Scandal7×04 Lost Girls

Mentre Mellie inizia a suo modo ad assumersi tutti i doveri del suo incarico, Olivia sembra ancora non aver capito da che parte sta. Il ritorno di Fitz può essere letto in diversi modi: riuscirà l'ex Presidente Grant a salvare la donna che ama dal potere?

4.7

La settima stagione di Scandal sembrava essere iniziata nel migliore dei modi: nuove gerarchie di potere, nuovi percorsi da esplorare e profonde trasformazioni dei personaggi. La storia è però adesso in una fase di stallo, fatta di momenti e situazioni che sanno di già visto e che danno vita a scene che continuano a ripiegarsi su se stesse diventando una l’imitazione dell’altra.

I toni della stagione rimangono altissimi, con numerosi riferimenti al sessismo di una società da sempre abituata a marginalizzare i suoi componenti più “vulnerabili” e accenni storici non indifferenti. Ciascun episodio sottolinea di volta in volta l’importanza della Presidenza di Mellie, vento del cambiamento e forza motrice di un vero e proprio movimento, ma ciò non basta più a mantenere intatto l’interesse di uno spettatore (non) abituale. Sebbene sia in un certo senso necessario mostrare le differenze sostanziali nei trattamenti riservati ad una donna (nonostante sia  il leader del mondo occidentale) piuttosto che ad un qualsiasi politico seduto accanto a lei, Scandal necessita di elementi aggiuntivi che possano dare alla sua stagione conclusiva un filo logico da seguire. Mellie è al momento il personaggio meglio costruito di questa stagione, in grado di risultare credibile nella sua veste di Presidente e al tempo stesso dando una forma ben precisa ai suoi desideri e alla sua fragilità. In Lost Girls è proprio lei ad assumersi per la prima volta in assoluto la completa responsabilità delle sue azioni, mostrandosi capace di saper fronteggiare le vuote provocazioni di Paesi “nemici” e scegliere in completa autonomia che strategia impiegare.

Tutto ciò contrappone la donna al suo braccio destro, tormentata ancora una volta sulla strada da intraprendere. Lo abbiamo già detto nelle recensioni precedenti e ci troviamo costretti a ribadire ancora una volta il concetto: la complessità del personaggio di Olivia non sta funzionando come dovrebbe. Il suo alternare scene di assoluta risolutezza e a volte crudeltà a lunghi momenti di riflessioni e vulnerabilità rimane una carta vincente di Scandal da ormai diverse stagioni, ma la sua dualità non ha più una forma ben precisa e non permette al pubblico di coglierla appieno. Come lei stessa specifica in più di un passaggio, il B613 di Olivia non è il B613 di Eli, ma allora qual è l’assetto di questa organizzazione? Un gruppo segreto in grado di minacciare i politici e le loro famiglie per raggiungere i propri obiettivi, ma mai disposto a spingersi oltre e giocare col fuoco come Eli ha fatto per anni? Ciò avrebbe senso se la strutturazione del B613 trovasse riscontro nella psicologia di Olivia, in un certo senso spinta ad essere la migliore versione di se stessa. Eppure la donna non è mai stata così sola, in un esilio da lei stessa imposto che non fa altro che alienarla da qualsiasi persona al suo fianco. Le Lost Girls del titolo non sono quindi soltanto le centinaia di ragazzine scomparse che i QPA provano a ritrovare, ma Mellie e Olivia, in balia dei propri dubbi e costrette a ritrovare da sole la forza che le contraddistingue.

Il ritorno di Fitz peggiora/migliora (difficile dirlo) la situazione: la causa di cui egli si fa portavoce tocca nel profondo Olivia che, seppur inizialmente riluttante, decide di collaborare con i QPA, mantenendo comunque un certo distacco. I sentimenti provati per l’ex Presidente Grant sembrerebbero essere rimasti invariati ed è solo una questione di minuti prima che l’esplosione della passione abbia inizio. Da che parte sta dunque Olivia? Jake le ricorda che essere Commando equivale a sacrificare qualsiasi altro aspetto che possa distrarre dagli obiettivi dell’organizzazione e ciò continua a risuonare nella sua testa, confondendo sempre di più le acque e facendole dubitare sul nuovo inizio che la collaborazione fra Fitz e i QPA sembra promettere.

A non convincerci è anche il contorno dei personaggi, relegati sempre più a semplici comparse; qualche accenno nei primi episodi, scenette divertenti messe un po’ a caso, dinamiche che funzionano a metà. Ai QPA viene per ora riservata la dimensione comica della serie, volta a strappare qualche sorriso e mostrarci in modo completamente approssimativo la crescita dei personaggi. Un percorso incerto è anche quello compiuto da Cyrus, non più il mostro politico che il pubblico conosce, ma intento ad innamorarsi di un personaggio alquanto discutibile quale Fenton. L’unica vera eccezione è la paura di Eli, interpretato da un sempre più magistrale Joe Morton: la salvezza di Olivia sembra essere l’unica cosa rimasta al personaggio, intento ad aggrapparsi alle sue speranze per proteggerla da se stessa.

La direzione che la serie sta prendendo è piuttosto incerta, ma Shondaland (almeno in ambito Scandal) ha sempre dimostrato di avere una visione ben chiara circa l’evoluzione della storia, anche andando contro i gusti e le preferenze dei suoi spettatori. Se la sesta stagione della serie ha dovuto concentrare in un breve periodo delle storyline estremamente dinamiche, il ritorno ai classici 22 episodi costringe network e casa di produzione a dover riempire un intero palinsesto annuale e quindi, in parole povere, “allungare il brodo”.  La speranza è che Shonda ed il suo team abbiano già in mente cosa ci aspetta alla fine del tunnel e che ogni episodio sia solo un tassello che va a comporre un disegno ben più grande.

Porcamiseria
  • 4/10
    Storia - 4/10
  • 4/10
    Tecnica - 4/10
  • 6/10
    Emozione - 6/10
4.7/10

In breve

Con storie che sanno di già visto ed una scarsa evoluzione dei personaggi Scandal sembra fermarsi, quasi come per valutare quale sia il percorso più sensato da intraprendere.

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Porcamiseria

4.7

Con storie che sanno di già visto ed una scarsa evoluzione dei personaggi Scandal sembra fermarsi, quasi come per valutare quale sia il percorso più sensato da intraprendere.

Storia 4 Tecnica 4 Emozione 6
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