Prima di cominciare questa recensione devo fare una confessione: non ho mai letto i libri da cui è tratta la serie tv. So che Terry Brooks è il “fratello fantasy” prolifico di Martin – che con Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco è fermo ormai da anni, con grande sofferenza dei lettori, me inclusa –, e so anche che la sua saga di Shannara copre secoli di imprese, universi vastissimi e personaggi complessi; e non ho neanche menzionato gli altri cicli narrativi a essa collegati, i prequel, i sequel ed eventuali spin off che derivano dalla costola principale.
Ho fatto i compiti a casa, già.
Detto ciò, mi hanno sempre affascinata le grandi epopee, fantasy o storiche che siano, e Shannara non fa eccezione; già dalle opere di Tolkien, gli autori che hanno saputo creare mondi, linguaggi e racconti ambientati altrove – in un altro tempo, in un altro luogo – non hanno fatto altro che seguire il filone della letteratura epica, da Omero a Virgilio. Storie in cui tutti i protagonisti e gli avvenimenti sono ammantati di solennità, dove ogni mossa è regolata dal Bene o dal Male e dove questa infinita battaglia tra le forze che controllano tutto l’universo – no, non parlo solo di Star Wars – è davvero una questione di vita o di morte.
Tempo fa, avevo letto da qualche parte che il racconto epico e l’opera sono gli unici posti dove un uomo, quando muore, recita un poema o canta. Ditemi voi se non è meraviglioso.
The Shannara Chronicles ha l’ambiziosa pretesa di trasporre sul piccolo schermo un’opera a dir poco maestosa, condensando in dieci episodi la storia del secondo libro del Ciclo di Shannara (Le Pietre Magiche di Shannara), saltando a pié pari il primo libro per non è ben chiaro quale motivo. La season premiére di un’ora e venti minuti accorpa le prime due puntate e ci getta a capofitto nella storia, che comincia in medias res o quasi.
Il panorama che ci troviamo di fronte è un mondo post-apocalittico – i riferimenti sono fin troppo evidenti – popolato da diverse razze: umani – di cui fanno parte i Nomadi – elfi, nani, gnomi e troll; ci sono poi i Druidi, che tutti credono scomparsi dalla terra dopo le Guerre delle Razze, quando la magia è sparita dal loro mondo, o per lo meno così ci raccontano i personaggi a spizzichi e bocconi.
Run Amberle, run
Evitando quel fastidioso effetto spiegone – che spesso è il grande difetto di serie ove va chiarito l’universo in cui sono ambientate – assistiamo alla disposizione degli eventi uno dopo l’altro, in maniera piuttosto ordinata ma non scontata. La sensazione è che stiano davvero accorciando al massimo i tempi – e lo dico dopo aver visto l’episodio in compagnia di un lettore – ma non per questo il tutto risulta affrettato o sgradevole.
La storia, in realtà, è piuttosto semplice: ci fu un tempo – la componente post-apocalittica rende il tutto più misterioso – in cui i demoni vagavano liberi per la terra, e il mondo era in mano al caos e al Male. I Druidi e le altre razze che avevano scelto il bene li combatterono e gli elfi, infine, riuscirono a sigillarli nel Divieto, proteggendo le Quattro Terre grazie ad un albero sacro, l’Eterea (o Ellcrys, nella versione originale), unica barriera a difesa del mondo conosciuto; l’Eterea sceglie di persona i propri “giardinieri”, un gruppo di sette elfi conosciuti come Eletti – da qua, i titoli di entrambi gli episodi – incaricati di proteggere e vegliare sull’albero. Come vengono selezionati, questi prescelti? Con una corsa a dir poco folle da farsi bendati e legati, in mezzo a una foresta piena di ostacoli, senza regole di sorta.
È proprio qua che ha inizio la prima puntata di The Shannara Chronicles, con un effetto domino a dir poco travolgente.
La protagonista – e unica donna vincitrice della gara da tantissimi anni – è la principessa Amberle, che oltre che dimostrare un coraggio invidiabile è in grado di comunicare con l’Eterea in ogni momento. Durante la cerimonia dell’investitura, per l’appunto, in cui gli Eletti toccano l’albero per farsi accettare da esso, Amberle ha una visione a dir poco spaventosa: il mondo che conoscono è invaso da guerre e sofferenza, e i demoni banchettano con i cadaveri.
L’eroe, tradizionalmente, viene chiamato all’avventura d’improvviso, senza che ci sia una reale volontà da parte sua di partire; Amberle infatti non è un’eroina, è terrorizzata e fugge dal palazzo solo perché l’ennesima visione le mostra che sarà lei a uccidere il suo fidanzato, un altro Eletto. Non sa ancora, ovviamente, che sarà questo l’inizio della sua quest.
Di Guaritori e Ladri
L’altro eroe non esattamente consenziente, che a dirla tutta non ha neanche il coraggio dell’elfa, è Wil Ohmsford – un mezz’elfo che parte alla volta della città per studiare da guaritore, non essendo riuscito a curare la malattia mortale della madre. Ma quest’ultima, prima di morire, gli consegna ciò che lo renderà invece l’unico o quasi che potrà salvare il loro mondo: tre pietruzze color acquamarina che, come confessa nel delirio della febbre, sono ricolme di magia e sono appartenute al padre, morto anni prima come ubriacone e ciarlatano.
Nessuno, in questo tempo, sembra credere davvero alla magia; è una prospettiva interessante, dato che le razze che popolano il pianeta sono tradizionalmente inserite nei racconti fantasy, dove la magia è invece una componente essenziale.
