stesso, per l’ennesima volta. Da una parte, Quinn rivendica la sua attuale direzione degli OPA, accusando Liv di essere assente, proiettata verso un potere mancato, in una dimensione totalmente distante e disinteressata. Dall’ altra Liv adduce come motivazioni del suo comportamento la serie di traumi, di cui è stata vittima. In tal modo,entrambe le prospettive sono argomentate in modo valido. Infatti, quasi alla stregua di una triade hegeliana, dalla tesi e antitesi ci muoviamo verso una sintesi, negli ultimi minuti dell’episodio, in cui Olivia e Quinn stringono un nuovo sodalizio, basato sulla gratitudine per ciò che è stato e il rispetto su ciò che verrà.

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Il caso di Huck, intento a salvare i suoi cari da un ipotetico pericolo, ci proietta nel passato, negli albori del B613, conferendo all’episodio l’impressione di trovarci nelle prime stagioni di Scandal. Tale impressione è resa ancora più convincente dalla guest star dell’episodio : il viscido miliardario Hollis Doyle. Doyle, avatar di Donald Trump, innesca un nuovo gioco di potere, sconvolgendo la corsa alla presidenza. Doyle, infatti, presenta la propria candidatura, sottraendo ad un’ingenua Mellie il sostrato ideologico della sua campagna. Il personaggio di Doyle ha sempre, in Scandal, reso più complesso l’intreccio narrativo. Perciò, ritengo che il suo ritorno sia efficiente a tal scopo e, anche, per offrire uno spunto riflessivo sulla politica attuale, negli USA. Nei giochi di potere, inaugurati da Doyle, è totalmente immersa Abby che si leva il cappello bianco, facendo licenziare Cyrus per la sua collaborazione con Vargas. In precedenza, avevamo visto un Cyrus manipolatore al più alto livello. Ora, per la prima volta,in preda al panico, senza più piani difensivi, soccombe a quella mostruosità politica, da lui creata. Abby diventa il nuovo capo di gabinetto, mentre Cyrus lascia la Casa Bianca, rivolgendosi ad un ignoto che, sono sicura, ci sorprenderà.

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La puntata termina con un flashback sintetico dei primi incontri tra Jake e Olivia. Tale analessi si configura come punto di partenza per l’intuizione di Olivia circa il piano di Jake con questa Vanessa,quasi Olivia 2.0. Negli ultimi minuti, tutte le storyline coincidono in un unico quadro, per poi scindersi ulteriormente , focalizzandosi su Liv in una scena suggestiva ed indicativa del nuovo futuro di Scandal. L’episodio merita 4 porcamiseria, per aver schierato, in un unico spazio concettuale, coloro che hanno scelto il cappello bianco della giustizia e i soci vitalizi del potere, ammucchiati in discesa a difesa della loro celebrazione, per citare De André.

4

 

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