The Good Wife6×13 Dark Money / 6×14 Mind’s Eye

Scrivere di due episodi in un’unica recensione è un esercizio tutto nuovo per me: potrei inventarmi chissà quali motivazioni psicologico-narrative per giustificare tutto ciò, #einvece è solo perché ho una vita (e un lavoro) e seguire MILLEmila serie NON aiuta ad essere puntuali con le recensioni. Ma veniamo al dunque: siamo alle puntate immediatamente successive […]

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Scrivere di due episodi in un’unica recensione è un esercizio tutto nuovo per me: potrei inventarmi chissà quali motivazioni psicologico-narrative per giustificare tutto ciò, #einvece è solo perché ho una vita (e un lavoro) e seguire MILLEmila serie NON aiuta ad essere puntuali con le recensioni.

Ma veniamo al dunque: siamo alle puntate immediatamente successive allo hiatus invernale, ci sta quindi anche un momento di stasi nella trama orizzontale. Se il primo episodio è quello che nel gergo viene chiamato filler, il secondo ha invece dalla sua un’originalissima struttura e un impatto senz’altro emotivo, ma poco o nulla aggiunge al tutto, se non a livello di intenzioni.

Tre le storyline principali di Dark Money:

  • Alicia e la campagna elettorale: Alicia e Frank Prady cercano di ingraziarsi un grosso finanziatore per le rispettive campagne, tale Guy Reydmayne. Il vecchio però si rivela essere abbastanza viscido nonché omofobo, e questo ovviamente indigna sia Alicia che Prady. Se però Alicia fa buon viso a cattivo gioco, il suo avversario si rifiuta categoricamente di scendere a compromessi e fare affari col vecchiaccio. Chiariamo bene la situazione: la ormai non più Saint Alicia viene meno ai suoi princìpi pur di raggiungere i suoi obiettivi; non è più la donna integerrima che conoscevamo, è ormai quasi completa quella lenta e graduale trasformazione cui abbiamo assistito nel corso degli anni.
  • Il ritorno di Colin Sweeney: ebbene sì, una delle guest-star più amate di The Good Wife fa il suo ritorno nella serie. Il nostro amato uxoricida (vero o presunto che sia) è il protagonista di una causa di diffamazione contro i creatori di una serie TV basata su fatti di cronaca reali in cui si fanno chiare allusioni alla sua vicenda, screditandone la figura agli occhi di un’opinione pubblica non già troppo a suo favore. A sostenerlo in tribunale ci sono Diane e Cary, ma sin da subito la situazione si complica e un semplice processo per diffamazione rischia di diventare l’ennesimo tentativo di incriminare di Sweeney che si sa, non rende le cose facili. A questo si aggiunge il fatto che Colin cerca in tutti i modi di portare Alicia (impegnata con la campagna) sul caso, fino a ricattarla sulla provenienza dei fondi del suo PAC, ovvero Lemond Bishop… non proprio una bella pubblicità insomma. Alicia dà quindi una mano al caso e trova il modo di vincere la causa. Ancora una volta però, viene alla luce la sua nuova natura: fino a qualche anno fa non avrebbe ceduto a simili ricatti ma nemmeno si sarebbe “sporcata” in questo modo le mani.
  • Kalinda e Lemond Bishop: che Kalinda prima o poi debba pagare pegno per i favori chiesti a Bishop è certo. Inizialmente sembra che Bishop voglia invischiarla in qualcosa di torbido, in realtà Lemond la incarica di andare a prendere a scuola ogni giorno il figlio Dylan. Kalinda cerca di immaginare tutti gli scenari possibili dietro ad una così bizzarra richiesta, ma Lemond vuole solamente scoprire chi è il ragazzino che tormenta Dylan. Al di là della bella scena sulle preoccupazioni paterne di Bishop, che, diciamolo, nononostante non sia proprio uno stinco di santo, ti intenerisce un po’, appare evidente come gli autori stiano buttando giù le basi per l’imminente uscita di scena di Kalinda. Da capire solo quale sarà il ruolo di Bishop in tutto ciò.