Wil si mette in viaggio verso la città dei guaritori e, da bravo eroe inconsapevole, affronta ciò con cui ogni protagonista buono deve fare i conti prima o poi: la tentazione. E quale migliore tentazione, per un teenager – o comunque apparentemente tale – se non una bella ragazza? Il terzo personaggio che ci viene introdotto con il trucchetto più vecchio del mondo è Eretria, una Nomade che finisce per salvarlo, sedurlo, drogarlo e rubargli le pietre senza neanche scomporsi.
Eretria è la classica ragazza indipendente, approfittatrice e dal background non esattamente felice – scopriamo che fa parte di un clan di Nomadi che minaccia di venderla al miglior offerente, se non riesce a rubare il necessario – ma scommetto che mostrerà un lato tenero e leale non troppo tardi.
Save the Tree, save the World
Qual è il fulcro di tutto? Perché ci sono un ragazzino con delle pietre (rubate) che non sa usare, un’elfa fuggita preda di visioni di morte e una nomade che è entrata in possesso di un’arma arcana? Presto detto.
L’Eterea è malato: un fungo, o non si sa bene quale maleficio, ha intaccato la sua corteccia e la sua linfa vitale, dando campo libero alle forze del Male che tiene confinate dall’altra parte. L’albero sacro sta morendo e nessuno è in grado di ascoltare il suo grido d’aiuto: di sicuro, non i giovani elfi che lo proteggono, educati a pensare che i demoni confinati in ogni foglia siano solo storie per spaventare i bambini. L’unica che ha sentito il suo grido d’aiuto è Amberle, che non ha ancora capito cosa significhi.
Allanon: Tell that to your people when the fairytales are ripping out their throats.
Ed è così che il quarto, importante protagonista fa il suo ingresso in scena; risvegliandosi da un sonno millenario, il Druido Allanon (un convincente Manu Bennett) compare evocato dall’Ellcrys per cercare di salvarlo e, allo stesso tempo, addestrare colui che potrà aiutarlo nell’impresa: l’ultimo degli Shannara. Fortuna vuole che sia più vicino di quanto si crede, visto che ci viene rivelato senza tante cerimonie che è proprio Wil Ohmsford il futuro eroe guerriero che potrà usare la magia delle pietre.
Allanon incarna quella stessa magia in cui nessuno ormai non crede più: ritrova il Codice di Paranor (dove è scritto il modo per salvare l’albero) e fa da guida al giovane Wil, proprio come aveva addestrato il padre del ragazzo; l’uomo non era davvero un pazzo ubriacone, scopriamo, ma aveva usato magie talmente potenti che ne aveva dovuto pagare il prezzo. Ogni fiaba, del resto, recita lo stesso mantra: all magic comes with a price.
La nemesi di Allanon è Dagda Mor, un Druido decaduto e corrotto dal male che è riuscito a liberarsi dal Divieto e, adesso, scorrazza a piede libero per le Quattro Terre, aspettando il momento propizio per attaccare e indebolendo sempre di più l’Eterea; solo quando l’albero sacro sarà morto, infatti, il suo dominio sulla terra sarà completo.
Nel frattempo, non si lascia scappare l’occasione per sguinzagliare i suoi demoni in lungo e in largo: è proprio uno di questi, un Changeling, che riesce a infiltrarsi a palazzo (come cane del re) e uccidere tutti gli Eletti, compreso il fidanzato di Amberle, assumendo proprio le sue fattezze – ed ecco spiegata la visione che aveva avuto la principessa.
Il secondo episodio si conclude con uno sfacciato hang in there: Wil e Allanon riescono a ritrovare Amberle, che nel suo girovagare scopriamo essersi diretta a Wing Hoven dalla zia, sorella del Re degli Elfi e vecchia fiamma del Druido. Mentre discutono del come e del perché sono giunti da lei, un altro demone mandato da Dagda Mor – un’altra foglia caduta dall’Eterea – attacca il gruppo, sgozzando la povera zia e dirigendosi a tutta velocità verso Wil e Amberle.
Nel complesso, le prime due puntate di The Shannara Chronicles hanno saputo svolgere bene il loro lavoro; MTV pare non aver badato a spese: i titoli di testa sono di rara bellezza, i paesaggi sono davvero mozzafiato e i costumi – con quel tocco moderno, post-apocalittico per l’appunto – ben fatti.
I protagonisti non sono esattamente dei campioni di recitazione, ma l’ingenuità con cui si calano nella parte può adattarsi bene alla storia e al target a cui è proposta; non dimentichiamoci comunque il network che la trasmette. Manu Bennett regge il suo personaggio davvero bene, il re è John Rhys-Davies passato da Nano Gimli a Elfo (!) e tutti i comprimari che non ho citato (i vari elfi della corte, i figli del re che non me la contano giusta) contribuiscono a rendere il prodotto decisamente godibile.
Quattro porcamiseria meritati e d’incoraggiamento, a continuare così.
Gimli Re degli Elfi, foto dimostrativa:
Gimli re degli Elfi non si vede tutti i giorni. Legolas sarebbe fiero di lui :') AHAHAHAH #TheShannaraChronicles pic.twitter.com/LkvvTOqIME
— Rêverie. (@noaherondale13) January 8, 2016
Ah, ecco come ha fatto!
MTV ha tirato fuori l'argenteria della Bisnonna (ambientazione, costumi, effetti speciali da figata totale). #TheShannaraChronicles 🙀
— monia 🏳️🌈 (@maplewhite1912) January 6, 2016
Impegni leggeri:
https://twitter.com/perfectderavin/status/685060491287330816