Stranger ThingsSeason 2 Recap: La Nuova Minaccia dal Sottosopra

Season Recap Il ritorno di Will Byers non è privo di stranezze, e la minaccia dall'Upside Down non tarda a tornare ad Hawkins. Ragazzini, adulti e adolescenti di Stranger Things, tutti vivranno la loro avventura, matureranno e scopriranno parti del loro passato.

8.5

Lo scorso anno Stranger Things, il fenomeno televisivo che si è meritato un posto nell’olimpo seriale di Netflix, analogo a quello di mostri sacri come Orange is The New Black e House of Cards –  aggiungiamo anche Sense8 per la tenacia del suo vasto fanbase – ha lasciato gli spettatori di mezzo mondo con la bava alla bocca grazie ai vistosi ammiccamenti agli anni ’80, pescando a mani basse dall’universo mediale di quegli anni.

Il sospetto che si trattasse di un’operazione tutto fumo e poco arrosto è rimasto nel retro della nostra scatola cranica, corroborato dalla scrittura stereotipata di alcuni dei suoi personaggi principali. La scomparsa di Will Byers, Eleven, il mondo oscuro dell’Upside Down e il temibile Demogorgon hanno dato luogo a del buon intrattenimento a portata di ogni palato, grazie anche a elementi innegabilmente iconici diventati virali – due su tutti, l’alfabeto con le luci di Natale e il look raffazzonato di Eleven – ma quanto di Stranger Things è capace di reggersi sulle sue gambe senza puntare su un facile citazionismo? I poster promozionali della seconda stagione avevano polarizzato l’opinione, rimarcando l’aspetto più controverso della serie e facendoci temere per il peggio.

Fortunatamente, Stranger Things ha saputo far fruttare gli aspetti migliori della sua storia, dandole un tocco personale in grado di farci dimenticare ogni rimando a opere già esistenti e abusate. L’aspetto misterioso della vicenda, dopo il ritrovamento di Will, si prende il suo tempo per maturare – i primi episodi appaiono carenti di ritmo, sebbene innegabilmente interessanti – introducendo nel contempo nuovi membri nel gruppo dei ragazzi orfano di Eleven. Ogni scena sullo schermo ha il suo peso per gli eventi successivi, evitandoci il fastidioso compito di sospendere l’incredulità più del necessario – l’abilità investigativa di Joyce è surreale, ma lo è sempre stata – od obbligarci ad assurdi salti logici.

Di fatto, la bravura del cast è al servizio di una trama solida, a un certo punto imprevedibile nell’interazione tra Will e il Demogorgon, e l’obbligo alla soluzione creativa da parte di Michael, Dustin, Lucas e la new entry Max, assieme al giusto grado di intraprendenza da parte del cast adulto e adolescente, stimola l’interesse verso il mistero dell’Upside Down. La struttura a storyline separate ma infine convergenti dà quel senso finale di compiutezza, migliorando persino il buon lavoro fatto con la precedente stagione.

È un momento di profondo sviluppo dei personaggi, in primis Steve e Nancy, maturati dal loro ruolo stereotipato e soggetti a un’enorme crescita caratteriale, spinti dalle situazioni estreme in cui sono stati coinvolti durante la prima stagione e redimendo alcune brutture della sceneggiatura passata – leggasi morte di Barb e come essa sia stata bypassata senza troppi complimenti. È anche un momento di interpretazioni eccellenti, con Noah Schnapp nel ruolo di un Will Byers creepy quanto basta e bravissimo nella simulazione delle crisi dovute al confronto col Demogorgon.

L’unico, vistoso neo risiede nel capitolo dedicato a Eleven e alle indagini sul suo passato, in una certa misura filler, in altra misura importante per definire il background di un personaggio tanto fondamentale. Propendiamo per la seconda visione di The Lost Sister, che risente più che altro di una scrittura carica di cliché non necessari e impallidisce davanti ad altri episodi concepiti meglio. A indebolire la solida impalcatura del secondo ciclo di Stranger Things si aggiungono alcune svirgolate date da questioni di comodo, come la perizia informatica di Bob, nuova fiamma di Joyce, aggiunta interessante al cast ma protagonista della tipica scena pseudo-nerd da digitazione casuale sulla tastiera contro il sistema di sicurezza del laboratorio di Hawkins.

Dando una valutazione complessiva, quello di Stranger Things è, inaspettatamente, un ritorno gradito, capace di migliorare la stagione precedente e porre buone basi per l’avvenire della serie, lasciando aperti i giusti spiragli per potenziali nuovi sviluppi. Se il lavoro operato per correggere difetti del passato verrà ripetuto nelle future stagioni, persino le mancanze di questa seconda annata potranno essere perdonate.

Porcamiseria
  • 8/10
    Storia - 8/10
  • 9/10
    Tecnica - 9/10
  • 8.5/10
    Emozione - 8.5/10
8.5/10

In Breve

Il ritorno di Stranger Things convince ed emoziona, migliorando la stagione precedente e riuscendo a comunicare coesione e solidità senza far ricorso smodato a un facile citazionismo dell’universo mediale degli anni ’80. L’Upside Down non è mai stato così spaventoso e interessante.

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Porcamiseria

8.5

Il ritorno di Stranger Things convince ed emoziona, migliorando la stagione precedente e riuscendo a comunicare coesione e solidità senza far ricorso smodato a un facile citazionismo dell'universo mediale degli anni '80. L'Upside Down non è mai stato così spaventoso e interessante.

Storia 8 Tecnica 9 Emozione 8.5
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