Supernatural10×23 Brother’s Keeper

È praticamente da quando ho iniziato a scrivere recensioni per questo sito che, settimana dopo settimana, ribadisco il mio amore smisurato per questa stagione di Supernatural. Le aspettative che avevo per il finale di stagione erano molto alte e devo dire che son state altamente soddisfatte, seppur con qualche dettaglio evitabile. Dean, come abbiamo potuto […]

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È praticamente da quando ho iniziato a scrivere recensioni per questo sito che, settimana dopo settimana, ribadisco il mio amore smisurato per questa stagione di Supernatural. Le aspettative che avevo per il finale di stagione erano molto alte e devo dire che son state altamente soddisfatte, seppur con qualche dettaglio evitabile.

Dean, come abbiamo potuto vedere dal finale della scorsa settimana, si è allontanato temporaneamente da Castiel e Sam e tutto ciò che vuole è essere lasciato in pace. Il marchio ha però preso il totale sopravvento su di lui e di conseguenza non ha più il controllo delle sue azioni. La situazione è talmente al limite che Dean lascia morire Rudy (un altro cacciatore)  per mano di un mostro senza il minimo rimorso. Solo poco dopo si renderà conto di quanto la cosa stia degenerando, e decide di correre ai ripari convocando Morte o la Morte che dir si voglia.

Il ruolo di Morte in questo episodio è praticamente spiegarci che tutto quello che Sam ha cercato di fare per un’intera stagione è da stupidi poiché pericoloso. Il marchio infatti sarebbe una sorta di sigillo che tiene prigioniera una forza malvagia semplicemente chiamata Oscurità e che sbarazzarsi del marchio senza cederlo a qualcun altro significa appunto liberare questa forza demoniaca. Morte propone allora a Dean di esiliarlo in una sorta di terra lontana dove non può più rappresentare un pericolo per se stesso, ma in cambio Dean dovrà uccidere Sam, poiché i vari tentativi che quest’ultimo farà per riportare indietro il fratello porteranno solo altro dolore. La scomparsa dei Winchesters sembra allora l’unica soluzione al grande caos che la loro presenza porta all’universo.

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Il confronto tra i due fratelli è la parte più emozionante dell’intera STAGIONE. Sam cerca in tutti i modi di convincere Dean che in realtà, nonostante i vari errori commessi nel corso degli anni, loro sono e sempre saranno dalla parte del bene e la proposta di Morte non è la soluzione al problema. Dean sembra non dar peso alle parole del fratello, ma alla vista di alcune foto che li ritraggono da bambini insieme alla loro madre, sembra ricordare la sua vera natura e in preda all’incertezza, uccide Morte.

Si, a quanto pare anche la Morte può morire.

Nel frattempo però Rowena, con l’aiuto di Castiel e Crowley, che nel corso dell’episodio si aggrega alla “banda”, riesce a recuperare gli ingredienti che le servono per poter pronunciare l’incantesimo (tra cui il sacrificio della cosa che più ama, ergo un giovane ragazzo a cui secoli prima aveva donato l’immortalità) e senza indugiare oltre, si mette all’opera. L’incantesimo ha successo, ma mentre lei sembra avere il totale controllo della situazione e riesce ad aizzare Castiel contro Crowley, la situazione per i Winchesters è parecchio complicata. Il marchio scompare, ma la cosiddetta Oscurità si manifesta sotto le sembianze di una gigantesca nuvola di fumo (citofonare Lost) che ingrandendosi sempre più avanza verso i due fratelli.

La puntata nel complesso è stata una degna chiusura di stagione, con il confronto strappalacrime che quasi ad ogni stagione abbiamo tra i due fratelli (e che tanto amiamo) e con tanta tanta azione. Personalmente avrei omesso qualche piccolo dettaglio, come ad esempio la morte di Rudy, che probabilmente aveva lo scopo di farci capire fino a che punto il marchio avesse il controllo su Dean; scelta legittima, se solo settimana scorsa Dean non avesse STERMINATO un’intera dinastia, per dire. Altro piccolo dettaglio evitabile è stata sicuramente la morte di Oskar (il giovane “amato” da Rowena”), che ,poveraccio, non c’entrava niente con tutto il resto, ma soprattutto muore davanti ad un’impassibile Castiel, che probabilmente non ricorda di essere un angelo e in teoria quindi dalla parte del bene.

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Proprio da questa mia ultima frase vorrei partire con la mia prima riflessione: il non curarsi delle conseguenze. È sempre stata una caratteristica di Supernatural: fin dalla prima stagione infatti, molto spesso la regola “il fine giustifica i mezzi” è sempre stata accettata da noi spettatori, poiché il fine era quasi sempre salvare la vita a uno dei due fratelli. Il fatto che però, in questo episodio, Dean rimproveri a se stesso e a Sam la cosa, è come una sorta di presa di coscienza, è come se capisse che qualcosa non va in quello che fanno e che probabilmente il modo di agire adoperato nel corso degli anni non sia poi così giusto.

Come dicevo però, il confronto tra i due è un momento catartico. Sam, che fin dai primissimi istanti ci viene mostrato sfinito dall’intera situazione, spiega a Dean come in un certo senso la loro unica colpa è quella di essere umani e di avere dei sentimenti. Come accennavo in qualche recensione passata, il fulcro di Supernatural a mio parere non è mai stato la lotta contro i demoni o chissà che altro e credo che questo sia piuttosto evidente. L’amore di Sam per Dean e viceversa è la colonna portante dell’intera serie, senza quello nulla avrebbe più senso; ecco quindi come, ancora una volta, l’amore ha il sopravvento su tutto il resto e Dean è portato dal suo istinto a scegliere nuovamente il fratello.

Uno YAY per la presenza di Rowena nell’undicesima stagione che a questo punto è decisamente ovvia. Amo il suo personaggio. È divertente, spavalda e malvagia al punto giusto per essere amata e, senza ombra di dubbio, dà alla serie quel tocco in più che io ho da sempre apprezzato.

Per le ragioni da me prima menzionate, assegno alla puntata 4 porcamiseria su 5, ribadendo comunque il concetto che è stato un season finale degno di essere chiamato tale.

4

 

Assegno però a questa decima stagione, senza alcuna esitazione, 5 porcamiseria su 5, perché ha dimostrato come una serie di qualità riesce a mantenersi tale anche dopo 10 anni. Dalle singole puntate di passaggio con il “caso della settimana” alla meravigliosa trama sviluppata nel corso degli episodi, ed esplosa nelle ultime settimane, Supernatural è riuscito a tenermi incollato ad uno schermo per l’intera stagione. Tra momenti emozionanti e lotte all’ultimo sangue, la serie per me si classifica ancora una volta un gradino più su di tante altre sue colleghe.

5

 

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Porcamiseria

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