SuburraSeason 1 Recap: MalaRoma

Season Recap La prima stagione di Suburra è stata una piacevole sorpresa. Un dramma corale maturato tra le cosce di una Roma che è protagonista tanto quanto lo sono Aureliano, Spadino, Gabriele e le loro famiglie, vere o putative, su cui incombe l’ombra del terribile Samurai.

7.8

Per la prima produzione originale italiana Netflix ha puntato sul rendere seriale Suburra, film per il grande schermo diretto da Sollima, prendendone alcuni personaggi ed approfondendo l’universo di intricate relazioni malavitose che nel film si percepivano minacciosamente sullo sfondo. Quello che emerge dopo la visione dell’intera serie è un dramma Macbetthiano, che trova il suo motore narrativo nel concetto di “famiglia”.

AURELIANO, LIVIA E LA FAMIGLIA ADAMI

La famiglia Adami regala le dinamiche più malate della serie. Li conosciamo come una famiglia con un importante conflitto interno ma comunque unita. Aureliano (Alessandro Borghi) e la sorella Livia (Barbara Chichiarelli), inizialmente si spalleggiano vicendevolmente in una dinamica più simile a un rapporto madre-figlio, piuttosto che fraterno, ma puntata dopo puntata il rapporto tra i due si logora sempre di più. L’amicizia con Spadino, zingaro delfino della famiglia rivale prima, e amore per Isabelle (Lorena Cesarini), prostituta di colore, poi, minano irrimediabilmente i rapporti di Aureliano con la sorella, che perderà definitivamente il senno dopo l’omicidio del padre. Livia, in quanto sorella maggiore, ha la necessità di mantenere la leadership degli affari di famiglia, ma questa è minacciata dalle scelte “di pancia” del fratello; i suoi sforzi però saranno vani, nonostante arrivi ad uccidere il suo amante, che a sua volta ha organizzato un agguato ai danni di Aureliano. Allontanata dal clan giustizierà la povera Isabelle, distruggendo definitivamente qualsiasi rapporto con il fratello.

SPADINO E GLI ZINGARI ANACLETI

A Spadino (Giacomo Ferrara) è affidata sicuramente la narrazione più emotivamente coinvolgente della serie. “Uno zingaro demmerda… e pure frocio”: così si definisce nell’ultima puntata. Tutta la serie è permeata da drammatico machismo, ma chi rimane più schiacciato da questa struttura patriarcale è sicuramente il giovane rom. Letteralmente imprigionato in una gabbia dorata, promesso sposo di una donna che non vuole e con l’obbligo di procreare un erede per la famiglia. Come se non bastasse, Spadino è innamorato di Aureliano e la scena in cui annusa la sua cuffia è tenerissima e piena di disagio interiore, che culmina col bacio abortito tra i due. La nostra speranza è che ciò che avverrà tra i due nel film verrà ignorato, perché non potremmo sopportarlo.

GABRIELE, LA GUARDIA, E SARA MONASCHI

Gabriele è il personaggio che più esce spezzato da questa storia. Non ne fa una giusta, si incastra in un turbinio di malavita e ricatti che lo porterà prima a uccidere il padre di Aureliano e poi a causare, involontariamente, la morte del proprio. Caro Gabriele, Karma is a bitch. Se ci aggiungiamo il rapporto edipico e inevitabilmente fallimentare con Sara Monaschi (Claudia Gerini), la scelta di diventare un carabiniere (‘na guardia) come il padre prende un senso di estrema necessità di riscatto verso tutti quelli che hanno incasinato la sua vita, lui per primo.

IL SAMURAI

Interpretato in modo convincente da Francesco Acquaroli, il Samurai è sicuramente l’unico vero lupo solitario della serie, e l’elemento narrativo che si contrappone alle tre famiglie, giostrandone i destini. Riesce addirittura a trasformare il consigliere comunale Amedeo (Filippo Nigro) in una pedina corrotta della sua sporca scacchiera.

Coi gioielli te prendi mezza Roma, coi segreti te la prendi tutta.

Personaggio, quello del Samurai, che appare praticamente invincibile fino agli episodi finali, quando lo vediamo addormentarsi alla guida del suo scooterone, mostrandosi finalmente per l’essere umano quale è. Davanti a questa svelata fragilità resta comunque un villain ben tratteggiato, regista di questa oscura orchestra che è la malavita romana e anello di congiunzione con la mafia del Sud Italia.

I recenti avvenimenti di Ostia daranno spunto per la stesura della seconda stagione, da cui ci aspettiamo una rinnovata dose di violenza e l’attenzione all’emotività drammatica che fino ad ora la serie ha dimostrato di avere. L’equilibrio tra la cura per la narrazione e la qualità tecnica ha definitivamente lanciato Suburra tra le migliori serie italiane in circolazione: ora bisogna dimostrare di non essere solo in grado di proseguire la scia vincente fatta di malavita iniziata con Romanzo criminale e consolidata con Gomorra, ma di saper aggiungere gli elementi di novità necessari per distinguersi in un panorama televisivo nazionale che si sta facendo sempre più ripetitivo.

Daje!

Porcamiseria
  • 8/10
    Storia - 8/10
  • 7/10
    Tecnica - 7/10
  • 8.5/10
    Emozione - 8.5/10
7.8/10

In breve

Il primo Netflix made in Italy non delude le aspettative: la storia integra in modo efficace passaggi significativi e vicende di contorno. Tecnicamente intenso e curato, all’altezza delle altre produzioni del colosso di streaming. Emotivamente ricco di sfaccettature, talvolta inaspettate.

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8.33/10 (3 votes)

Porcamiseria

7.8

Il primo Netflix made in Italy non delude le aspettative: la storia integra in modo efficace passaggi significativi e vicende di contorno. Tecnicamente intenso e curato, all'altezza delle altre produzioni del colosso di streaming. Emotivamente ricco di sfaccettature, talvolta inaspettate.

Storia 8 Tecnica 7 Emozione 8.5
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