The Bastard Executioner1×03 Effigy / Delw

Settimana scorsa, la nuova creatura di Kurt Sutter non è che sia proprio partita col piede giusto. Qui su SerialFreaks l’abbiamo criticata abbastanza pesantemente ma, come sempre, siamo pronti a ricrederci e tornare sui nostri passi qualora la serie in questione cambi rotta e aggiusti le proprie pecche. Ecco, non è questo il caso, anche […]

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Settimana scorsa, la nuova creatura di Kurt Sutter non è che sia proprio partita col piede giusto. Qui su SerialFreaks l’abbiamo criticata abbastanza pesantemente ma, come sempre, siamo pronti a ricrederci e tornare sui nostri passi qualora la serie in questione cambi rotta e aggiusti le proprie pecche. Ecco, non è questo il caso, anche se i miglioramenti rispetto al pilot ci sono stati, su questo non ci piove.

We all have a past life

La messinscena di Wilkin continua: il nostro protagonista si cela dietro l’identità del boia Maddox, con lo scopo di arrivare a vendicarsi di coloro – e solo loro, niente innocenti – che hanno messo a ferro e fuoco il suo villaggio, uccidendo anche la povera Petra e il bambino che portava in grembo.

La missione di per sé sarebbe anche abbastanza facile, anche grazie al fatto che, essendo il Barone ormai bello che stecchito, ad amministrare il Ventrishire abbiamo un’agguerrita Lady Love, decisa più che mai a prendere le distanze dall’operato del defunto marito e ad agire per il bene della comunità. Questo ovviamente torna a vantaggio di Wilkin, il quale si trova ora in una posizione che gli permette di colloquiare con la baronessa senza troppe difficoltà e “deviare” le sue decisioni a proprio vantaggio. Certo, almeno fino a quando il ciambellano Milus Corbett non ci mette lo zampino.

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Le difficoltà per Wilkin/Maddox sopraggiungono però da più lati, sia appunto da Corbett, che ricordiamo sa tutto riguardo la vera identità del boia – l’accordo tra i due è più che mai instabile – sia dagli stessi ribelli, nella persona di una ragazzina che ha pagato decisamente caro il suo desiderio di aiutare il fratello nelle sue scorribande.

Fingersi boia non è propriamente come fingersi, che so, panettiere, e Wilkin inizia a capirlo molto presto, quando viene obbligato a torturare la ragazzina per estorcerle informazioni sui ribelli. La ragazza stupisce per tenacia e forza di volontà nel non cedere mai e nel difendere sempre e comunque il fratello, sia di fronte alle parole più gentili della Baronessa, sia davanti alle torture più macabre. Stupisce soprattutto messa a confronto con il fratello stesso, che tempo zero spiattella tutto a Wilkin (e per fortuna solo a lui), e della madre, che non esita a sacrificarla per il bene della ribellione. Una bocca in meno da sfamare, dice. Amore di mamma.

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Keep our thoughts in the day ahead

Quando The Bastard Executioner si concentra su queste situazioni, sul dramma storico romanzato, sul mostrare la società gallese del 14esimo secolo, ha tutte le potenzialità per essere una grande serie, al pari di altre decisamente più sedimentate nel cuore del pubblico, come ad esempio Vikings. Questo terzo episodio, diciamolo, è nient’altro che un filler, ma riesce più che degnamente nel suo intento di intrattenere e introdurci alla nuova vita di Wilkin.

Il punto è che la serie non riesce a mantenere il online casino focus per tutto l’episodio, sfociando spesso in sottotrame dal sapore quasi fantasy che non convincono per nulla né per scrittura né per realizzazione.

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Nel pilot, come evidenziato anche dal mio collega Enrico, l’apoteosi di questa deriva l’avevamo avuta direttamente nei primi minuti, con il flashback/sogno di Wilkin infarcito di draghi, visioni mistiche e quant’altro. Qui, in Effigy / Delw, si ripete lo stesso errore: penso alla sequenza in chiesa, in cui il protagonista rivede l’amata Petra in una specie di visione angelica e subito dopo viene quasi strangolato da un serpente “nato” dall’ordine di esecuzione della ragazzina prigioniera.

Tutto troppo eccessivo, scene di cui non sentivamo minimamente la necessità e che, infatti, risultano totalmente ininfluenti ai fini della trama. Perchè insistere su questo punto? Le esagerazioni, se proprio ci devono essere, le preferisco piuttosto in eventuali battaglie – la scena dell’attacco ribelle nel bosco è decisamente molto meglio realizzata registicamente parlando di qualsiasi scena simile del pilot – mentre in queste derive fantasy stonano e risultano inutili.

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Anche il personaggio di Annora (interpretata da una sempre brava Katey Sagal), nonostante sia uno dei più riusciti, risulta molto più credibile nelle vesti di consigliera e curatrice – una versione più storicamente attendibile di una strega – rispetto a quando la vediamo estrarre serpenti velenosi dal tubo digerente di un malcapitato.

Il vero problema di The Bastard Executioner sta tutto qui: non è una brutta serie, è semplicemente una serie che sta sbagliando il focus del suo racconto. I miglioramenti rispetto allo scorso episodio ci sono stati proprio perchè è stato maggiore lo screentime dedicato alle vicende politiche/storiche/religiose che si intrecciano con quelle personali dei protagonisti, mentre il tutto vacilla irrimediabilmente quando ci si distacca da questo pattern per sfociare nel fantasy spicciolo e nelle esagerazioni non necessarie.

All’episodio, per questo motivo, dò tre porcamiseria: ancora non ci siamo, ma se la serie dovesse proseguire su questa strada, migliorando quindi di episodio in episodio, il voto potrebbe alzarsi nelle prossime settimane. Per gli ascolti, invece, potrebbe essere già troppo tardi.

3

 


 

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