Shameless8×08 Frank’s Northern Southern Express

Mentre Lip realizza di utilizzare i problemi degli altri per fuggire dai propri, Frank aiuta un gruppo d'immigrati a lasciare gli Stati Uniti prima di essere espatriati. Nel frattempo, Ian ha un confronto con un pastore sull'omosessualità.

6.3

L’ottava stagione di Shameless si avvicina lentamente verso la sua conclusione, seguendo la linea narrativa tracciata negli episodi precedenti e continuando a costruire un percorso individuale per tutti i suoi personaggi. Come già anticipato in passato, l’espediente risulta estremamente vincente solo per alcuni di essi, ma Frank’s Northern Southern Express fa fare alla storia dei passi avanti, riuscendo in qualche modo a convincerci che forse esiste davvero un grande disegno per l’evoluzione della storia.

E se il tema portante della stagione fosse la solitudine in tutte le sue sfaccettature? In un certo senso ciascuno dei personaggi sta badando a se stesso, maturando passo dopo passo seguendo i propri tempi. Se per Fiona fare esperienza della solitudine significa individualismo, potere e qualche incidente di percorso qui e lì (soprattutto in campo amoroso), per Lip è tutto riconducibile all’incapacità di ascoltare se stesso, facendosi inevitabilmente carico delle sofferenze altrui. Fino a questo momento era quasi indecifrabile capire il perché di questa improvvisa trasformazione del personaggio in un’inedita veste da salvatore; in realtà il paragone con la Fiona delle prime stagioni è particolarmente evidente e come per la sorella maggiore, anche Lip ha finalmente fatto i conti con la dura realtà: aiutare gli altri è solo un modo per fuggire dai propri problemi.

Menzione a parte meritano Ian e Frank, entrambi in grado di emozionare lo spettatore con le loro storyline. La parola “emozionare” accanto a Frank può sembrare strana, ma è il giusto accostamento per il suo “viaggio della speranza” con l’obiettivo salvare un gruppo di immigrati. Gallagher senior sarà sempre sui generis, ma la sua redenzione risulta sempre più credibile, in particolar modo quando il suo istinto paterno si manifesta. La scena in cui l’intera comitiva intona Baby di Justin Bieber varcando il confine è già parte integrante della storia della serie. Ian è ormai un paladino dalla comunità LGBT, dall’offrire rifugio ai giovani cacciati di casa a zittire un pastore citando versi della Bibbia. Ci sono ancora tante cose che ci sfuggono riguardo l’evoluzione del personaggio, ma la sua complessità è senza ombra di dubbio un aspetto che non fa altro che aumentare il nostro interesse.

La storia nel complesso è ancora molto piatta. Lacrime e sorrisi non bastano più a trainare una stagione che ci lascia episodio dopo episodio con l’amaro in bocca. Shameless è sempre riuscita a sorprenderci, ma gli autori abusano adesso della “tranquillità” che accompagna i Gallagher in questa fase di transizione. È ormai chiaro che a Debbie e Carl è invece affidato il lato comico della serie, scelta un po’ forzata su due personaggi che avrebbero invece molto altro da offrire.


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Porcamiseria
  • 6/10
    Storia - 6/10
  • 6/10
    Tecnica - 6/10
  • 7/10
    Emozione - 7/10
6.3/10

In breve

Qualche emozione in più non basta a risollevare una stagione quasi anonima, ma alcuni punti dell’episodio iniziano a dare una forma più precisa alla storia.

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Porcamiseria

6.3

Qualche emozione in più non basta a risollevare una stagione quasi anonima, ma alcuni punti dell'episodio iniziano a dare una forma più precisa alla storia.

Storia 6 Tecnica 6 Emozione 7
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