Scandal4×20 First Lady Sings the Blues – 4×21 A Few Good Women

Il destino di Jake Ballard non è più un mistero. Sì, perché  tra impegni personali e i mille funerali, in primis quello di Derek Shepherd e Nostra Signora dello Shade, Victoria Grayson, sono rimasto indietrissimo con le recensioni di Scandal e chiedo umilmente perdono. Non mandatemi un sicario di Commando solo per questo però, please. […]

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Il destino di Jake Ballard non è più un mistero. Sì, perché  tra impegni personali e i mille funerali, in primis quello di Derek Shepherd e Nostra Signora dello Shade, Victoria Grayson, sono rimasto indietrissimo con le recensioni di Scandal e chiedo umilmente perdono. Non mandatemi un sicario di Commando solo per questo però, please.

Come avrete letto/visto/capito, Jake Ballard è vivo: lo scorso episodio ci lasciava nell’annoso dubbio circa la sorte di Jake. Russell l’aveva veramente ucciso?

I due episodi che mi appresto a recensire partono proprio da Jake e dal tentativo di Commando di ucciderlo: questo scatenerà una reazione a catena di eventi che caratterizzeranno una vera e proprio guerra tra Olivia e Rowan, non senza spargimenti di sangue.

Jake Ballard is alive

First Lady Sings the Blues si apre subito all’insegna del sangue: Quinn trova il corpo di Jake interamente ricoperto di sangue sulla scrivania della sala riunioni di Olivia Pope & Associates. Le ferite sono numerose e a prima vista fatali: fortunatamente Huck raggiunge Quinn pochi minuti e, accorgendosi che le ferite non hanno raggiunto gli organi vitali, opererà sui punti di pressione di Jake, che riprenderà conoscenza. Non li hanno proprio chiamati punti di pressione, ma siamo lì. Una scena che neanche Camus dopo lo scontro con Hyoga all’ottava casa.

Jake è vivo ma in condizioni gravissime: non potendo farlo ricoverare in ospedale per non indurre Rowan a inviare altri sicari, Olivia & co. si rivolgono ad un “amico” di Charlie che più che un luminare in chirurgia, sembra un macellaio di fronte ad un pezzo di carne. Ad ogni modo, in condizioni igieniche pessime e avvalendosi di una buona dose di sangue rubato da Quinn e Charlie, l’amico di Charlie salva Jake, non senza ovviamente una contropartita.

In cambio della salvezza di Jake, Olivia dovrà infatti aiutare una sua vecchia amica, Mary Peterson, una classica nonna americana, gentile e affettuosa con i suoi nipoti, che in realtà si scopre essere una temibilissima spia russa ormai in pensione, lo Zibellino Nero. Dopo anni di silenzio, la donna riceve nuovamente l’ordine di uccidere: Mary però è ormai una donna americana a tutti gli effetti, non ha più sete di sangue, e negli anni ha anche sviluppato la fede in Dio, una ritrovata moralità e ovviamente non è affatto incline ad obbedire agli ordini. In prima battuta Olivia sembra riuscire nell’intento, convincendo il “superiore” di Mary a lasciarla andare, in cambio di informazioni circa Commando e il B613, che di certo avrebbero fatto gola ai Russi. Il piano di Liv non va purtroppo in porto perchè Mary, i nipoti e anche il superiore di Mary, vengono fatti fuori da Rowan.

L’immagine di Mary Peterson che giace morta assieme ai nipotini sul divano di casa è sicuramente una delle scene più forti che Scandal ci abbia proposto in questi anni. Qualcuno paghi una seduta a Shonda, ve ne prego.

Ma come ha fatto Rowan a sapere dei Russi? Molto Semplice.

Commando è pur sempre Commando: dal silenzio di Olivia, l’uomo intuisce che Jake è ancora vivo e che Russell di conseguenza ha fallito la sua missione. Per rimediare, Rowan spara al braccio dell’uomo così che Olivia, temendo per la sua sicurezza, lo portasse al sicuro nello stesso luogo in cui si trova Jake. Russell, in questa posizione favorevole, riesce quindi a carpire tutte le informazioni necessarie da divulgare a Rowan.

