La lentezza della narrazione comincia ad appesantire la serie, pur non intaccandone le velleità estetiche. Una coppia di episodi che non dice molto ma lo fa molto bene.
Due episodi densi di emotività per un ritorno e un addio che mostrano qualche punto debole della serie ma anche una grande prova di recitazione dei protagonisti.
Meno virtuosismi tecnici ma consueti manierismi estetici incorniciano un episodio di Legion volto ad approfondire il personaggio di Syd: una doverosa premessa agli eventi che verranno.
Una bara a forma di uovo, un labirinto di rose e una mucca: Legion conferma l'assurdità visionaria che la contraddistingue fornendoci al contempo un'inquietante prospettiva sulle potenzialità della nostra mente.
Come può una serie i cui primi tre episodi vengono diretti da Danny Boyle proseguire senza subire il confronto? La risposta veloce è che non può, pur rimanendo di buona qualità. La risposta più dettagliata è nell'articolo.
Avevamo imparato a dubitare dei ricordi del protagonista, ora impariamo a dubitare della realtà che lo e ci circonda. Il decimo capitolo di Legion assottiglia le pareti tra il mondo fisico e quello psichico e noi non possiamo far altro che prenderne atto e sperare di uscirne sani.
Una season première che è esattamente quello che chiunque abbia amato la prima stagione stava aspettando. Legion è tornato e il nuovo viaggio si preannuncia più che movimentato.
Nel rush finale verso il tragico epilogo, i riflettori di American Crime Story tornano per l'ultima volta su alcuni importanti protagonisti. Il mondo si è svegliato troppo tardi, e rimangono solo rimpianti, delusione e solitudine.
Nel viaggio a ritroso nella mente dell'assassino si passa dal suo debutto come escort di imprenditori milionari all'infanzia fatta di illusioni, con un padre truffatore. Come si suol dire, la mela non cade troppo lontana dall'albero.
Abbiamo visto in anteprima i primi tre episodi della nuovissima serie firmata da Danny Boyle e vi raccontiamo le nostre impressioni, ovviamente senza spoiler.
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