L’altalena di Shameless continua ad alternarsi tra picchi di drammi e comicità e, di episodio in episodio, non lesina mai nel regalarci momenti a dir poco esilaranti così come sequenze commoventi che, diciamocelo, sono quei momenti in cui emerge appieno la vera natura di quel quadro caotico che è la famiglia Gallagher.
Anche questi due episodi non si discostano di molto dallo schema tipico della dramedy a cui siamo abituati da sei stagioni a questa parte: ancora una volta, infatti, la serie ci offre una visione di insieme su quello che è l’ondeggiare delle avventure-sventure dei protagonisti a ridosso del season finale, un movimento simile a quello di una barca in mezzo al mare in tempesta: seguendo il movimento delle onde, allo stesso modo anche i personaggi di Shameless si fanno strada nella loro vita, regalandocene spezzoni più o meno realistici.
A giudicare da quanto è accaduto, anche i titoli di questo episodi appaiono piuttosto emblematici: chi più chi meno, ciascuno dei protagonisti sembra aver perso il proprio “paradiso” che era riuscito ad ottenere nel corso del tempo – in particolare, lungo i nove episodi precedenti – e non riuscire a trovare pace a causa dei fantasmi interiori che si agitano dentro.
Dopo l’approdo nella comunità fuori dal mondo (e di testa) – chiamata non a caso The Soaring Consciousness Eco Village – sotto l’ala protettrice di Queenie (un plauso alla pluripremiata Sherilyn Fenn per la sua esilarante alter ego), Frank sembra aver trovato il suo ambiente ideale: non sono stati certo i lavori comunitari o le sedute di meditazione a fargli fare i salti di gioia, bensì uno stuolo di donne pronte a contendersi le sue mirabolanti doti di amatore sfrenato e ancor di più la piantagione di oppio. Per un junkie incallito come Frank, un posto in cui sesso e droga sono a portata di mano non si può che definire paradiso: infatti, nonostante la titubanza e lo sconcerto iniziali, il “capofamiglia” Gallagher aveva trovato la propria dimensione ideale, un nido in cui il degrado in cui è sempre stato abituato a vivere si trasforma e trova il suo spazio in una normalità quotidiana e condivisa.
In quel piccolo ritaglio di mondo dalle regole tutte sue – che siano bizzarre o disdicevoli non importa – sembra che Frank Gallagher, anche se solo per poco, sia stato finalmente accettato per ciò che è: da reietto della società a membro paritario di un gruppo sociale decisamente fuori dal coro, ma non per questo meno inclusivo, anzi accogliente. Epperò, pare che a Frank Gallagher la stabilità di un luogo sicuro e bene o male stabile stia stretta; appena gli si presenta l’occasione giusta, Frank fa quello che gli riesce meglio: scappa. Frank Gallagher è un uomo in fuga, lo è sempre stato: si è rifugiato nella droga e nell’alcool, lasciando i figli a loro stessi, e più volte durante il corso della loro vita è corso letteralmente via quando, in circostanze normali, ci si sarebbe aspettato che ricoprisse il ruolo di padre. In Paradise Lost Frank volta le spalle al proprio paradiso in terra e arriva persino a sfruttarlo per salvarsi la pellaccia. A sua discolpa, però, la fuga dall’Eco Village ha un fine che potremmo definire nobile nell’ottica dell’uomo sregolato che Shameless ci ha fatto conoscere: come poche volte prima nella sua vita, e comunque in un modo tutto suo, Frank fugge ma lo fa per aiutare Debbie, che nel frattempo è giunta al termine della gravidanza.
Il tema della paternità – di cui sono stati gettati alcuni semi qua e là nel corso della stagione – è al centro di Sleep No More e naturalmente vede in Frank il principale protagonista. L’aver mancato il parto di Debbie per uno dei suoi soliti casini è come la classica goccia che fa traboccare il vaso dei rimorsi di un padre fin troppo assente nella vita dei figli, fin troppo preparati al peggio. Ci prova Frank a rimediare, pur con i classici metodi non etici dei Gallagher, ci prova aiutando Fiona nell’organizzazione del matrimonio nell’incredulità generale, ci prova spupazzandosi la piccola Frances. La figura va inevitabilmente in conflitto con quella di Sean che cerca invano di proporre un modello maschile forte ma quantomeno più funzionale di quello di Frank. Entrambi i modelli soffrono però di un vizio di forma di base: sia Sean che Frank sono guidati in un certo senso dall’istinto, dal compiacimento nel risultare utili o indispensabili. Le loro divergenze si acuiscono in un crescendo che li porterà alla rissa finale e all’inaspettata deriva crime che potrebbe scaturire dalla sequenza finale e che traghetterebbe il rapporto conflittuale tra Frank e il resto della famiglia ad un altro livello.
