Hell’s Angel è un episodio piuttosto controverso: la trama è parecchio ingarbugliata, ma allo stesso tempo sembra non decollare mai e ciò è piuttosto grave, dato che stiamo parlando di un episodio cruciale per gli avvenimenti di questa undicesima stagione. Supernatural inizia a dare i primi segni di debolezza, ma lo fa in modo del tutto inedito: sovraccaricando la storia di troppi elementi su cui concentrare la propria attenzione.
L’elemento più debole dell’episodio è paradossalmente la presenza dei Winchesters, senza i quali sarebbe potuto esistere ugualmente. La loro partecipazione è relegata ad una misera discussione sulle intenzioni di Castiel, che vede Sam schierato dalla parte dell’angelo per via dell’affinità della sua situazione passata, e dall’altra Dean che vuole salvarlo a tutti i costi. L’opportunità arriva quando Crowley propone un accordo ai due fratelli: esorcizzare Lucifero e trasportarlo fuori dal corpo di Castiel in cambio del Corno di Joshua (altro strumento forgiato da Dio che può essere utilizzato contro Amara). La situazione sfugge leggermente di mano e Crowley stesso si ritrova ad affrontare Lucifero all’interno di questa nostrana dimensione dove Castiel sembra unicamente interessato a seguire ciò che avviene in televisione. Lucifero riesce a riprendere il controllo della situazione e ad impossessarsi del Corno di Joshua e di conseguenza scagliarsi contro Crowley ed i Winchesters è un gioco da ragazzi, ma proprio nel momento in cui le cose iniziano seriamente a peggiorare arriva Amara.
Lo scontro fra i due “titani” è inevitabile, ma lo strumento divino non ha alcun effetto su di lei, poiché Lucifero non è colui che può utilizzarlo adeguatamente secondo il disegno di Dio.Amara potrebbe distruggere una volta per tutte coloro che gli danno la caccia, ma vede in Lucifero un’opportunità e decide di portarlo via con sé. Questa scelta ci fa capire in modo più approfondito quanto il personaggio di Amara sia complesso da capire, ma soprattutto da raccontare. Gli autori stanno impiegando un’intera stagione per farci conoscere ogni sua sfaccettatura, in modo particolare la sua solitudine. Ciò che Amara vuole è incontrare suo fratello: Dio. Nonostante non faccia altro che ripetere di volerlo distruggere, è piuttosto chiaro che questa potentissima entità sia in realtà alla ricerca di un confronto; Amara vuole capire le motivazioni che hanno spinto suo fratello ad imprigionarla all’alba dei tempi. Lucifero diventa quindi la pedina perfetta all’interno di questo gioco: infatti, secondo la mente contorta di Amara è Lucifero l’unica entità per cui Dio tornerebbe a mostrarsi, il che è paradossale data la posizione ben definita che Lucifero occupa nella storia, soprattutto nei testi biblici.
La grande rivelazione della puntata è però la sorte di Rowena. Tutti noi abbiamo assistito alla sua morte diversi mesi fa e davamo per scontato che il personaggio avesse concluso il suo corso all’interno della serie, ma undici anni di Supernatural ci hanno insegnato che nulla è mai come sembra ed infatti scopriamo che Rowena è ancora viva. Dopo essersi nascosta per tutto questo tempo ed aver aiutato Amara stessa a “guarire”, la strega è adesso impaurita e disposta a collaborare col figlio e con i Winchesters. La minaccia di Amara ci viene presentata ancora una volta come insormontabile e catastrofica, demoni e streghe la temono quanto gli angeli ed i Winchesters. La catastrofe è imminente? Ci avviciniamo alla fase finale della stagione e tutto ci farebbe pensare di sì, ma l’apparizione di Dio potrebbe rimescolare tutte le carte in tavola.
La puntata è senza ombra di dubbio la più caotica dell’intera stagione per via delle diverse storyline che si accavallano inevitabilmente nella sua seconda parte. Probabilmente l’episodio era necessario per andare incontro ad una risoluzione più lineare della storia, ma ci lascia ugualmente con parecchie perplessità. In primis, ciò che ci fa dubitare maggiormente dell’andazzo generale della stagione è il ruolo di Castiel all’interno di essa: sembra davvero che gli autori siano incerti sul futuro di questo personaggio (probabilmente perché è l’unico ad aver sperimentato e fatto esperienza di qualsiasi situazione possibile all’interno dell’universo di Supernatural) e piuttosto che farlo fuori abbiano deciso di porlo in una situazione di stallo. La cosa appare piuttosto difficile da comprendere, soprattutto per via della grande contraddizione che vede Castiel riuscire a prendere il controllo del proprio corpo e parlare con Dean riguardo la propria scelta e il Castiel seduto sul divano a guardare la televisione all’interno di se stesso fregandosene di ciò che avviene intorno a lui. A farci storcere il naso è anche il ruolo sempre più marginale che ricopre il paradiso all’interno della trama. Dopo la morte o il progressivo allontanamento dei personaggi più importanti di questa dimensione: è piuttosto palese come la storyline riguardante il paradiso sia stata carente sotto ogni punto di vista e la piccola visita che Lucifero fa ai vari angeli ha tutta l’aria di essere una trovata per far capire agli spettatori di Supernatural che il paradiso c’è ancora e non è scomparso.
La complessità delle dinamiche di Hell’s Angel si ripercuote inevitabilmente anche sul ritmo dell’episodio, esageratamente adrenalinico, ma con i protagonisti sbagliati. I cinque episodi rimanenti di Supernatural serviranno a rimettere tutto in ordine? Amara verrà finalmente sconfitta? Dio si mostrerà? Interrogativi che troveranno risposta solo col tempo. Assegno alla puntata 2,5 porcamiseria su 5. Voi che ne pensate?
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HO PERSO IL CONTO DI QUANTE VOLTE DEAN ABBIA RIPETUTO IL NOME CAS IN QUESTA PUNTATA.#SUPERNATURAL
— Juls è in un mare di merda (@julsss_who) April 7, 2016
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