The Casual Vacancy1×01 Episode One

È arrivato il momento, qui su SerialFreaks, di dare il benvenuto a una nuova miniserie. Sicuramente alcuni di voi non saranno estranei a questo titolo: The Casual Vacancy, infatti, è il primo romanzo post Harry Potter di J. K. Rowling, e questa serie ne è l’adattamento per il piccolo schermo. Prima di addentrarci in questo […]

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È arrivato il momento, qui su SerialFreaks, di dare il benvenuto a una nuova miniserie. Sicuramente alcuni di voi non saranno estranei a questo titolo: The Casual Vacancy, infatti, è il primo romanzo post Harry Potter di J. K. Rowling, e questa serie ne è l’adattamento per il piccolo schermo.

Prima di addentrarci in questo pilot – che, vi dico già, ho trovato molto ben fatto – è necessaria una piccola premessa: io non ho letto il libro. Ho finito Harry Potter e i Doni della Morte ieri, per dire quanto sono sul pezzo. Perciò la recensione è fatta da qualcuno che si approccia alle vicende di Pagford per la prima volta e non ne conosce gli sviluppi futuri. Tenetene conto anche nei commenti.

Pagford, appunto. La cittadina inglese per antonomasia. Il paesino modello, con casette curate, prati verdi tutt’intorno e abitanti sorridenti e felici.

Sì, il cazzo.

Unknown

Lasciatevelo dire da chi in un paesino del genere ci è cresciuto: non esiste un paese del genere, e quello che The Casual Vacancy fa è appunto dimostrarci che queste realtà sono le prime a nascondere torbidi segreti, faide famigliari, scontri tra classi sociali, problemi di degrado e dipendenze, e chi più ne ha più ne metta. L’episodio pilota ci fa entrare in prima persona nella realtà di Pagford, facendoci conoscere una bella fetta dei suoi abitanti. E ce ne fosse uno normale.

Il protagonista sembrerebbe essere Barry Fairbrother, avvocato socialmente impegnato: per tutto l’episodio infatti, più che col suo lavoro, lo vediamo occupato nelle sue attività extra, ossia prendersi cura di Sweetlove, la comunità per giovani in difficoltà, e prender parte alle riunioni del Consiglio Cittadino. Tale consiglio, ahinoi, è presieduto da Howard Mollison (Michael Gambon, aka Albus Silente in quell’altra saga della Rowling) e sua moglie Shirley, due facce di merda senza eguali, la maggiore incarnazione della doppia faccia di cui parlavamo prima: in apparenza credenti e devoti, interessati al bene comune, in pratica interessati solamente ai propri affari, che equivalgono a far chiudere la comunità – piena di giovani poveri, drogati irrecuperabili che nuociono all’immagine di Pagford, per dirla come loro – per aprire una spa. Ancora una volta, le apparenze vs. la sostanza.

Barry si oppone strenuamente, riuscendo alla fine a portarsi a casa la votazione e salvare la comunità, almeno finché riesce: poco dopo, infatti, muore, accasciandosi al suolo nella principale piazza del paese.

Il lutto degli abitanti, salvo coloro che davvero tenevano a lui come la povera moglie Mary, dura veramente poco, e lascia subito il posto alla lotta per il seggio vacante (The Casual Vacancy, appunto) all’interno del consiglio. Seggio che, ovviamente, farà la differenza nelle votazioni sul destino della comunità e, per estensione, dell’intera cittadina.

Da qui in poi, la serie fa un lavoro davvero egregio nel delineare tutte le personalità che, in un modo o nell’altro, hanno un qualche ruolo nella corsa al seggio o sono comunque legate al caro defunto. Si parte dal figlio di Howard, Miles, socio di Barry nello studio legale ma totalmente buono a nulla, che il padre vorrebbe come candidato per poterlo manipolare come crede; c’è l’adolescente ribelle Krystal, con una situazione familiare a dir poco tragica che la costringe a prendersi cura del fratellino mentre la madre Terri è costantemente fatta come un caimano; c’è il fratellastro di Barry, Simon, un’altra testa di cazzo assurda personcina poco raccomandabile che maltratta moglie e figli e che si candiderà al consiglio solo per avere un briciolo della vita ben più soddisfacente del fratellastro; il figlio maggiore di Simon, Andrew, per l’appunto maltrattato dal padre ma buono e volenteroso nell’aiutare Barry alla comunità; e con tutti loro, molti altri personaggi meno sviluppati e delineati ma che sicuramente ci sarà modo di approfondire nelle puntate successive.

Early release

Ribadisco, non conosco il romanzo nè le differenze e le libertà creative che la serie può essersi presa, ma questo episodio pilota è veramente intrigante. Forse leggermente lento, in certi passaggi, ma ha il difficile compito di presentarci un intero paese e, secondo me, in questo riesce veramente benissimo anche grazie a sagaci stratagemmi narrativi, come il presentare personaggi inizialmente slegati tra loro per poi tirare i fili nella seconda metà della puntata e portare allo scoperto le connessioni che esistono tra loro.

L’episodio quindi si chiude così, con un seggio vacante e una miriade di personaggi che vi ruotano intorno, più o meno interessati ad occuparlo ma sicuramente ognuno con i suoi problemi che ben rappresentano la realtà vera che si nasconde dietro la facciata dei piccoli paesini perfetti.

Ah, non dimentichiamo il finale. Qualcuno lascia un messaggio sul sito della comunità, dove è stato pubblicato il necrologio di Barry, proprio a nome dello stesso Barry – o di un suo fantasma – dicendo che si divertirà molto nell’osservare Pagford dall’alto e vedere tutti questi piccoli grandi segreti venire alla luce e divorare la comunità dall’interno.

Un finale che, diciamolo, aggiunge ancora più pepe e rende ancora più intrigante un episodio in cui non succede assolutamente nulla, se non la morte di Barry, ma che riesce comunque a tenerti incollato allo schermo per un’ora intera. Dò 4 porcamiseria su 5 all’episodio, solo per i momenti “lenti” che ho nominato prima, ma francamente non vedo l’ora di tornare a Pagford e vedere come continuerà la lotta per il seggio vacante.

Porcamiseria

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