Lo anticipo: non sono un grande fan di Ryan Murphy, ma riconosco che negli anni ha sfornato prodotti decisamente convincenti come Popular, Nip/Tuck e la prima stagione di American Horror Story. Quando poi ho iniziato a vedere le foto e i promo per Scream Queens, l’ho subito etichettato come la versione pop giovanile proprio di AHS. Le prime due puntate però, lo ammetto, mi hanno lasciato a bocca aperta: non avevo affatto capito che sarebbe stata una rilettura horror-comica di famosi stereotipi televisivi e cinematografici in chiave parodistica.
In questa terza puntata, il mistero della Kappa Kappa Tau si infittisce.
A quanto pare, ci sono due serial killer e tutti, ma proprio tutti, possono essere dei potenziali sospettati. Il rigido regime autoritario delle Chanel sembra tremare sotto i colpi dell’ammutinamento della Chanel #5 (Abigail Breslin); quelli preventivamente difensivi della Chanel #3 (Billie Lourd) che, apparentemente figlia di Charles Manson, convince la lesbica asiatica a fornirle un alibi per il futuro, pur non avendo fatto ancora niente; quelli subdoli di Hester (Lea Michele) per accaparrarsi un posto ufficiale all’interno del gruppo; e quelli tramite social media della Chanel #2 (Ariana Grande), il cui cadavere scomparso continua a postare foto su Instagram in pieno stile Weekend Con Il Morto.
Proprio grazie alla Chanel #2 e, nello specifico, ai suoi genitori (un caloroso saluto a Cordelia di Buffy), scopriamo anche che Chad ha avuto nell’ultimo periodo intrallazzi con tutti i numeri Chanel, il che lo rende a tutti gli effetti un possibile Red Devil. Chissà quanto sarà violenta la vendetta di Chanel una volta scoperte le pugnalate alla schiena delle sue tirapiedi.
Lo stesso Chad e la sua combriccola dei Dickie Dollar Scholars ci forniscono il primo dei due highlights della puntata: un piano in pieno stile ghetto per stanare l’assassino, che consiste nell’andare in giro urlando a gran voce il suo nome, armati di mazze da baseball, scagliandosi contro qualsiasi oggetto di colore rosso, con il sottofondo musicale di Everybody dei Backstreet Boys ed i vestiti di I Want It That Way.
Il secondo, invece, è tutto merito della vigilante Denise (Niecy Nash) che accusa Zayday (Keke Palmer) di essere l’assassino mascherato citando prima prove assurde, come l’aver comprato un cd nello stesso negozio dove lavorava Shondell, per poi arrivare a quella giusto un filo più realistica di avere una motosega nascosta sotto il letto. E bevendosi, senza nemmeno dubitarne, la scusa di Zayday che la motosega era in realtà un regalo di sua nonna per tenerla al sicuro. Il personaggio della Nash si conferma anche in questa terza puntata il più divertente.
C’è da notare anche come Zayday, Hester e la blogger di candele siano le uniche tre ragazze delle KKT a non scendere subito le scale quando il Red Devil attacca Gigi and Wes. Coincidenze? Who knows.
Chi ci lascia invece perplessi sono Grace (Skylar Samuels) e Pete. La prima perchè sembra inutile: Grace è il personaggio standard usato per bilanciare narrativamente gli eccessi di tutti gli altri e, nel complesso, risulta tutto sommato piacevole, ma forse il suo essere blando detective risulterebbe più interessante se, nelle puntate a seguire, si scoprisse un suo lato oscuro, dietro l’apparenza da brava ragazza bianca americana. Fattore che non manca certamente a suo padre Wes, con un paradossale e decisamente inquietante amore per The Texas Chainsaw Massacre. Pete, invece (e mi ci gioco dei soldi), sta nascondendo qualcosa, il che sembra un tratto comune di tutti gli uomini di questa serie, che hanno un bagaglio pesante sulle spalle da tenere nascosto con cura da strati di sospetti e ambiguità.
Ormai Ryan Murphy ci ha abituato alle sue continue citazioni e infiniti richiami a film del passato, e questo episodio non fa eccezione, con risultati sicuramente piacevoli. La versione di Que Sera, Sera che si sente quando Hester entra nell’enorme cabina armadio (anche se mi sembra riduttivo chiamarla così dato che, a Milano, quello verrebbe chiamato come minimo bellissimo loft in contesto signorile) è la stessa che si sente in Heathers, mentre quando uno dei Red Devil mozza entrambe le braccia ad uno dei membri dei Dickie Dollar Scholars la mente non può che correre al mitico Monty Python And The Holy Grail.
In generale questa puntata risulta decisamente meno banale delle precedenti, forse grazie al fatto di non incentrare tutti gli avvenimenti intorno a Chanel (Emma Roberts) e alla sua bitchy attitude. Aprendo una miriade di sotto-trame, principio cardine della televisione di Murphy, lo spettatore è incuriosito e rimane incollato. O almeno è quello che sperano gli autori, visti i miseri numeri di ratings con cui ha aperto il pilot.
Avevo deciso di abbandonare Scream Queens, lo ammetto. Ora però mi trovo a domandarmi chi mai potrà celarsi dietro al Red Devil e quali motivi lo (o li) spingano a compiere questo massacro universitario. Come se l’università non fosse già un massacro di per sé.
Magari è proprio questo il pregio di questa serie tv: un diamante molto, molto grezzo, circondato da dinamiche già viste e personaggi già conosciuti dal grande pubblico, che però, in un modo tutto suo, riesce a rendersi accattivante. Sperando di sapere quali siano le regole del gioco “coke and dildos” al più presto, attendo, un po’ più fiducioso, la prossima puntata.
Con Scream Queens è come con i bulldog: non riesco a capire se mi piace o no.
— Andrea (@AndreaNu_) September 30, 2015
Questo terzo episodio di #ScreamQueens tocca delle vette inarrivabili di follia e idiozia. Amo. pic.twitter.com/eHk9f8rn3t
— Francesco (@Pioggiadimarzo) September 30, 2015
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