The Deuce1×07 Au Reservoir – 1×08 My Name Is Ruby

Season Finale La rivoluzione è in atto, e in The Deuce tutti si preparano ad affrontare i cambiamenti che l'arrivo della pornografia su larga scala porterà alle loro vite. Per molti il senso morale cede il passo alla razionalità e all'istinto di sopravvivenza, per alcuni l'incapacità di adattarsi ad un mondo in corsa porterà nefaste conseguenze.

9.7

Il cambiamento della morale nel territorio newyorkese (e, più in grande, in quello degli Stati Uniti) è finalmente in atto. In The Deuce la società cambia a velocità raddoppiata, come ci si potrebbe aspettare da una metropoli, e il gioco a cui assistiamo è una prova di adattamento da parte di tutti gli attori coinvolti.

La stella di Au Reservoir è Ashley, la prostituta finita in secondo piano per C.C. a causa della sua spiccata preferenza per Lori – tanto da ammetterne le velleità cinematografiche. Da ammirare, oltre al talento di Jamie Neumann, è l’intelligenza con cui viene ritratto il suo silenzioso abbandono, complice la carenza di controllo del suo protettore, senza agitazioni o moti di ribellione improvvisi. La chiamata per la fuga di Ashley è semplicemente un’opportunità colta senza troppe titubanze, avvenuta quasi per caso grazie alla vicinanza con Abby, e che ha un esito antipodico rispetto alla mancata fuga di Darlene.

Abby, dal canto suo, si sforza sempre di vivere in un mondo in cui il senso morale delle persone prevale sulla triste realtà dei fatti, rinunciando al beneficio personale di un assegno donatole dal padre solo per poter reclamare a se stessa di avercela fatta con le sue gambe. Il rapporto coi genitori è conflittuale e lei non fa nulla per non renderlo tale, preferendo vestiti succinti e non consoni all’occasione di incontro con la famiglia, rifiutando di piegare il suo carattere e la sua indole agli eventi.

 The Deuce, nei suoi due episodi più belli, testimonia una rivoluzione a piccoli, ma implacabili passi.

Con ogni probabilità è questa indole che la rende così vicina a Vincent, che in My Name Is Ruby sceglie di non proseguire con Pipilo nelle opportunità che il business pornografico potrebbe offrire in futuro. Il “fuck you” di Vincent, più vocale rispetto alla silenziosa non ottemperanza di Abby, lo riporta moralmente al livello precedente agli intrallazzi con la mafia, ma la macchia della criminalità non sparisce altrettanto facilmente.

L’adattamento, in fondo, ruota intorno sia a questioni economiche che a questioni morali, forze a volte contrapposte e di cui è necessario valutare pro e contro. Per Vincent l’integrità ha un peso specifico maggiore, mentre Bobby, inebriato dai guadagni del parlor e dalle possibilità che le peep machines potranno offrire, si amalgama con impressionante facilità al tessuto criminale ordito da Pipilo, sdoppiando la propria vita in due anelli, per due donne diverse.

Sul treno ad alta velocità di The Deuce, mosso da una finalmente fiorente industria pornografica, abbiamo Paul e la prima cinematografica di Boys in The Sand – la reazione di Frankie alla vista del porno gay vale funge da esilarante comic relief di Au Reservoir – ed Eileen, che prende in mano le redini della realizzazione del prodotto, dapprima dando le giuste dritte a Lori, e successivamente girando un’intera sequenza con peculiare sapienza registica, à la Truffaut. Il discorso è meta-televisivo, se allarghiamo tutto alla capacità di chi dirige The Deuce con inquadrature che stimolano la mente tanto quanto la scrittura dei suoi episodi: non si è mai trattato né di una questione morale, né di una ricerca al colpo di scena, bensì di una resa verista della Grande Mela dei primi anni ’70, con un focus sull’umanità e fallibilità dei personaggi; la macchina da presa fa il resto, regalando suggestioni e prospettive crude tanto quanto i dialoghi tra le parti in gioco.

I papponi restano indietro, aggrappati alla loro opulenza ma senza lo scopo primario di sorvegliare le prostitute, ora che sono ingabbiate nel parlor, senza tuttavia rassegnarsi al declino e all’arrivo della pornografia su larga scala. La visita di Ace e il suo dialogo con C.C. preannunciano un futuro insidioso, mentre Larry prova il business del traffico di droga facendo finire in gabbia Barbara. A fare la fine peggiore, tuttavia, è chi si ostina a condurre la vita antecedente a questo “imborghesimento” della prostituzione, finendo ammazzato sul pavimento del diner, o chi è costretto a vivere relegato nel passato, non avendo successo nel nuovo sistema criminale supportato dalla polizia corrotta.

Ruby “Thunderthigs” in tal senso paga lo scotto per ogni altra prostituta che decidesse di rimanere in strada, in un ambiente ostico più di qualche anno prima e il cui ultimo grido a testa alta è il proprio nome, senza declinazioni peggiorative. The Deuce sa essere spietato nel giro di dieci violentissimi secondi, riservando al rispetto della vittima non più del necessario, vittima che fa parlare di sé più per un danno all’insegna dell’Hi-Hat che per la sua vita spezzata sull’asfalto.

The Deuce, nei suoi due episodi più belli, testimonia una rivoluzione a piccoli, ma implacabili passi. Lo spazio per la giustizia e l’etica impallidisce davanti al beneficio personale, non lasciando scampo a chi indugia in un terreno che ha già iniziato a cambiare il suo assetto. Ognuno, nel suo piccolo, lava i panni sporchi in casa propria, contribuendo a formare un quadro che mostri una storia della prostituzione e della pornografia tanto corrotta in forma anonima quanto la storia di Sandra. Sotto il velo della trasposizione si cela tuttavia un’anima pulsante, una rete di connessioni dinamiche, di giochi di potere e di aspirazioni spesso destinate a rimanere tali. La macchina da presa è in moto, Boys in The Sand e Deep Throat sono solo l’inizio.

Porcamiseria
  • 10/10
    Storia - 10/10
  • 9.5/10
    Tecnica - 9.5/10
  • 9.5/10
    Emozione - 9.5/10
9.7/10

In Breve

The Deuce conclude la sua prima stagione nel modo migliore, mostrandoci un assetto sociale in rapido cambiamento, a causa dell’avvento della pornografia su larga scala. Ogni tassello della storia è un oscuro frammento di umanità in cerca di un posto nel microcosmo newyorkese dei primi anni ’70.

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Porcamiseria

9.7

The Deuce conclude la sua prima stagione nel modo migliore, mostrandoci un assetto sociale in rapido cambiamento, a causa dell'avvento della pornografia su larga scala. Ogni tassello della storia è un oscuro frammento di umanità in cerca di un posto nel microcosmo newyorkese dei primi anni '70.

Storia 10 Tecnica 9.5 Emozione 9.5
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