Scream Queens1×01 Pilot – 1×02 Hell Week

Series Premiere Apprestarmi a recensire questi primi due episodi di Scream Queens si è rivelato più difficile del previsto. La serie, citando le parole di Emma Roberts che almeno in questi primi due episodi fa davvero la parte del leone, si propone come un ibrido fra un teen-drama, una commedia e un horror (Heathers meets Venerdì 13, dice […]

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Apprestarmi a recensire questi primi due episodi di Scream Queens si è rivelato più difficile del previsto.
La serie, citando le parole di Emma Roberts che almeno in questi primi due episodi fa davvero la parte del leone, si propone come un ibrido fra un teen-drama, una commedia e un horror (Heathers meets Venerdì 13, dice lei…); è lecito, a questo punto, effettuare una doverosa premessa: Scream Queens non ha assolutamente la pretesa di prendersi sul serio, così come non si pone nella posizione di voler rivoluzionare, neanche lontanamente, nessuno dei generi sopra citati.
Per questo motivo, ogni valutazione su questa serie va presa con le pinze, in quanto la stessa è ascrivibile all’interno di un genere trash-comico-demenziale con un target innegabilmente preciso: l’adolescente medio americano.

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Ma partiamo dalle premesse: dopo il flashback iniziale, che serve da introduzione all’atmosfera assolutamente irriverente che farà da padrona durante tutta la visione, veniamo catapultati subito nel campus dell’Università di Wallace, in cui un misterioso killer vestito da Red Devil (la mascotte dell’università) miete una vittima dopo l’altra all’interno della confraternita femminile Kappa Kappa Tau.

Già il nome della confraternita, che fa il verso alla cultura americana e alla realmente esistente Kappa Kappa Gamma, ci fa intuire la natura parodistica e politicamente scorretta della serie.
In effetti, fin dal flashback introduttivo è evidente come Scream Queens voglia rappresentare una raccolta degli stereotipi caratteristici di una certa upper class americana, con i suoi eccessi, il razzismo, il classismo, l’omofobia e chi più ne ha più ne metta.

Proprio per accentuare questa caratteristica, le personalità dei personaggi sono solo vagamente abbozzate.
Da un lato abbiamo Chanel, nel ruolo della stronza attiraschiaffi ragazzina viziata che saluta il mondo (o meglio, quelle tre opportuniste che tollerano la sua esistenza, d’ora in avanti anche “Le Sciacquette“) con:

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Lei è l’emblema di quello che Scream Queens teoricamente si prefigge di criticare, mostrandone l’aspetto più esasperato, se proprio vogliamo trovare alla serie una parvenza di denuncia sociale: per buona parte del tempo la vediamo girare all’interno del campus con i suoi fancy clothes  – con tanto di Le Sciacquette al seguito – a insultare e umiliare gli sfigati, sfruttare la propria inserviente obesa con lavori denigranti (non mancando di immergerle la faccia nella friggitrice in funzione, visto che passava di lì) e minacciare la gente di morte per un latte alla zucca venuto male .
Insomma, la classica personcina che a incontrarla per strada o al bar sotto casa vorresti scioglierla nell’acido insieme a tutta la famiglia.
La cosa che lascia un po’ perplessi è: tu, Ryan Murphy, da sempre paladino dei deboli e degli emarginati, come puoi pensare di far passare una tale trashata per critica sociale se non metti un minimo di contrappeso all’esplosione di bastardaggine e acidità che ti colpisce come un treno in corsa?

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In tutto questo, mi sento comunque di spezzare una lancia a favore di Emma Roberts, spesso ingiustamente criticata dai più ma – almeno in questo caso – immedesimatasi nel ruolo di shady bitch in modo pressoché perfetto, al punto che verrebbe da pensare che le venga naturale. Ricordate la Madison Montgomery di American Horror Story: Coven?
A questo punto, però, abbiamo un problema a cui la pur buona interpretazione di Emma Roberts non può ovviare: il suo personaggio è talmente caricaturale (volutamente, sia inteso) che rende impossibile empatizzare con lei in alcun modo. La vorresti solo sterminare, punto. Questa è l’unica caratteristica di un personaggio assolutamente bidimensionale che non aggiunge nulla a quanto già detto in film come Mean Girls, peraltro decisamente più riusciti dal punto di vista dello humour.

