Pencils Down ha un inizio dinamico e accattivante, in cui Olivia Pope manifesta, con vigore, le sue abilità strategiche e retoriche nello studio televisivo di Sally Langston : The Liberty Report. Infatti, sarà proprio Sally Langston a presentare il dibattito politico cruciale per decretare il vincitore delle primarie repubblicane. Attraverso questa fiammante corsa presidenziale, Scandal ha acquisito un nuovo contesto, un nuovo spazio concettuale in cui immergere le storyline e il profilo dei suoi personaggi, sempre più versatili.
Protagonisti del dibattito, che vedremo nella prossima puntata, sono Mellie Grant, Susan Ross e Hollis Doyle. Mellie, sempre più chiusa nella torre d’avorio del suo status quo, appare inadeguata a qualsiasi spirito di adattamento alla realtà concreta. A poche ore da una prova politicante fondante per il suo futuro, Mellie si trova al centro di un Burgergate, che evidenzia un errore strategico di Olivia. Liv, non abituata a margini di errori e ora in balia degli eventi, chiede consiglio a Commando su come risolvere la situazione. Agire nell’interesse del candidato o essere onesti verso i vincoli dell’amicizia, del rispetto e della gratitudine? La risposta di Eli Pope sorprende: Commando che, nel binomio potere-amicizia sceglie la seconda opzione? No, impossibile. Ecco che il sospetto si insinua nella cognizioneintuitiva di Olivia, sempre più vicina a svelare l’arcano alla base di questa stagione.
Per comprendere il quadro dell’enigma bisogna evidenziare una tessera, introdotta proprio in questo episodio. Ritorna nell’universo di Scandal l’ex fidanzato di Olivia: Edison. Candidato democratico alla corsa per la Casa Bianca, si allea con Commando, il quale istituisce un fondo d’investimenti illeciti, proveniente dai conti correnti di Vanessa Moss! Tutto si chiude in un cerchio rivelatore, tutte le storyline che sembravano così distanti e discordanti sono ora linee di un unico quadro, il cui punto prospettico è sempre più vicino a Olivia.
Un’abile Quinn sotto mentite spoglie scopre il piano di Jake, ai danni di Vanessa. In seguito a tali informazioni, Olivia rettifica le proprie decisioni, spostando la propria lealtà da Edison a Mellie. In questa situazione politica e congetturale, che richiama il PAC finanziato da Bishop per Alicia Florrick (The Good Wife), Olivia Pope si allea, per proteggere Mellie, con un nuovo personaggio che ha già introdotto un antagonismo competitivo con Cyrus: Alex Vargas, fratello di Francisco. Alex va agli OPA con la tipica arroganza di chi ha vinto sempre con la macchina del fango e propone ad Olivia un’alleanza momentanea: lui le fornirà scandali su Susan Ross (seriously?) ed Olivia gli dovrà dare informazioni circa la tossicodipendenza di un Edison, ormai cinico e assorbito nell’aspetto più becero del potere.
In questo episodio, quindi, ritroviamo un’Olivia immersa nel suo lavoro e intenta a far risplendere la Verità sulle tenebre della corruzione e della manipolazione. Liv ha ritrovato il proprio carisma, il proprio istinto, ma soprattutto il suo cappello bianco, bussola morale del suo modus agendi. Alex Vargas, con prevaricazione, minaccia il ruolo di Cyrus nella gestione della campagna elettorale, invertendo i ruoli e mutando le dinamiche elettorali in breve tempo. Il tutto conferisce al personaggio un forte potenziale narrativo. Infatti, a quanto pare, sarà proprio Alex a fornire il materiale per la denigrazione di Susan Ross, uno dei pochi personaggi integri e onesti sembra aver un retroscena che tradisce ogni codice etico. Ciò salverà Mellie dalla mistificazione della sua persona come regina di ghiaccio, mentre Susan Ross resta una delle protagoniste di questo episodio.