Liv mangerà la foglia e per tutta la durata di A Few Good Women, Russell verrà tenuto ostaggio e interrogato (alla loro maniera) da Quinn e Huck così da avere informazioni su Rowan e quella che sembra la sua arma finale, Foxtail. I tentativi saranno comunque vani: Russell è come Jake, uno dei migliori del B613, non parlerà mai.

The First Lady

Oltre alla faida familiare tra Liv e Rowan, l’altra grande protagonista di questa parte finale di Scandal è Mellie e la sua corsa al Senato che, vedremo, non sarà del tutto priva di ostacoli.

Istigata e aizzata da quella volpe mediatica che è diventata Sally Langston (interpretata da una sempre perfetta Kate Burton), l’opinione pubblica si interroga sul possibile conflitto di interesse che ne verrebbe qualora la First Lady divenisse un Senatore degli Stati Uniti, se fosse ancorché giusto che la First Lady si “distraesse” dal suo ruolo principale di moglie e madre della Nazione per questo suo capriccio politico.

Superata abilmente (non senza un suggerimento di Olivia) questa prima grana, Mellie dovrà affrontare la dura platea di Springfield, luogo che le porta alla memoria gli angoscianti momenti della perdita di Jerry e, ancora una volta l’opinione pubblica circa un controverso caso di violenza sessuale tra le fila dell’esercito e la posizione del Presidente sulla vicenda.

Il caso viene portato alla ribalta dalla VicePresidente Susan Ross che si rivolge a Olivia per poter far giustizia. La violenza sessuale militare viene trattata come semplice “infortunio sul lavoro” o “danno collaterale” che dir si voglia: tutto sarebbe stato trattato (aka insabbiato) internamente, la donna non avrebbe avuto nessun risarcimento né la possibilità di vedere il suo aggressore dietro le sbarre.

Se dal canto suo, grazie a Abby, Olivia riuscirà a far giustizia, Mellie riuscirà a superare questo ennesimo ostacolo prendendo le distanze dalle azioni di Fitz (in assoluto accordo con lui), dal suo silenzio, dimostrandosi capace quindi di un suo pensiero politico nonché di essere una madre coraggio, dato che il suo brillante discorso verrà tenuto proprio a Springfield.

La vittoria elettorale è ormai vicina ma, purtroppo per Mellie, lo sono anche i guai: subito dopo il comizio Mellie ed Elizabeth accolgono un facoltoso investitore pronto a supportare la First Lady nella sua corsa al Senato. L’investitore altri non è che Rowan. Da una frase di uno degli uomini di Rowan capiamo che Mellie è dunque Foxtail, è lei l’arma finale nella sua guerra contro i Gladiators in Suit, quale sarà il suo piano?

La parte finale di Scandal ci tiene davvero col fiato sospeso, ora che tutte le carte sono scoperte, ora che tutte le storyline sembrano convergere su una sola.

La tematica del B613, divenuta un tantino noiosa, diventa molto più avvincente una volta dato maggior spazio a Commando e sviscerate tutte le dinamiche “malate” del rapporto padre-figlia tra Rowan e Olivia. Liv non riesce ad affrancarsi dal padre, onnipresente e onnipotente, né riesce a lasciare andare il colpo, a mollare questa sua ostinata lotta al B613.

A questo “rapporto malato” viene contrapposto il bellissimo rapporto di amicizia e condivisione d’intenti tra Fitz e Mellie, mai stati così uniti, mai stati così squadra.

In attesa del gran finale, Scandal ci propone due episodi molto intensi e molto ben fatti: tantissima carne al fuoco, colpi di scena uno dietro l’altro, è come assistere ad un’avvicente partita di scacchi tra Rowan e Olivia. Se a questo aggiungiamo poi una serie di bei dialoghi (le battute del sempre ottimo Joe Morton, le telefonate tra Liv e Fitz, il confronto tra Russell e Jake, la già citata Kate Burton) e scene di sicuro impatto visivo, i porcamiseria per me sono quattro.

4

 

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Porcamiseria

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