Supernatural12×15 Somewhere Between Heaven and Hell

Dean e Sam sono alle prese con un cerbero scappato dall'Inferno che dà la caccia ad una ragazza innocente. Nel frattempo, continua la ricerca di Castiel, costretto ad allearsi con un altro angelo per trovare Kelly e occuparsi dell'erede di Lucifero. Quest'ultimo riesce a liberarsi dalla catene che lo tengono prigioniero, ma scoprirà che Crowley ha ancora il controllo più totale su di lui.

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Somewhere Between Heaven and Hell fa fare qualche passo indietro a questa dodicesima stagione di Supernatural in termini di ritmi narrativi, incastrandosi fra eccessivi temporeggiamenti e storyline non proprio necessarie. Sebbene la trama orizzontale venga ugualmente portata avanti dall’ingresso di nuovi personaggi e qualche rivelazione, lo sbadiglio è dietro l’angolo. L’episodio ha tutte le caratteristiche degli episodi di passaggio delle precedenti stagioni, un po’ in contrasto con la velocità che la trama di quest’anno aveva preso, ma forse necessario per non sovraccaricare lo spettatore di informazioni.

Raccontarci dell’evasione di un cerbero si dimostra solo un pretesto per allungare il brodo e ricordarci che i Winchester si occupano anche di singoli casi settimanali, ma la storia non è particolarmente intrigante e non ci offre nemmeno una caratterizzazione ben precisa dei personaggi coinvolti. L’ingaggio è procurato a Sam dai Men Of Letters britannici, ma il giovane preferisce continuare a mentire al fratello in attesa di essere realmente pronto di svelare chi sono i suoi nuovi amici. Noi di SerialFreaks crediamo che sia stata una mossa intelligente sbrigare la questione in pochi minuti a fine episodio, senza prendere troppo tempo ad una trama già estremamente complessa. Dean è incredibilmente disposto a collaborare con loro, ma si mantiene comunque sulla difensiva per evitare di lasciarsi coinvolgere troppo nel piano utopico dei suoi amici/nemici. La profonda diversità di Sam e Dean rimane l’elemento forte della serie e giocherà senza dubbio un ruolo chiave nella fase finale della stagione, dove entrambi saranno per forza di cose posti davanti ad una scelta. I Men Of Letters hanno il potenziale sufficiente per essere ritenuti degli alleati, ma i metodi da loro utilizzati non trovano armonia con i valori dei due Winchesters. Ricordiamo che nei primi episodi di questa stagione tortura e omicidio sono stati impiegati nei confronti di qualsiasi essere magico che avesse potuto in qualche modo ostacolare il loro grande disegno di “pulizia” e dominio.

L’unico vero aspetto interessante della puntata è il ruolo che Lucifero gioca all’interno di questa seconda parte di stagione. Crowley ha in mente un percorso ben preciso per il personaggio, mero strumento nelle sue mani. I battibecchi fra i due strappano qualche sorriso, ma la rivelazione più importante è che non sono le catene e gli incantesimi a rendere Lucifero prigioniero, ma lo stesso corpo nel quale si trova. Ciò pone Crowley in una situazione di incredibile vantaggio, poiché egli riesce a controllare il demone sotto qualsiasi punto di vista. La minaccia dell’erede si fa sempre più concreta e non è ancora chiaro come le due storyline si troveranno a combaciare, ma soprattutto che parte avrà Dagon in questo scenario.

Nel frattempo, Castiel continua a dare la caccia a Kelly da circa 75 puntate e, grazie ad un video di sorveglianza, sa che è proprio Dagon a proteggerla. Egli decide quindi di stringere un’alleanza con Calvin, un altro angelo, per poter unire le forze e scovare la donna ritornando addirittura in paradiso. Era davvero necessaria l’introduzione di un nuovo personaggio? Più che altro, il rischio è quello di ricadere nel binomio angeli/demoni e di conseguenza in dinamiche viste e riviste.

Il problema di Supernatural è ogni anno sempre lo stesso: concentrare ciascun segmento della trama nei due episodi finali. La cosa porta ugualmente i suoi frutti regalandoci sempre dei season finali mozzafiato, ma quest’anno la carne al fuoco è veramente parecchia. Una risoluzione di alcune storyline prima della fine della stagione sembra adesso piuttosto inverosimile, ma un così alto numero di nemici lo richiederebbe. Nonostante ciò, la serie riesce a rimanere un progetto coerentemente costruito ed in grado di rinnovarsi anno dopo anno senza perdere la propria identità.

 

P.S. La frecciatina a Trump con Make Hell Great Again vale l’intero episodio.

 

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