The Shannara Chronicles è ormai agli sgoccioli: a meno una puntata dalla fine – se della serie o della stagione non è dato sapere, visti e considerati gli ascolti bassini che ha ricavato – le fila di tutte le storyline, finalmente, cominciano a chiarirsi e giungere laddove erano partiti: la Guerra tra i demoni e le Quattro Terre.
Questa settimana, ci viene regalata una puntata ben confezionata, non priva dei soliti strafalcioni superficiali, certo, ma che ottiene lo scopo primario: farci incuriosire e traghettarci al gran finale con numerosi colpi di scena e promesse di momenti epici. Staremo a vedere.
Filii Apocalypsi
In quel di San Francisco, Wil, Amberle e Eretria hanno finalmente raggiunto la Cripta; con uno stratagemma che risulta piuttosto conveniente ai fini della storia, scoprono il gioco di parole che indica loro la strada: un vecchio cartello della metro della città, unico modo per raggiungerla dato il ponte crollato, ha conservato esattamente le lettere che gli servivano. Safehold, cripta. Chiaramente, ci arrivano subito senza dannarsi troppo, ma sorvoliamo sulla solita faciloneria che contraddistingue la serie.
Nel viaggetto sotterraneo che si concedono per arrivare finalmente a questa Cripta, tuttavia, accadono parecchie cose interessanti; ne fossero successe almeno la metà negli scorsi episodi avremmo avuto tutto un altro prodotto.
Come già accennato nella recensione delle prime puntate, Terry Brooks ha creato un universo davvero vastissimo, con una bibliografia che definire sterminata non rende appieno la complessità del mondo che ha creato; tolti i libri di tematica prettamente medievaleggiante, con una base profondamente fantasy, una delle vere novità di Brooks è il ciclo della Genesi di Shannara, un prequel – anche se scritto molti anni dopo – degli avvenimenti che accadranno poi a Wil e soci. La componente post-apocalittica, dunque, è spiegata davvero solamente in questa trilogia, ambientata nel 2100 dopo le Grandi Guerre nucleari; ne Le Pietre Magiche, in realtà, si hanno scorci non ben definiti, e i protagonisti ignorano cosa sia successo in passato e come siano nate le Quattro Terre. Nella serie tv si è scelto di calcare la mano sull’aspetto che indubbiamente è più interessante, relegandolo tuttavia a un’ambientazione che risulta scialba e senza una vera utilità ai fini della storia.
In Safehold, The Shannara Chronicles sfrutta un colpo di reni per infilare un riferimento proprio a questo passato misterioso, rendendo il personaggio di Eretria improvvisamente più interessante del solito; il tatuaggio sulla spalla, notato qualche episodio fa, si rivela essere più importante del previsto. Come il pover’uomo sfigurato incontrato nell’infermeria di Utopia le ha ricordato, “your body is the vessell, your blood is the key”. La rover, a sua insaputa, scopre di essere la vera chiave di accesso al Fuoco di Sangue, l’unica che può permettere a Amberle di portare a termine la sua missione. Inoltre, scopriamo grazie al tatuaggio che Eretria è una Figlia di Armageddon (titolo del primo libro della succitata trilogia), anche se non è chiaro se sopravvissuta agli avvenimenti del prequel o di chissà che generazione successiva; ciò le permette di diventare una mappa – letteralmente – e condurre infine sia Wil che la principessa dritti alla Cripta. Dove i guai non sono certo finiti.
I maggiori ostacoli che un eroe deve affrontare, in una quest, non sono certo quelli fisici; la vera prova che mette in crisi ogni eroe è quella contro se stesso, il doversi interrogare sulla missione, se sta facendo la cosa giusta, se chi l’accompagna è davvero motivato quanto lui oppure ambisce ad altro. L’indecisione e la confusione che ogni protagonista di una storia fantasy, o epica, dovrebbe avere è tutta qua: Shannara riesce a riportare prepotentemente sullo schermo ciò che aveva lasciato da parte finora, ovvero quel respiro di grandezza che contraddistingue i racconti fantastici.
Giusto per sottolineare la faccenda, troviamo l’archetipo per eccellenza: in un dungeon, dopo aver risolto vari enigmi e aver superato stanze piene di troll, Wil Amberle e Eretria si trovano d’innanzi alle due Guardiane del Fuoco di Sangue; un po’ sirene, un po’ Parche, un po’ zoccole mettono zizzania nell’eterno triangolo e tentano in ogni modo di impedire l’accesso alla loro meta. Insomma, “È tutto molto fantasy.” (cit.)