Vedere Frank nei panni insoliti di padre “modello” (pur sempre a modo suo) è stata una delle novità di questa stagione di Shameless, e chi ha potuto godere delle attenzioni strambe e non sempre disinteressante è stata proprio la piccola-grande Debbie. La ragazzina di casa Gallagher si è ormai trasformata in una donna e, a coronare il suo percorso di maturità, in Paradise Lost assistiamo alla nascita di sua figlia Frances, in onore di Frank. Anche io ho strabuzzato gli occhi come Fiona e Lip a sentire questo nome ma, a pensarci bene, questa scelta è coerente sotto il punto di vista di Debbie. Infatti, Frank è stato l’unico tra i Gallagher ad essersi occupato concretamente di Debbie, quando Fiona l’aveva di fatto messa alla porta, ponendola di fronte alle sue responsabilità da adulta. A Debbie poco importa che Frank l’abbia aiutata a trovarsi un tetto perché questo era ciò di cui anche lui aveva bisogno e soprassiede sul fatto che non ci sia mai stato durante tutta la sua infanzia: la sua presenza in un momento delicato come quello della gravidanza basta per redimerlo, almeno in parte, almeno per ora.
La nascita di un figlio non è garanzia di maturità e difatti con l’arrivo di Frances la piccola di casa di Gallagher viene trascinata di diritto nel mondo degli adulti: un mondo che, come sappiamo, di paradisiaco ha ben poco. L’orgoglio tipico adolescenziale e la cocciutaggine nel rifiutare un riavvicinamento con Fiona la portano ad affrontare una situazione più grande lei, piena di preoccupazioni e che la porta allo stremo. Fortissima in questo senso l’immagine di Debbie che si addormenta facendo cadere la piccola a terra, per fortuna senza grandi conseguenza.
La vita di Lip, che fino a questo momento sembrava destinato ad avere una possibilità di redenzione, è costellata di un susseguirsi di insuccessi: la storia colata a picco con la professoressa, la cacciata dai dormitori del college e dal lavoro come ragazzo tuttofare sono i gradini di una scala diretta inarrestabilmente verso il fallimento. A ciò si aggiunge anche l’assegnazione al programma di recupero per studenti con problemi di dipendenza da alcool, che precipita il povero Lip in un baratro di domande inespresse a se stesso: l’incredulità nei suoi occhi fa trasparire la sua volontà di non somigliare a suo padre e la volontà di discostarsi dall’alcool come facile soluzione a nascondere e mettere da parte i problemi della vita. Questo episodio è uno schiaffo in pieno viso per Lip: sembra che ogni passo che faccia sia destinato a farlo inciampare, quindi non sorprende la sua titubanza nel presentarsi al colloquio per un internship. Proprio questa, però, e Lip sembra finalmente capirlo, può essere l’opportunità decisiva per riscattarsi: nonostante sia un tirocinio non pagato, è il primo step verso quella che tutti gli preannunciano essere una brillante carriera, e quale modo migliore di eccellere in ambito lavorativo per affrancarsi da una situazione famigliare irrecuperabile? Questa la lezione impartitagli – almeno nelle intenzioni – dal Professor Hearst, figura con cui entra in conflitto quando questi cerca di rimetterlo in riga.
In Sleep No More ritroviamo il Lip arrabbiato e furioso delle prime stagioni: in quello che ci appare descritto come un cortocircuito, Lip butta letteralmente via la sua opportunità di un futuro appagante perché di nuovo vittima del risentimento nei confronti di una vita bastarda con lui e i suoi fratelli sin da piccolo. Nell’immatura delusione provata nei confronti del suo professore, Lip rivede tutte le delusioni avute da Frank nel corso degli anni, facendone riaffiorare gli antichi rancori. Seppur l’involuzione di Lip ci lascia in qualche modo l’amaro in bocca di fronte ad una realtà apparentemente senza speranza, è stato magnifico rivedere Jeremy Allen White in una grande performance.
