The Good Doctor1×07 22 Steps

Mentre Claire cerca di gestire i sentimenti che prova dopo la perdita del suo primo paziente e Jared continua a empatizzare con un paziente affidatogli, Shaun riesce finalmente a prendersi una rivincita e dimostrare il suo valore.

8.0

The Good Doctor continua a focalizzarsi sui tre specializzandi del reparto di chirurgia del St. Bonaventure Hospital, alle prese con due nuovi casi: un paziente con gravi problemi cardiaci e un ragazzino autistico a cui è diagnosticata una rara forma di gastroenterite.

Una bella coincidenza che a occuparsi di quest’ultimo sia proprio Shaun. Il riconoscimento di un proprio simile non viene tuttavia facile per lui. Seppur in grado di comprendere i meccanismi comportamentali del ragazzino – come il suo desiderio di non essere toccato – Shaun è estremamente titubante, finendo per chiedere aiuto all’unica persona che riesce interagire al meglio con gli stessi autistici, Claire. Ancora una volta nel ruolo della persona che riesce spesso ad aprire gli occhi a Shaun, la donna contribuisce a un’apertura del giovane chirurgo nei confronti del suo paziente. Se, infatti, da un banale errore il ragazzino si è ritrovato in un letto d’ospedale, Shaun gli insegna che sbagliare è importante, poiché è l’unica strada per imparare.

Chi capisce qualcosa dai propri errori è proprio il dottor Melendez, ormai sempre più convinto delle doti di Shaun, e che – straordinariamente – finisce per difendere senza alcuna riserva. I pregiudizi dei genitori nei confronti del ragazzo così simile al loro stesso figlio sono un ulteriore richiamo a quello che Shaun fronteggia sin dal primo episodio della serie, ma stavolta, grazie anche all’intervento di un paziente emotivamente legato al dottore così simile a lui, Shaun ha la sua occasione: un’occasione che non brucia, ma anzi coglie, dimostrando abilità, lucidità e freddezza sotto pressione, e guadagnandosi una volta per tutte il ruolo che di merito gli spetta nel team. L’unico flashback della puntata, che non guasta e anzi aumenta l’impatto emotivo, basta a dare a Shaun la fiducia per eseguire il compito in cui sa di poter riuscire alla perfezione.

La dottoressa Brown, invece, cercando di reprimere i sentimenti negativi che la perdita del suo primo paziente ha suscitato, finisce per distrarsi e perdere concentrazione, esitando più volte. La sua forza e il suo spirito combattivo sono messi in ombra dalla paura di affrontare le conseguenze di un errore, ancora una volta visto come un ostacolo piuttosto che come un’opportunità di imparare qualcosa di nuovo, come gestire le proprie emozioni.

La sua apparente placidità non inganna né il dottor Glassman – che riprende il ruolo di “padre acquisito” della giovane specializzanda – né la consulente terapeutica, che la spinge a confidarsi e lasciar entrare, per una volta, qualcuno nella sua privata sfera emotiva. Non meraviglia che il fortunato finisca per essere il dottor Kalu, in uno dei primi momenti realmente sentiti di questa “coppia”, che si comprende più con gesti che con parole. Un’evoluzione che speriamo ponga fine alla rigidità di Claire verso se stessa e gli altri e la spinga a vivere senza troppe pressioni.

Da imparare ha anche lo stesso dottor Glassman, che in virtù della sua preoccupazione per Shaun, spesso gli impedisce di cavarsela da solo e superare le più banali difficoltà. Tenere a qualcuno vuol dire anche lasciare che capisca come essere indipendente, anche nelle decisioni più semplici, come quella dell’acquisto di un televisore. Non ha molta importanza quanto irrazionale possa essere una scelta, ma quanto riesca a far sentire bene qualcuno con se stesso. I grandi passi che Shaun sta compiendo sono evidenziati nella sequenza finale, dove lo vediamo più rilassato ed entusiasta, in un raro lasciarsi andare.

Jared, nel frattempo, è alle prese con un’altra prova: un paziente che ha sabotato il suo stesso peacemaker per morire e che non vuole essere salvato. Dopo essere scappato dal suo letto d’ospedale, inizia una vera e propria caccia all’uomo, che diventa un momento di confidenza quando il dottor Kalu ascolta la storia dell’uomo, profondamente solo e addolorato e convinto di meritarlo per via dei suoi errori. Singolare quanto possa capire dalla storia del dottore molto più giovane, che seppur navigando nella ricchezza, si è sentito esattamente allo stesso modo per via di genitori assenti e del tutto disinteressati.

Molto spesso, anche dei semplici estranei possono insegnare qualcosa lungo il cammino e Jared ce l’ha fatta proprio grazie a questi momenti e senza l’amore che gli era dovuto dalla nascita. Non si è mai realmente soli come si crede, è la lezione che il dottor Kalu vuole far comprendere a chi ha già perso la speranza. Vale a poco, però, quando la decisione del paziente sembra essere irremovibile e, in un atto fortemente empatico, Jared lo aiuta a ottenere quello che vuole, senza imporre la sua volontà, e comportandosi da medico sempre più umano. Una stretta di mano e una lacrima sono il simbolo di un legame nato per caso, ma che ha fatto imparare qualcosa sia al giovane uomo, ancora in fase di maturazione, sia al paziente morente.

La puntata di questa settimana è fatta di lezioni, nel pratico e nell’ambito emotivo. Shaun trova un giusto e vincente equilibrio, Claire inizia ad aprirsi agli altri e Jared non ha più paura di interagire con i suoi pazienti. Allo stesso tempo, anche i più navigati imparano a fidarsi dei più giovani, lasciando loro la libertà di acquisire il proprio ruolo nel mondo.

L’assenza di troppi flashback conferma il miglioramento di The Good Doctor, che analizza i tre giovani protagonisti nella giusta misura – senza focalizzarsi esclusivamente su Shaun – e che riusciamo a conoscere meglio, apprezzandone le evoluzioni. Un percorso in salita che speriamo continui fino al decimo, e conclusivo, episodio della prima stagione.

Porcamiseria
  • 8/10
    Storia - 8/10
  • 7.5/10
    Tecnica - 7.5/10
  • 8.5/10
    Emozione - 8.5/10
8/10

In breve

I personaggi continuano ad avere il giusto spazio, e imparano nuove lezioni su se stessi e gli altri. La presenza di un unico flashback – di impatto – rende più fluido l’episodio e conferma la giusta direzione presa dalla serie.

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Porcamiseria

8

I personaggi continuano ad avere il giusto spazio, e imparano nuove lezioni su se stessi e gli altri. La presenza di un unico flashback – di impatto - rende più fluido l’episodio e conferma la giusta direzione presa dalla serie.

Storia 8 Tecnica 7.5 Emozione 8.5
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