Suits

Traghettare un legal drama alla quinta stagione cercando di mantenere gli standard qualitativi degli inizi non è impresa facile, a patto che non si tratti di The Good Wife ovviamente.

Suits cerca di centrare l’obiettivo cambiando un po’ registro rispetto alle scorse stagioni. Già nello scorso season finale gli autori avevano delineato la strada verso questo cambiamento: porre al centro della scena il rapporto tra Harvey e Donna e quello tra Rachel e Mike, lasciando (forse?) meno spazio alle dinamiche di potere e quelle derivanti dal segreto di Mike, sulle quali è ruotata invece buona parte della scorsa stagione.

Mantenendo quella “copertina” perfetta, patinata, sexy su cui spesso ci siamo soffermati, Suits punta sui suoi cavalli di razza: Gabriel Match e Sarah Rafferty. Il rapporto tra Harvey e Donna era rimasto finora quasi un taboo, un vaso di Pandora da non scoperchiare: nel corso degli anni abbiamo imparato quanto profondo esso fosse, quanto Harvey fosse importante per Donna e viceversa. Puntare tutto su di loro, sul potenziale sviluppo di una loro love story, è sicuramente una mossa efficace per assicurarsi quella grande fetta di pubblico che da sempre agogna un maggiore spazio per Donna, personaggio amatissimo e troppo poco utilizzato finora. Solo il tempo potrà dirci se Sarah Rafferty sarà in grado di incantare il suo pubblico con un maggiore screentime in cui Donna dovrà dare molto più del suo “essere Donna”.

Avrà funzionato l’esperimento in questa premiere? La risposta è ni.

La parte del leone l’ha fatta sicuramente l’interpretazione di Gabriel Match che ha reso ottimamente un inedito Harvey Specter: disorientato, distratto, insicuro, vittima di attacchi di panico. È stato interessante capire ed analizzare la fase di negazione (da cui il titolo) attraversata da Harvey, incapace di accettare che Donna l’abbia lasciato e che sia adesso la segretaria di Louis. Le sequenze che raccontano e ci mostrano gli attacchi di panico sono assolutamente perfette: il senso di asfissia, di non sopportazione, la corsa verso i bagni, tutto davvero eccellente. Il disagio di Harvey, che non si riflette solo sul lavoro ma che ha ripercussioni anche sul suo fisico, lo mette decisamente alle strette, costringendolo anche a vedere una terapeuta: questa è forse una delle novità che più ho apprezzato in questa season première, le dinamiche tra i due sono molto catchy e ci vedo del potenziale per un prosieguo interessante.

Sarah Rafferty è, come al solito, perfetta nella sua interpretazione di Donna, che è ferita ma allo stesso tempo ferma nella sua decisione di lasciare Harvey, nonostante sappia benissimo quanto sia difficile per lui questo momento. Donna is Donna, sempre e comunque. Se da un lato Harvey deve imparare a fare i conti con una vita senza di lei, Donna deve invece lavorare sul suo nuovo rapporto con Louis, costruendolo dalle basi, imparando ad interpretare e gestire le innumerevoli crisi infantili di Litt, placando le sue insicurezze e dando il via ad un rituale per le vittorie future del #TeamLitt. Molto significativa la scena in cui Harvey consegna a Louis un cavatappi – vedi cover – da consegnare a Donna, il simbolo di quello che invece era il loro di rituale: non un simbolico passaggio di consegne, quindi, quanto più un ultimo disperato tentativo di riportarla a casa.

Ma quindi, alla luce di quanto sopra, cosa non ha convinto di questa première? La risposta sta nella debolezza del resto del cast e delle storyline che ruotano attorno ad esso.

Pur nell’interpretazione sempre di livello di Rick Hoffman, il personaggio di Louis rimane sempre “fedele a se stesso”, ma con un’accezione negativa in questo caso. Quello che potrebbe essere un personaggio dal potenziale pressoché infinito, rimane sempre incastrato nella sua caratterizzazione fin troppo ripetitiva: un name partner sempre troppo infantile, capriccioso come un bambino quando non riesce ad ottenere un giocattolo. E dire che le scene più belle nella scorsa stagione ce le ha regalate lui. Spero vivamente ci sia un bel cambio di rotta dai prossimi episodi.

Mike e Rachel appaiono leggermente anonimi e fin troppo smielati nella loro fase “post-engagement” ma il loro star dietro le quinte in questo episodio è, a dirla tutta, anche funzionale alle crisi di Harvey, quindi ci sta tutto. Aldilà dell’imbarazzante taglio di capelli, quello però che non convince appieno è la caratterizzazione di Mike, ormai troppo altalenante tra l’essere la spalla perfetta per Harvey e l’essere il cavaliere senza macchia per Rachel. Già in questo episodio è possibile notare questo bipolarismo nelle dinamiche tra Mike e Harvey: un momento prima Mike è lì pronto a rischiare tutto per difendere la sua donna dagli scleri di Harvey, mentre in quello successivo si diverte a citare con lui il Silenzio degli Innocenti. In sintesi Mike, cosa vuoi fare da grande, Robin o il Principe Azzurro?

Assolutamente inutile Jessica: a parte la storia con Jeff della scorsa stagione, quasi nulla all’orizzonte per lei. Vale lo stesso discorso fatto per Louis: caratterizzazione sempre monotona e ormai stanca.

I porcamiseria assegnati a questo primo episodio sono dunque tre su cinque, confidando però che Suits corregga il tiro già col prossimo episodio e ritorni ai livelli a cui tutti siamo abituati.

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I commenti su questo inizio di stagione sono ovviamente quasi tutti per Harvey e Donna:

Tu di più, Donna. Ti amo da sempre. #Suits

— Manuel Paggiaro (@manuelpaggiaro) June 26, 2015

Aspetto la telefonata di Harvey Specter per essere assunta come sua nuova segretaria. #Suits #SuitsPremiere #5×01 #telefilmaddicted

— Sabrina (@_Sbri_) June 25, 2015