Questa bidimensionalità è caratteristica di tutti, e dico tutti, i restanti personaggi, e pur essendo sicuramente una scelta voluta non sempre sortisce gli effetti sperati.
Le Sciacquette ad esempio sono, come da definizione, le classiche oche senza cervello con l’unico fine di riuscire nella loro scalata sociale. Da segnalare, a questo proposito, una delle poche scene davvero riuscite (in salsa trash, ovviamente) che vede Ariana Grande messaggiare con Red Devil, e cercare aiuto su Twitter invece di chiamare le sue amiche al piano terra. Ho riso, lo ammetto. Trash++.

Il fidanzato di Chanel, dal canto suo, è il classico snob egoista con il chiodo fisso, guarda un po’, della popolarità:

Chanel: But you said you loved me!
Chad: I do sort of love you. I just would love you a lot more if other people loved you too.

Abbiamo poi la classica sequela di personaggi sfigati e ai limiti dell’assurdo: Lea Michele con un inverosimile apparecchio, la lesbica femminista che incarna gli stereotipi di genere, e come non menzionare – dulcis in fundo – la tizia sorda che ascolta Taylor Swift e decapitata da un tagliaerba?

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In tutti questi stereotipi portati davvero all’esasperazione, l’unica figura leggermente più equilibrata (ma poco eh) è quella di Grace.
Ad ogni modo, il problema qui va oltre la rappresentazione degli stereotipi che, come detto prima, è assolutamente ricercata e voluta dagli autori e può, a modo suo, avere anche un senso (Ryan Murphy, del resto, non è uno sprovveduto).

Il vero problema è che Scream Queens, ponendosi come una commedia, un horror e un teen drama, nei fatti non ha svolto nessuno di questi compiti fino in fondo, perlomeno in questi primi due episodi.
Non fa ridere, infatti, come un nuovo Scary Movie, che raggiunge vette ancora più demenziali ma con una comicità – seppur molto “spinta” – più ragionata e pertinente. Non è un teen alla Mean Girls, che riusciva a portare su schermo lo snobismo e la bastardaggine tipica di una certa classe sociale con un’ironia decisamente più sarcastica e meno banale, pur rimanendo nell’ambito del trash e del guilty pleasure.
Infine, cosa ancora più grave per una serie di questo tipo, non spaventa come Scream, re incontrastato degli slasher movie mainstream a cui questo nuovo prodotto di Murphy smaccatamente si ispira (prova ne sia il plot con i due assassini, enorme citazione alla saga del compianto Wes Craven). Sia chiaro, con “non spaventa” intendo che non lo fa nemmeno lontanamente: non un singolo salto, non un sussulto e non un WTF in questi due episodi.

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Sinceramente, per quanto mi sia approcciato a questa serie (fin dai primi trailer) cercando di vederlo per quello che è – una trashata eccessiva, caciarona e fiera di esserlo – per un telefilm che si pone come “un’antologia comedy-horror” tutto questo è decisamente un po’ poco. Non basta una fantastica Jamie Lee Curtis nella parte di rettore dell’università a risollevare la situazione, così come non basta il cliffhanger finale (questo sì, decisamente riuscito e d’impatto) a portare alla sufficienza questi primi due episodi, a cui non posso dare più di due PorcaMiseria e mezzo su cinque. Apprezzabile però il deciso miglioramento nel secondo episodio rispetto al primo, dovuto al fatto che Red Devil – o meglio, I Red Devil – sembrano iniziare a prenderci gusto.

2.5

 

Se volete rimanere aggiornati sulle ultima novità sulla serie, passate dai nostri amici di Scream Queens Italia!


https://twitter.com/SirPacchiano/status/646776376272404481

 

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