The Affair preme definitivamente sull’acceleratore e procede spedito nella narrazione degli eventi di questa seconda stagione, preferendo puntare su un’architettura narrativa classica, pur continuando a dividere l’episodio nelle due metà canoniche.
Come nel precedente, si preferisce ricorrere ad una struttura fatta per punti di vista sequenziali anzichè paralleli ed invece di proporci una puntata Noah/Alison come atteso, si ritorna alla coppia Noah/Helen, evitandoci così un episodio ai limiti del soporifero.
Helen
È una Helen ancora sotto pressione quella che ci viene mostrata in questo sesto episodio, sotto costante pressing della madre Margaret, che riversa su di lei tutte le frustrazioni per l’imminente fine del suo matrimonio. Margaret manipola, controlla, martella Helen sull’incapacità genitoriale di Noah, sulla cattiva influenza sui figli, in particolare su Martin che sembra soffrire di disturbi psicosomatici allo stomaco. Aggiungiamo a questo l’onta del suo piccolo incidente di settimana scorsa, che la mette in una posizione decisamente scomoda in tribunale.
Come spesso accade, gli eventi dolorosi ci aiutano a mettere a fuoco le cose, analizzandole dalla giusta prospettiva. I forti malori di Martin non erano affatto di natura psicosomatica quanto invece dovuti alla perforazione dell’intestino, causato dal cosiddetto morbo di Chron, condizione cronica dell’intestino per la quale tende spesso ad infiammarsi. L’ansia per il figlio porta Helen a riconsiderare tutto: dalla separazione al rapporto con la madre che, evidentemente, è soffocante a tal punto dal non permetterle di formulare un proprio pensiero.
Pur nel ritrovato equilibrio, ne esce sconfitta sotto tutti i punti di vista, come donna, come madre, come figlia. Acconsente all’affidamento congiunto, quasi scusandosi con Noah, consegnandolo di fatto all’altra donna; deve fare i conti col non aver preso le giuste decisioni circa la malattia di Martin, facendosi plagiare da Margaret; ha un intenso e deciso confronto con quest’ultima, arrivando a cacciarla di casa. Se tutto ciò non fosse sufficiente, nel futuro la vedremo sborsare centomila dollari solo per poter usare le prove fornite da Oscar che potrebbero scagionare Noah dall’accusa di omicidio.
Non c’è nulla da fare, la Helen Solloway intrepretata da Maura Tierney catalizza letteralmente l’attenzione su di sè ad ogni frammento di episodio a lei dedicato. È così anche stavolta: sebbene nella prima parte Dominic West le tiene anche testa, le sequenze in coppia con Kathleen Chalfant – interprete della madre Margaret – le consentono il definitivo sorpasso nei confronti della controparte maschile.
Noah
La prima parte della metà dedicata a Noah si concentra più sulla ritrovata armonia della famiglia Solloway, che accoglie Martin di ritorno dall’ospedale. Gli scherzi tra fratelli, il ritrovato rapporto di Martin col padre e una Whitney stranamente non odiosa, ci strappano più di un sorriso, ci riscaldano proprio il cuore. Le successive sequenze, con Helen che necessariamente deve riportare tutti alla realtà e Noah che deve andar via, sottolineano in maniera silenziosa ma efficace i rimorsi di un uomo che ha abbandonato la serenità di una bella famiglia per un amore che si sta rivelando molto diverso da quello che si aspettava. Lo sguardo di Dominic West al di là del vetro della porta di casa è tutto.
Ben presto la fitta al cuore lascia il posto all’entusiasmo febbricitante di chi sta tornando dalla persona amata per comunicarle finalmente di essere liberi di amarsi alla luce del sole. Non fosse che Alison, nelle sei settimane di allontanamento, è profondamente cambiata, almeno in apparenza. L’immagine di se stessa nera su bianco, nel libro di Noah, l’ha portata a riconsiderare la sua vita e il suo approccio nei rapporti con le persone, nella pacifica location della comune della madre Athena.
Questa parte di episodio dedicato a Noah e Alison mette ancora più in luce le dinamiche disfunzionali di un rapporto evidentemente basato sul sesso che non sembra capace di reggersi sulle proprio gambe fuori dal letto: i due amanti riescono a comunicare solo durante l’amplesso, utilizzato anche come panacea di tutti i mali, inevitabile conclusione di ogni loro alterco. Non fa eccezione questo episodio, in cui non ci viene risparmiata la mortificante sveltina sotto i rami di un albero, con lo scioccante “I’m pregnant” di Alison subito dopo il climax.
Altrettanto simbolica è la spiegazione degli strani incubi di Noah, non premonizioni di un ipotetico omicidio di Scotty, quanto metafora dell’ormai compromesso rapporto con Alison: è lei infatti ad essere travolta dall’auto in corsa nella nebbia. Una fine annunciata, sia nella realtà che nella finzione di un libro. Almeno la seconda comunque: Noah ha dunque trovato finalmente il suo finale.
Un episodio molto ben costruito questo, con elementi dosati sapientemente e quasi nessun momento morto. Anche le scene di Noah ed Alison, finora le più deboli, sono valide. Per una volta Ruth Wilson è chiamata ad interpretare una Alison diversa, in pace col mondo, forte, senza troppi drammi interiori, almeno fino all’amplesso finale, in cui – ahimè – si ritorna al punto di partenza. Ad impreziosire il tutto, le brillanti prestazioni della già citata Kathleen Chalfant e di Jake Siciliano (Martin).
Certo, ci manca la struttura duale caratteristica di The Affair, ma se il livello è questo, ben venga un’architettura degli episodi più classica.
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Già me lo vedo il libro di Noah Solloway a 0,99€ su iBooks Store.#TheAffair #SerialUpdate
— Alessandro (@lessandroTorri) November 11, 2015
La mamma di Alison stile Melisandre. #TheAffair meets #GameOfThrones
— River Serenity 787 (@lonelynastygirl) November 9, 2015
la madre di Helen riesce nel quasi impossibile compito di essere persino più odiosa di Noah #TheAffair #SerialUpdate
— ⚪🖤 Chiara ⚪🖤 (@Chiara_Calime) November 9, 2015
#TheAffair s02e06
Alison, dei tuoi amici ci piace specialmente George.
— Zora Pabst (@blupetrolio82) November 10, 2015
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