Il suo ruolo appare fondamentale non solo per il percorso politico, ma anche per la sua storyline personale. Grazie ad Abby, Susan intuisce il doppio gioco di David Rosen, che lascia Elizabeth troppo tardi. David mette fine alla sua ipocrisia, nel momento in cui Susan già l’ha lasciato. Questo squallido triangolo sentimentale si infrange con le lacrime non solo di Susan, ma anche di Elizabeth. La nostra lady di ferro appare per la prima volta vulnerabile e dotata di sentimenti, insieme a Susan che diventa emblema e stereotipo della logica maschilista. Intanto Hollis Doyle, usato come legame con la politica contemporanea, passa da avatar di Donald Trump a rappresentazione grottesca di un’altra follia repubblicana: Ted Cruz!
Shondaland si trasforma sempre di più in uno strumento propagandistico. Questo episodio è stato chiarificatore e rivelatore, ma allo stesso tempo ha insinuato il dubbio ed il sospetto. Ha indotto lo spettatore a rendere verificabile ciò che era stato già verificato ed assunto come assioma, muovendosi sempre di più lungo il movimento sinusoidale della critica interpretativa. Un interessante episodio da 4 porcamiseria.
The Miseducation of Susan Ross, appare decisivo e cruciale per una serie di fattori. Infatti, tutte le storyline giungono ad un punto di svolta, le dinamiche relazionali diventano più complesse e allo stesso tempo più lineari, in un gioco di sequenze ben costruito.
L’episodio ha un incipit molto intrigante: i tre candidati repubblicani si scontrano nel dibattito politico, nello studio di Sally. In un primo momento il confronto dialettico appare un duello, i cui unici giocatori sono Mellie e Doyle, ma alla fine Susan Ross si guadagna la vittoria. Susan Ross, con un discorso basato sulla più scontata mercificazione del dolore, conquista l’America e lascia lo studio della NBC da vincente. Ma lo è davvero?
In questa puntata, come suggerisce il titolo, si scopre il background di Susan, le sue bugie circa il suo matrimonio e la paternità di Casey. Il punto non è tanto che Susan non era il politico trasparente che sembrava, ma ciò che Olivia fa per sfruttare tale informazione.
La nostra Liv, con la sua ansia da vincente, esercita una pressione psicologica inconcepibile su Ronnie, vero padre di Casey. Il fatto che Huck la richiami e ne risulti turbato è un chiaro parametro per valutare il comportamento errato di Liv. Olivia, tuttavia, non ha sostituito il cappello bianco con la calotta nera, come sostiene Quinn. Semplicemente ha avuto un mancamento di lucidità, dovuto al fatto di non avere altre opzioni. Era in un vicolo cieco, senza alternative, ha agito d’istinto e in preda al panico. A causa di questo suo smarrimento entra in scena la squadra di pronto intervento : Huck, Quinn, Abby… e Fitz!
In due dialoghi suggestivi, Liv e Fitz si confrontano in modo diretto, senza veli o barriere, senza finzione e senza retorica, dimostrando di essere l’uno la bussola dell’altro. Il loro rapporto si basa su una combustione suggestiva di Amore e Amicizia, in un’altalena di tenerezze e risse. Liv sceglie di non ripetere una nuova Defiance, ma preferisce condurre la campagna elettorale in modo onesto. È possibile e davvero realizzabile il binomio onestà e potere? Ciò che è certo è che Scandal mette il focus sempre di più sul ginepraio della politica presidenziale, offrendo sia spunti di riflessione che intriganti meccanismi narrativi.
Un altro ponte con la Realtà è la presenza di Mellie da Jimmy Kimmel. La coppia Marcus-Mellie ha costruito scene molto goliardiche e, dopo un primo momento di attrito, affiora una complicità interessante tra i due che permette a Mellie di essere rilassata e a suo agio durante l’intervista.
L’episodio merita 5 porcamiseria, specialmente per aver rappresentato l’Amore e l’Amicizia come fari che illuminano la notte dello smarrimento e della paura, e per aver offerto una trama in grado di dipanarsi stuzzicando l’interesse dello spettatore e invitandolo a riflettere.
Sono piú curiosa di sapere chi vincerá le presidenziali in #Scandal che in quelle della vita reale #telefilmaddicted
— disagioperenne #PDP (@disagioperenne) March 26, 2016
https://twitter.com/perfectderavin/status/713472512122884096
Liv organizza le campagne elettorali degli altri perché se si candidasse lei vincerebbe a mani bassissime #scandal
— PEYTON (@Peyton2504) March 25, 2016