The Affair2×07 Episode #2.7

Le riunioni familiari, si sa, possono essere gioiose ma anche tirare fuori il peggio di ognuno di noi, anche nelle famiglie più unite. È facile dunque prevedere l’esito di una cena del Ringraziamento in casa Solloway oppure in casa Lockhart. È trascorso evidentemente qualche mese dalla riconciliazione di Alison e Noah a seguito all’annuncio della gravidanza visto al […]

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Le riunioni familiari, si sa, possono essere gioiose ma anche tirare fuori il peggio di ognuno di noi, anche nelle famiglie più unite. È facile dunque prevedere l’esito di una cena del Ringraziamento in casa Solloway oppure in casa Lockhart.

È trascorso evidentemente qualche mese dalla riconciliazione di Alison e Noah a seguito all’annuncio della gravidanza visto al termine dell’episodio scorso: un periodo di tempo sufficientemente lungo affinchè Descent – il libro di Noah – vedesse la luce e le vite di Alison e dell’intero clan dei Lockhart esposte al pubblico ludibrio, pur essendo formalmente solo una fonte di ispirazione. Lallero.

The Affair 2×07 207 Recensione

Alison

Era evidente che la ritrovata unione dei due ex-amanti clandestini non fosse destinata ad avere vita facile tra sentimenti, probabilmente non così forti, e differenze inconciliabili. Oltre ovviamente ad un’odiosità intrinseca dei due protagonisti.

La distanza tra Noah e Alison diventa sicuramente ragguardevole in questo episodio: lui super-impegnato con la promozione del libro e tronfio del suo successo, lei sempre più pesce fuor d’acqua in un mondo che non le appartiene e, diciamolo, senza uno scopo, relegata a donna da esibire come emblema per Noah e al ruolo, ovviamente, di futura madre.

Nel primo anno della nuova vita di Alison, al fianco del suo Noah, la festa del Ringraziamento non poteva essere celebrata altrove se non nel lussuoso appartamento dei futuri genitori; un’occasione quindi per riunire sotto lo stesso tetto le poche persone amiche: Athena, Max, Jane (grazie Imdb) e l’odiosissima assistente di Noah. Ma non solo.

Questa reunion diventa l’occasione per Alison di illudere se stessa e gli altri con un’immagine di felicità e agiatezza che non reggono e la nursery ancora nemmeno in allestimento è il simbolo, evidentemente, di una crepa profonda nel rapporto con Noah, in una casa in cui c’è però posto per tutti gli altri figli di Noah, inclusa la capricciosa Whitney. È l’occasione, prevedibilmente, anche per un nuovo screzio tra Alison e la madre Athena, che diventa – ancora – il bersaglio di tutte le frustrazioni della figlia, ma che finisce con l’impartirle una bella lezione di istinto materno. Bellissima la scena con cui, tramite uno stetoscopio, Athena fa ascoltare alla figlia il battito del suo bambino: per un attimo, il miracolo della vita irrompe nella scena facendoci dimenticare l’odiosità e la ripetitività di tutto il contesto.

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Sì perché l’unica nota veramente interessante di questa parte di episodio è l’alterco tra Noah ed Alison, in cui affiorano finalmente le differenze di prospettiva circa il loro rapporto che lo spettatore ha diligentemente annotato nel corso della prima stagione, in un esercizio che solitamente viene praticato con un certo tipo di serie dal sapore sci-fi, come Fringe e i suoi glifi, Lost o il più recente The Leftovers. Il resto poco aggiunge onestamente a ciò che sapevamo già da un paio di episodi a questa parte – ovvero il destino fallimentare della relazione tra Noah e Alison – se non la consapevolezza che Alison ha finalmente letto tutto il libro e che certamente non ha gradito la sua morte sul finale, per fittizia che sia.

Cole

Anche la parte dedicata a Cole non brilla in quanto ad originalità o evoluzione dei personaggi.

Il suo rapporto con Luisa, ormai diventato vero e carnale, non è ancora troppo solido e i due non sono evidentemente on the same page: lei è sicura del loro rapporto, arrivando addirittura a pronunciare un “te amo”, mentre lui è ancora titubante. La lezione più importante impartita da The Affair in questa seconda stagione è quella di evitare di dichiarare il proprio amore durante un amplesso: lui potrebbe non collaborare più.

Con la solita aria da cane bastonato preferisce quindi allontanarla – salvo poi avere fortunatamente un’apertura sul finale – facendo lo stronzo, andando in giro per la città, imbattendosi nuovamente col fratello Scotty e imbastire così una nuova discussione sui soldi per il night club. Sarebbe stata gradita una soluzione diversa piuttosto che questo canovaccio ormai riproposto in tutte le salse.