Per un fratello che involve, un altro cresce e sembra voler prendere davvero il volo: Ian, votatosi anima e corpo a diventare un paramedico coi fiocchi. In questo senso, anche Ian sembra perdere il proprio paradiso, minato anche dal suo passato sessualmente sregolato che arriva lì lì per sconvolgere la sua relazione con Caleb: sorprendentemente, è proprio il vigile del fuoco che trova una soluzione (non proprio legale) per ovviare al problema di Ian, e ciò è un ulteriore tassello che va ad aggiungersi a quella che sembra essere una relazione solida e promettente. A tormentarne il sonno arriva però lo spettro del disturbo bipolare, che torna a fare capolino nella sua vita e che sembra destinato ad ostacolarlo nel realizzare il proprio obiettivo. Chissà se per il ginger di casa Gallagher non tutto è perduto.
I due Gallagher che, al contrario degli altri fratelli, sembrano vivere in una bolla paradisiaca sono Fiona e Carl.
La donna è ormai prossima alle nozze con Sean e la loro relazione è pronta per fare il passo successivo: ovviamente, abituata com’è a prevedere sempre il peggio, Fiona trema all’idea che qualcosa possa andare storto – non si può certo biasimarla, visti i suoi precedenti – e quindi investe un sacco di energie nel suo rapporto con il futuro marito, determinata al massimo a far sì che questa volta tutto vada per il verso giusto. La scena esilarante dell’addio al nubilato organizzato dalle neo-spose V e Svetlana sembra suggerire proprio questo, fortunatamente. Nonostante l’ennesima delusione di Frank cui fa seguito la scazzottata con Sean, Fiona resta sempre salda e ancorata alla realtà ma non si arrende e quindi, asciugate le macchie di sangue dal volto del povero Sean, si rimboccherà di nuovo le maniche con l’obiettivo di regalarsi – per una volta – una meritata celebrazione.
Anche Carl ha trovato qualcuno per cui impegnarsi anima e corpo: deciso a far colpo sul padre poliziotto della sua prima ragazza ufficiale, Carl si dimostra deciso a rinnegare il suo passato criminale e anzi, annuncia sorprendentemente a Lip di voler unirsi lui stesso alle forze dell’ordine. Mai mi sarei aspettato un’evoluzione del genere per Carl, che da sempre sembrava destinato a seguire le orme del padre: gli autori ci suggeriscono in questo modo che la mela che cade dall’albero non debba essere necessariamente marcia.
Paradise Lost e Sleep No More sono stati due episodi preparatori in vista del season finale ormai più che prossimo: il cerchio per i protagonisti si sta per chiudere, anche se in Shameless non ci si può mai aspettare l’ovvio e lo scontato, perché le carte in tavole sono sempre lì lì per essere rimescolate da un momento all’altro.
Esilarante e appassionante in alcuni momenti, meno accattivante in altri, Paradise Lost si aggiudica 3 porcamiseria per aver regalato agli spettatori di Shameless la loro dose settimanale di risate e lacrime.
Di ben altro spessore è invece Sleep No More, con storyline che si dipanano tutte sul tema della genitorialità in senso lato e sugli errori dei padri e della madri che ricadono sui propri figli. A picchi di drammaticità regalateci da Frank, Debbie e Lip viene affiancata una controparte comedy affidata come di consueto all’esilarante trio formato da Kev, Veronica e Svetlana, alle prese stavolta con un finto matrimonio gay e un vero e proprio menage-à-trois da gestire. E la ciliegina sulla torta nuziale arriva direttamente da Sacra Madre Russia e porta il nome di Svetlana, la vera scoperta di questa stagione.
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Carl Gallagher sarà un uomo meraviglioso. #shameless
— PEYTON (@Peyton2504) March 22, 2016
Svetlana che filma e fotografa debbie durante il parto come highlight della puntata #Shameless
— Fedì (@kvrtcoblaine) March 21, 2016
Datemi immediatamente la gif delle facce di Lip durante il parto di Debbie e la userò per tutto. Tutto. #Shameless
— @ᴛᴏʀᴀᴋᴊᴋᴊ #iosonoantifascista (@Torakjkj) March 25, 2016
E' così misteriosa. E' come la sfinge.
Metà gatto, metà che cazzo ne so. 😂😂😂#Shameless— #LillyInLove👣 (@LalaCosmiana) April 1, 2016
https://twitter.com/ROLLINSTOUIS/status/715832838298447872
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