Sin dalle prime battute di Suits era chiaro a tutti che uno dei momenti più importanti della serie – se non IL più importante – sarebbe stato l’outing di Mike come impostore. Restava tuttavia l’incognita delle circostanze e delle modalità con cui questo sarebbe avvenuto e il timore che l’apertura di questo vaso di Pandora potesse essere più un salto dello squalo che una tappa fondamentale per la risoluzione delle varie vicende.
Se potessimo fare un parallelismo seriale, la scoperta del segreto di Mike ha la stessa importanza dell’identità di A in Pretty Little Liars, dell’apparizione della moglie di Ted in How I Met Your Mother e della perdita della verginità di Dawson Leery. Visto l’andazzo, citare le identità non tanto segrete degli eroi DC contemporanei – Arrow, The Flash e Supergirl – non sarebbe un paragone altrettanto efficace.
Alla luce di una già annunciata sesta stagione, appare quantomeno saggia la scelta di dosare l’affaire Ross e scegliere una direzione in cui non è ancora chiaro se alla fine la verità su Mike verrà a galla e se quindi la prossima stagione ne racconterà gli effetti – devastanti per forza di cose – o se piuttosto verrà insabbiata a seguito di qualche machiavellico complotto o accordo. In ogni caso, la strada ci sembra quella giusta e ridà un po’ di splendore a questa quinta stagione finora decisamente appannata.
Venendo finalmente a questo Live To Fight, inutile dire che si pone in chiara soluzione di continuità con il precedente con una narrazione fluida, continua, che non lascia spazi a storyline parallele e superflue: le sottotrame sui singoli protagonisti sono interconnesse al plot principale e legate inesorabilmente a temi come la lealtà, la fiducia e l’unità dell’intero studio. E probabilmente sarà così fino al termine di questa stagione.
Al centro della scena – inevitabilmente – il ritrovato connubio professionale tra Harvey e Donna, prima vittima qui della crociata di Anita Gibbs, che cerca di incastrare il padre della nostra rossa preferita al fine di spingerla a rivoltarsi contro il suo capo. Immancabili i flashback su un tempo passato – fatti di filtri Instagram confezionati ad arte e l’immancabile frangetta per Donna – in cui ci vengono raccontati meglio l’amore incondizionato della donna per suo padre – non proprio uno stinco di santo – e soprattutto il senso di protezione di Harvey nei suoi confronti già da allora. Nonostante inevitabili tensioni e screzi loro due ci sono sempre l’uno per l’altra, fino alla fine: la loro lealtà è incondizionata al di là di dubbi o incertezze che possano nascere.
Le dinamiche Donna/Harvey sono anche al centro di un forte parallelismo con la coppia Mike/Rachel. Se la fiducia all’interno delle due coppie è in egual modo incondizionata, diverse sono senza dubbio l’unità d’intenti e la lealtà dei singoli verso gli altri componenti dello studio.
Mike Ross è quello che soffre più di tutti la situazione generale e la difficile posizione di Donna, cercando in tutti i modi di rendersi utile, arrivando a sacrificare una vicina archiviazione del caso dovuta ad un brillante bluff ai danni della Gibbs pur di aiutare l’amica, insieme ovviamente ad Harvey, che conduce brillantemente l’udienza e il patteggiamento. Per Mike e Harvey non ci sono posizioni differenti: il loro commitment alla causa è totale.
Posizioni nettamente divergenti quelle di Rachel e Donna, culminate nel confronto tra le due. Rachel sacrificherebbe Harvey se ciò dovesse valere lo scagionamento di Mike; chiaramente la Zane non è una che gioca di squadra:
Donna: Do you think that I don’t know that all your problems are solved if I tell them that Harvey did this?
Rachel, No, Donna, all of my problems are solved if Mike tells them. […]I would be lying if I said it didn’t cross my mind that maybe Mike should think about making a deal. And you can’t tell me that since they picked up your father that the thought hasn’t crossed yours too.
Donna: Well, thinking about it and talking about it aren’t the same thing, and right now, I’m focusing on having faith in Harvey.
L’assedio della Gibbs mette comunque tutti alle strette, costringendoli a giocare a carte scoperte, a rimarcare la fedeltà ad una società segreta.
La prova più dura tocca sicuramente a Louis, cui tocca digerire l’ennesimo boccone amaro: è infatti Sheila Sazs il mittente della mail che ha messo la Gibbs sulle tracce di Mike, scritta in forma anonima per difendere l’onore di Harvard, probabilmente la cosa a cui tiene di più dopo la rottura con Louis. Il nostro povero Litt arriva persino a supplicarla di ritornare sui suoi passi o quantomeno non esporsi: suppliche vane le sue, che aggravano la posizione di Mike quando Sheila mangia la foglia e capisce che anche Louis era a conoscenza del segreto.
Sheila: When we broke up, I forced myself to accept it, because ultimately I knew we wanted different things, but it killed me, because I also knew that we were soul mates. But the fact that you’re asking me to do this… We are not soul mates.
Louis: I’m begging you.
Spiazzano l’identità della persona che ha messo nei guai Mike e la scelta di rivelarlo già adesso – di sicuro tenere lo spettatore ancora un po’ nel dubbio avrebbe mantenuto più alta l’attenzione – e sarà interessante capire il ruolo giocato da Louis d’ora in poi. Per il momento non hanno tirato fuori schemi comportamentali del “solito” Litt dettati da rabbia, ansie e frustrazioni varie: la lezione forse gli è servita, la fedeltà al gruppo sembra ben salda.
Le vicende di Louis permettono anche di ritrovare una sempre godibilissima Gretchen che per fortuna è andata rimpiazzare Donna. Aloma Wright è sempre ottima, sia nella caratterizzazione più ironica di Gretchen sia quando confessa di essere indirettamente la responsabile di tutto quanto, offrendo al tempo stesso la sua più totale fedeltà.
Gretchen: Because I’m sorry. And if anyone ever asks, I’ll deny ever saying this, but…I know you all knew. And I’m with you.
Discorso un po’ diverso per Jessica, che cerca di correre ai ripari nel caso in cui la bomba le esplodesse tra le mani. In questo caso il leitmotiv della fiducia corre su due binari paralleli: il rapporto tra lei e Mike, non sicuramente basato sulla lealtà che va quindi in un certo senso contrattata, e un ritrovato Jess Malone, con cui ha un chiarimento e a cui chiede aiuto nel gestire le trattative con Mike per il silenzio reciproco e la distruzione della lettera da cui era manifesta la sua conoscenza riguardo il segreto del giovane Ross. Per una volta, ci viene risparmiato il solito canovaccio della Pearson, e ci viene presentato un gradito approfondimento della sua figura.
Lo abbiamo detto, il percorso intrapreso in questa seconda parte di stagione è quello giusto: tante emozioni in ballo, tensione altissima e tanta tanta curiosità. Come non accadeva sinceramente da tanto.
Ed ecco, come di consueto, alcuni tweet su Suits scelti per voi:
https://twitter.com/_beingawarrior_/status/695270972056813568
Adoro come la parola "bullshit" venga messa in ogni battute di ogni personaggio. #Suits
— snaps (@mydeerlily) February 4, 2016
We are in Deep shit esprime perfettamente questa stagione. Ma che meraviglia però, pura ansia #Suits
— lexa kom trikru♀ (@_hedaleksa) February 7, 2016
…con una fan d’eccezione! Supersimo una di noi!
Questa serie TV mi ha tolto il sonno!!! È fantastica e mi ha fatto amare New York (semmai ce ne… https://t.co/IoacniC28f
— Simona Ventura (@Simo_Ventura) February 6, 2016
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