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La novità di questo terzo episodio Cole-centrico, per fortuna, sta nell’inevitabile confronto che Cole doveva avere con la madre e l’intero clan dei Lockhart. Quale occasione migliore se non il Ringraziamento? Nel tentativo di trovare un punto in comune con i fratelli e la madre, Cole cerca di imbastire una discussione sul libro di Noah, su come questi avesse infangato il buon nome dei Lockhart, accusandone il capostipite – il nonno di Cole – di infanticidio, atto che diede peraltro inizio alla faida con gli Hodges.

I Lockhart vengono però messi dinnanzi alla cruda verità da Cherry e Scotty: le parole di Noah sono veritiere e il bambino ucciso da Silas Lockhart era il frutto di una tresca tra la moglie e Thomas Hodges.

Da questo atto infame, una maledizione che colpisce l’intero clan dei Lockhart, destinato a estinguersi:

Cherry: Our family is cursed, Cole. […] First, your sweet Gabriel. Then Scotty’s baby with the Solloway girl. Now it’s Hal and Mary Kate. Don’t you see what’s happening? There will never be another Lockhart.

Per quanto affascinante, questa maledizione dei Lockhart assume i contorni di un mero pretesto per legittimare il colpo di scena che viene fuori sul finale, con l’occhio alla timeline presente. In un filmato consegnato all’avvocato di Noah da Oscar Hodges, una discussione tra Alison e Scotty:

Scotty: That’s our baby.

Ovviamente in Rete si è scatenata la crociata contro Alison, rea di essersi concessa anche a Scotty, dopo la notte di sesso con Cole durante il suo rientro a Montauk, peraltro esplicitamente negato dalla stessa in questo episodio. Non a caso aggiungerei.

Io sono più prudentemente propenso a pensare che quell’our fosse più riferito alla famiglia Lockhart nel suo complesso e che la piccola Joanie sia effettivamente di Cole, cosa che peraltro sarebbe molto più plausibile. Infatti, se così non fosse, Alison finirebbe per essere davvero la poco di buono che emerge dalle pagine di Descent, rendendo vana l’indignazione degli episodi scorsi, scadendo nell’incoerenza totale. Per quanto Alison e Noah siano i personaggi più odiati della serie che li vede protagonisti, dubito che gli autori possano fornire un ulteriore motivo d’odio per il personaggio interpretato da Ruth Wilson.

La bambina – che in questo modo spezzerebbe la maledizione – si carica in ogni caso di un’importanza cruciale nell’economia del lato crime di sottofondo, che potrebbe non aver nulla a che fare con i Solloway ma essere piuttosto un conto da regolare in seno al clan dei Lockhart, estendendolo anche ad Alison. Da chiarire ancora il ruolo degli Hodges.

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L’importanza della bambina si rivela anche fondamentale per lo spettatore, che finalmente ha qualche elemento succoso che lo terrà incollato in questi ultimi episodi di The Affair, nonostante, duole dirlo, un’eccessiva ripetitività di elementi e un buon numero di personaggi intrappolati in comportamenti ormai prevedibili e stanchi. I sopracitati elementi caratterizzano anche questo episodio, che si salva dalla mediocrità per il cliffhanger finale e i due passaggi già sottolineati, ovvero il confronto tra Athena e Alison e quello tra i punti di vista della scorsa stagione.

Sembrerebbe dunque che The Affair abbia scelto consapevolmente di cambiare in corsa la sua struttura narrativa pur non rinnegando il suo passato – che la rendeva al contempo unica – ma sfruttandolo sapientemente a vantaggio del pathos e dell’inevitabile destino della coppia Alison / Noah.

Forse, alla fine di questa serie, a morire – così come Alison nel libro – sarà proprio il fuoco di una passione ardente, come nella più ordinarie storie di sesso. Forse, l’equivalenza Alison = Sesso del libro è l’ unica chiave di lettura possibile di una serie che in un certo senso ha voluto dipingere in modo articolato e interessante quella che è una banalissima crisi di mezz’età di un cinquantenne frustrato.

3.5

 

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Ecco alcuni dei tweet raccolti su questo secondo episodio di The Affair.

C’è chi proprio non è assolutamente infastidito dai personaggi…

…in particolare da Alison…

https://twitter.com/perfectderavin/status/666377689817874432

…e chi – come il sottoscritto – fa un tuffo nel passato!

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