Supernatural12×03 The Foundry

I Winchesters lavorano ad un nuovo caso, ma ciò porta Mary a riflettere sulla sua presenza nel mondo terreno. Perché la donna non riesce ad essere felice di questa seconda possibilità che le viene data? Nel frattempo Crowley e Castiel uniscono le forze e vanno alla ricerca di Lucifero.

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Dopo una “falsa partenza”, Supernatural sembra aver ritrovato la sua strada con questo terzo episodio. Siamo distanti ancora anni luce dalla coerenza narrativa e dalla strutturazione della stagione precedente, ma va attestato quantomeno il tentativo di dare una forma precisa ad una trama orizzontale finora non del tutto chiara.

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The Foundry ruota attorno al terribile disagio provato da Mary Winchester. Quest’ultima, dopo essere tornata in vita, ha sempre più difficoltà ad ambientarsi in un mondo che sembra non appartenerle, soprattutto per via dei cambi radicali che il suo mestiere ha subito. La realtà in cui Mary si ritrova ad operare le sembra troppo distante dall’idilliaco scenario che la circondava in paradiso e ciò la porta a mettere in discussione il suo ritorno, un ritorno che lei non ha mai voluto.

I tre Winchester lavorano al tipico caso della settimana: in una casa abbandonata, delle morti sospette sembrano ricondurre alla scomparsa di un bambino molti anni prima. Mary è convinta dell’innocenza del piccolo fantasma che si trova all’interno della casa e decide di sfidare la sorte agendo da sola. Sebbene la donna confermi la sua iniziale teoria, si ritrova faccia a faccia con il vero responsabile degli omicidi: un altro fantasma. Quest’ultimo ha tolto la vita a diversi bambini per una sorta di vendetta personale, dopo la morte della figlia. L’arrivo di Sam e Dean non impedisce al fantasma di possedere la madre ed iniziare una vera e propria lotta all’ultimo sangue coi due, ma la situazione si risolve quasi immediatamente per via dell’incredibile forza d’animo di Mary.

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La caratterizzazione di Mary continua ad essere totalmente realistica e, anche in una situazione paradossale come questa, riesce a dare una connotazione umana al personaggio. La sua incapacità di adattamento sembra il percorso più comprensibile che potesse essere scelto per lei, nonostante vada a rappresentare un enorme ostacolo nel rapporto con i figli. Pur non avendo in mente una meta precisa, Mary infatti decide di andarsene per ritrovare se stessa. A nulla servono i tentativi disperati di due figli che per la seconda volta dovranno salutare la propria madre. Per quanto i Sam e Dean che ha conosciuto siano “i suoi ragazzi”, il ricordo che Mary custodisce di loro (i bambini del passato) non le permette di apprezzarli totalmente. Molto particolare la scena finale in cui Dean rifiuta di farsi abbracciare dalla donna prima della sua partenza, segno di un totale rifiuto di questo ulteriore abbandono. Sarà interessante vedere come i due Winchester faranno i conti con il vuoto che una permanenza anche così breve lascerà. L’incredibile dichiarazione di Sam nello scorso episodio e una sua reazione più composta alla notizia della partenza ci fanno pensare che sarà lui, fra i due, a metabolizzare la cosa più velocemente, mentre Dean proverà a reprimere l’incredibile sofferenza che credeva di aver totalmente superato fino ad esplodere. Qualcuno potrebbe dire che questo scenario è terribilmente prevedibile, ma noi crediamo sia solo il frutto di una ben riuscita caratterizzazione di due personaggi che, nel corso di dodici stagioni, abbiamo imparato a conoscere ed amare.

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Nel frattempo, sul fronte Lucifero, la situazione ha una svolta. Mentre Crowley e Castiel combinano le forze cercando di catturare il diavolo in persona, Rowena è sua prigioniera. La strega ha il compito di rendere permanente la presenza di Lucifero all’interno del corpo di Vince, ma riesce facilmente ad ingannarlo deformando il suo aspetto ed esiliandolo in fondo all’oceano. Rowena non ha i mezzi per distruggere Lucifero, ma spedendolo in isolamento può senza ombra di dubbio rallentare la sua ascesa. Quanto resisterà Lucifero nel corpo di Vince? Non è ancora molto chiaro dove questa particolare storyline voglia andare a parare, ma sembrerebbe che gli autori abbiano optato per accantonarla e riportarla in scena in un secondo momento, scelta più che apprezzata da noi di SerialFreaks data l’estrema curiosità di vedere come si evolverà la situazione con i Men Of Letters inglesi. I toni comici che assume questa storyline ci strappano più di un sorriso e ci permettono di guardare l’episodio con una leggerezza che era totalmente mancata le settimane precedenti. Il duo Crowley-Castiel è vincente e rivela ancora una volta il potenziale di due personaggi fin troppo relegati a ruoli che limitano la loro evoluzione.

A The Foundry vanno 3, 5 porcamiseria su 5 di incoraggiamento. La trama orizzontale sembra in parte delinearsi sempre di più e c’è un oggettivo salto in avanti rispetto ai due episodi precedenti che, forse perché troppo caotici, non sono stati in grado di presentarci un progetto preciso.

3.5

 

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