The Deuce1×02 Show and Prove

The Deuce prosegue nel percorso tracciato nella premiere, descrivendo minuziosamente i processi illeciti nella New York dei primi anni '70. La criminalità è un organismo che punta all'efficienza, e poco contano le effimere aspirazioni del singolo individuo.

8.0

Con The Deuce l’approccio seriale convenzionale, fatto di episodi incentrati sulle persone e sull’alchimia tra suspense e colpi di scena, non funziona. L’approccio alla narrazione è ribaltato, incentrato sul luogo, sul movimento armonioso di vite interconnesse, su cui di volta in volta si va a zoomare, raccontando la singola storia e la singola tragedia con abbondanza di dettagli e sfumature.

In questo secondo episodio ci si focalizza sul metodo, sulla quotidianità della prostituzione e sulla rete sociale che da questo sfruttamento scaturisce. Per motivi di lavoro le parti in gioco si incontrano, dimostrando che a Times Square nel 1971 nulla è a compartimenti stagni, anzi l’idea è più quella di un organismo in cui ogni componente fa quello che dovrebbe secondo il sistema illecito che lo governa: le prostitute fanno il loro lavoro e si perdono contestualmente in attività extra, i protettori governano e proteggono il loro gruppo, i poliziotti girano in ronda e sequestrano materiale proibito dai distributori di materiale pornografico – e puniscono più duramente i secondi, intuendo che le ragazze hanno responsabilità limitata sul loro lavoro.

C.C.: I’m a pimp. Your first and last real man pimp, okay?

L’interconnessione è resa benissimo nei dialoghi, che comunicano inevitabilità e parziale collusione perché ormai sistema criminale e tessuto sociale dell’area sono indistinguibili, e persino andando nel particolare delle singole relazioni si trovano elementi sentimentali in un universo dipinto sempre con distacco. Il rapporto tra Lori e C.C. è l’emblema della relazione complicata tra prostituta e pappone, arricchito di sfumature tragicamente umane – e velate minacce, gioco forza – sotto effetto della cocaina.

Non solo C.C. ma anche Larry dà la sua prospettiva dell’intreccio relazionale tra le due parti, mostrando con spietato realismo quanto il rapporto possa funzionare solo nella misura in cui la donna sfruttata sia capace di portare denaro. Il trattamento riservato a Candy – che ci tiene a rimanere indipendente – è diametralmente opposto a quello riservato a Darlene, nonostante i proclami di affetto e gentilezza fasulli. Dovendo trovare il pelo nell’uovo a un episodio altrimenti eccellente, è il ritmo di questo dialogo a essere in difetto, passando da Candy a Darlene con un cambio di registro immediato e forzato, quasi a farci da spiegone.

C’è spazio per un minimo di consapevolezza da parte delle ragazze, la possibilità che la loro vita non ruoti attorno a sesso a pagamento e pornografia fatta in casa, soprattutto per Candy e Darlene: la prima è affascinata dall’aspetto tecnico della cinematografia, affascinando anche noi mentre mostra il suo interesse per la magia dietro al set; la seconda mostra abilità e intraprendenza, riuscendo a domare Larry e provando a fermare la vendita delle cassette porno senza l’aiuto del suo pappone. Sono sprazzi di emancipazione, limitati al contesto in cui le protagoniste versano, ma che contribuiscono a creare un quadro armonioso e mai banale.

Il segmento dei fratelli Martino, separato dal resto delle vicende di Times Square, procede gradualmente su un sentiero che speriamo non tarderà a ripagare lo spettatore, visto che gli affari loschi con la mafia locale prima o poi portano inevitabilmente guai e violenza. Vincent si mette nei guai per aiutare Frankie e i suoi debiti, e sebbene James Franco dia un’interessante interpretazione di entrambi i ruoli presi separatamente, si faticano a trovare differenze tra la resa di ciascuno dei due gemelli che non siano comunicate dall’abbigliamento o dal taglio di capelli.

In The Deuce abbiamo assistito alla cronaca di un giorno qualunque, in un episodio che finisce come si è iniziato, accompagnando le prostitute in cella per la giornata; la polizia fa il solito conto di morti, aggressioni e reati vari ed eventuali, rassegnata al fatto che nulla, almeno nel breve periodo, potrà cambiare. A New York nel ’71 non c’è tempo per i sentimenti, perché il sistema deve funzionare, e le distrazioni e velleità di ogni protagonista non sono che brevi spiragli di luce nel buio dei vicoli di quartiere.

Porcamiseria
  • 8/10
    Storia - 8/10
  • 8/10
    Tecnica - 8/10
  • 8/10
    Emozione - 8/10
8/10

In Breve

The Deuce continua a raccontare la storia di New York e delle sue attività illecite non risparmiando particolari e malinconiche sfumature. In un universo narrativo che non lascia spazio ad amore o sentimenti, Times Square è il cuore una rete di criminalità efficiente e collaudata che sa intrattenere lo spettatore.

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Porcamiseria

8

The Deuce continua a raccontare la storia di New York e delle sue attività illecite non risparmiando particolari e malinconiche sfumature. In un universo narrativo che non lascia spazio ad amore o sentimenti, Times Square è il cuore una rete di criminalità efficiente e collaudata che sa intrattenere lo spettatore.

Storia 8 Tecnica 8 Emozione 8
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