Si scopre che il sangue di Eretria è davvero la chiave: per un taglio fortuito, la rover capisce che è l’unica che può risvegliare il Fuoco di Sangue – per l’appunto – e si sacrifica per permettere a Amberle di immergersi nelle fiamme, mentre Wil sconfigge una volta per tutte le due Guardiane con le Pietre Magiche. Il tutto non è affatto affrettato ma anzi riesce a regalare un bagliore di coinvolgimento, perché qualsiasi gesto epico non può lasciare totalmente indifferenti. Amberle sparisce nel Fuoco con il Seme dell’Ellcrys ed Eretria crolla a terra, apparentemente morta. E adesso?
This is War
Tutto ciò che succede ad Arborlon si conferma la parte più debole – non ripeteremo la sfilza di aggettivi con cui l’abbiamo premiato nelle scorse recensioni; ciononostante, questa inaspettata virata verso il fantasy ha influenzato anche gli avvenimenti del palazzo, che risultano meno monotoni del solito.
Ander ha abbracciato la sua carica di Re con entusiasmo, giusto in tempo per finire vittima di un tentativo di un colpo di stato; effettivamente, non prometti la carica di regnante alla tua consigliera per poi levargliela davanti a tutti senza che questa si alteri un pochino.
Fortunatamente, una provvidenziale alleanza con gli Gnomi – Slanter incluso – risolve la situazione. C’è ancora da capire come l’esercito degli elfi, composto da tre comparse che passavano per caso, possa sconfiggere la quantità infinita di demoni che hanno rotto il Divieto, ma l’idea di unire finalmente le razze contro il nemico comune è un ottimo passo avanti.
Bandon è la vera spina nel fianco di tutta la puntata, di tutta la serie, forse, visto che il suo personaggio inesistente (nel senso che proprio non ha un corrispettivo cartaceo) avrebbe dovuto essere un Legimors con un ruolo molto più coinvolgente; invece, troviamo un belloccio che prima viene catturato dal Dagda Mor, poi liberato da Allanon che ne fa il suo pupillo e infine usato come marionetta proprio dal druido corrotto, sfruttando un collegamento mentale per fare cose. Sì, letteralmente coseacaso, dato che gli ordini che gli vengono dati non hanno alcun senso: provare a uccidere Ander durante un allenamento, bombarsi allegr provare a violentare/portarsi a letto Catania – why, why, why! – e togliere di mezzo Allanon. Il tutto stona parecchio con l’atmosfera epica dell’episodio, relegando Bandon a siparietti piuttosto ridicoli che davvero ti fanno venire voglia di cavarti gli occhi con un cucchiaino.
Alla fine di questi ricchi quaranta minuti, in una sorta di veglia funebre, re Ander e gli altri sudditi di Arborlon assistono impotenti alla morte dell’Eterea, la cui ultima foglia scatena ufficialmente le orde demoniache ammassate attorno al Dagda Mor.
La Guerra è ufficialmente cominciata.
Tocca aspettare l’ultima puntata per scoprire come andrà a finire. Siete curiosi?
Questo episodio, che si merita ben tre porcamiseria e mezzo, è la dimostrazione che se The Shannara Chronicles si fosse concentrata sin da subito più sul fantasy e meno sullo spogliare Austin Butler – che per quanto sia un bellissimo vedere, alla lunga annoia – avrebbe potuto uscirne un prodotto ben fatto, se non altro non un teen drama con gli elfi e le discoteche. Non mi sono ancora ripresa del tutto da Utopia.
Purtroppo però, è tardi. Speriamo almeno che si ricompensi con un finale degno di essere guardato.
Perplessità:
Domani finisce Shannara e io ancora devo capire la trama
— fren (@sidusleonis) March 1, 2016
Chissà come mai:
https://twitter.com/God_Wears_Gucci/status/702588946656698368
Allanon ed Eretria FTW:
Senza Allanon ed Eretria tutti morti, anche oggi gli elfi ce la fanno domani #TheShannaraChronicles
— Silvanya 🌿 (@moonpietheory) February 27, 2016
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