Il quadro di Maria Kreyn funge da leitmotiv concettuale anche in questo secondo episodio di The Catch. Alice Vaughan, nuova lady del TGIT, appare sempre più immersa in un gioco referenziale creato da un Adriano Meis post-moderno: Christopher Hall. Infatti, alla stregua del personaggio pirandelliano, Christopher, truffatore di professione, vive un dissidio interiore tra ciò che è e ciò che deve essere, in un labirinto di identità sempre più labile e fragile.
Infatti, in The Real Killer, vi è la conferma esplicita di ciò che si intravedeva già nel pilot: Christopher si è innamorato della sua preda Alice. Perdendosi nella grande bellezza di un amore impossibile e pericoloso, Christopher perde la cognizione dei suoi affari, soggiogando Margot e disegnando una logica degli eventi affine ai suoi interessi. Christopher trova infatti il modo per rimanere a LA, concentrandosi, insieme ai suoi complici, su un altro obiettivo.
Focus di questo nuovo piano è la principessa Zara. Intanto, Alice risolve con accurate indagini e con un istinto all’Olivia Pope un caso di omicidio. Nonostante il suo impegno in questo caso, Alice si concentra su ipotetiche piste per arrivare a Christopher e Sarà proprio il quadro di Maria Kreyn a fornirle la chiave d’accesso al castello d’identità di Christopher. Attraverso un’analisi attenta dei momenti trascorsi con lui, dati allo spettatore con molteplici analessi, Alice riesce ad intuire il meccanismo con cui il suo pseudo fidanzato costruisce i propri profili. Attraverso i necrologi, letti sul giornale, il truffatore sceglie la maschera da indossare. Per questa nuova truffa, sarà proprio Alice a fornirgli l’identità perfetta.
Questo secondo episodio, come spesso avviene, ha espresso e messo in luce le dinamiche contestuali e relazionali di questo nuovo show.
Abbiamo compreso il metodo lavorativo di Alice e dei suoi colleghi. Abbiamo esplorato il loro modus agendi. Se Annalise Keating non deve scoprire la verità, ma in alcuni casi occultarla per i propri clienti, Alice & Co. hanno come obiettivo quello di risolvere i casi e scoprire i reali colpevoli. Il caso di questo episodio è però caratterizzato da una forte prevedibilità: seguendolo ci si sente come quando leggiamo un giallo e scopriamo l’assassino dopo 10 pagine. C’è stata quindi una falla nel sistema creativo.
Il fatto che il truffatore si innamori della sua preda è, chiaramente, un clichè. Questo è assodato. Ma, in tal caso, è un clichè necessario, in quanto dona allo show quella sfumatura sentimentale che deve pur esserci.
Per quanto riguarda i profili dei personaggi, Alice appare il classico prototipo femminile di Shondaland. Donna intraprendente, allo stesso tempo emotiva, intelligente e sensibile, sembra un mix tra Meredith Grey e Olivia Pope. Oppure, se vogliamo liberarci da queste sovrastrutture metatelevisive, dobbiamo comunque concordare sul fatto che la figura di Alice risponde ad un topos caratteriale, che è stato rappresentato fin troppe volte.
Nello show, Christopher Hall si doppia continuamente, alla ricerca di una identità perduta. Da un lato la perdita di identità consente al personaggio di vedere lucidamente i meccanismi economici e le occasioni da non perdere per eseguire una truffa. Dall’altro lato, il personaggio è alla continua ricerca di una propria identità e consistenza, che pensava di trovare nella prospettiva di un futuro con Alice, lontano dal suo passato. Ma Christopher deve constatare l’ineluttabilità e l’irreversibilità delle convenzioni sociali che stringono le file attorno a lui. Con Margot, si ritrova in una trappola che non gli consente nessuna realizzazione. Christopher appare un personaggio interessante proprio perché è sdoppiato tra il ruolo fisso che la vita gli impone e il flusso tumultuoso dell’Amore che urge e preme, tra il bisogno di una dimensione certa per sé e la disgregazione della persona, la sua relativizzazione in tanti altri da sé, per citare Gallegati. Lo status di Christopher appare affascinante perché è poliedrico, ma bisogna dire che anche questo è un chiaro topos, esplorato più volte in ogni mezzo creativo. A questo punto, dobbiamo capire se The Catch apporterà a temi ampiamente sviluppati una sfumatura identificativa.
L’episodio merita tre porcamiseria, per aver fornito un profilo mediamente interessante dei personaggi e per aver creato spunti narrativi intriganti, anche se parzialmente prevedibili.
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#TheCatch è praticamente #Scandal season 1, con una costruzione d'episodio alla #HTGAWM maniera con la protagonista identica ad Ellen Pompeo
— Daniele (@edo_daniele) March 26, 2016
e poi la protagonista a tratti sembra ellen pompeo!#thecatch
— Castles 🌜 (@SimonaFalco_) March 26, 2016
https://twitter.com/hey__lexa/status/713740582355648512
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