E gnente, il potere della sintesi non è il mio forte.

Se, come detto, Dark Money è un classico filler, Mind’s Eye è un episodio assolutamente atipico e incentrato interamente su Alicia, sulle sue sensazioni e i suoi sentimenti più profondi.

Alicia si appresta a rilasciare un’importantissima intervista ma è affetta da una brutta laringite che le porta via la voce. Marissa e Jonathan le “ordinano” quindi di starsene buona per le tre ore successive e di isolarsi completamente. Alicia ovviamente non riesce nell’intento, un po’ perché da perfezionista qual è, vuole preparare al meglio l’intervista, un po’ perché nel frattempo succede LAQUALUNQUE: da una parte Canning annuncia di voler intentare causa alla Florrick Agos & Lockhart per sfratto irregolare; dall’altra un sito web non meglio identificato mette la pulce su un possibile legame tra Alicia e Lemond Bishop.

Protagonista dei fatti successivi sarà il barcamenarsi di Alicia con tutto sto casino, non tanto dal punto di vista pratico, quanto da quello mentale. Gli autori ci propongono così un vero e proprio flusso di coscienza, caratterizzato sia da punti di estrema razionalità sia da totale abbandono ai sentimenti più veri, alle paure recondite, alle pulsioni più nascoste di una donna come Alicia, sempre controllata in ogni suo gesto o espressione.

Come una perfetta giocatrice di scacchi, prepara tutte le mosse e contromosse per la risoluzione dei temi pratici: l’intervista, la causa di Canning, la questione “Bishop”. Tutto viene calibrato e valutato, immagina i possibili scenari evolutivi di ognuno dei tre problemi e per ognuno cerca di trovare le opportune soluzioni.

Inizialmente tutto ciò avviene nella maniera più razionale possibile, ma ben presto iniziano ad affiorare tutta una serie di pensieri random, a volte anche paradossali, che mettono in luce nervi scoperti e/o desideri incontrollabili.

Scopriamo quindi che la questione Peter/Kalinda è tutt’altro che superata: da qui anche il conflitto interiore, ancora evidentemente presente, tra l’essere una “buona moglie” o rendere pan per focaccia all’ormai di fatto ex-marito.

Vengono a galla anche il rapporto con i figli e le sue preoccupazioni di madre. La mancanza di comunicazione con Zach e il non averlo ancora perdonato completamente per la faccenda dell’aborto sono evidenti nella raffigurazione onirica del figlio, visto quasi come un mendicante, uno che non ha saputo gestire la propria vita al meglio. Per contro, il sentimento prevalente nei confronti di Grace è il senso di colpa: Grace infatti si sta progressivamente allontanando dalla fede e Alicia teme che sia un po’ colpa sua – per la prima volta, dentro di sé, teme che il suo essere atea possa influenzare negativamente la figlia. La raffigurazione di Grace è paradossale,  piena di trucco, ormai donna e persino incinta, come a dire “Guarda mamma, è grazie a te se sono diventata così”.

Ognuna delle suddette immagini oniriche riguarda un preciso aspetto della vita di Alicia: politico, avvocato, moglie e madre. Ma Alicia in quanto donna? E’ questa la parte decisamente più interessante: scopriamo che la presenza di Will è ancora ingombrante nell’animo della donna. Nonostante la sua mente sia conscia del fatto che sia morto, il suo cuore evidentemente non lo è ancora. Ma il tempo di lasciar andare Will è ormai giunto. Alicia lo realizza pian piano fino a dire definitivamente addio all’uomo che ha tanto amato e che ancora vede e sente nel suo inconscio (Josh Charles presta la sua voce in questo episodio): le immagini di sesso e passione con Will mutano e vediamo Alicia concedersi a Finn prima e Jonathan dopo. E’ arrivato il tempo di cedere alla passione, il lutto è finito… Resta solo da capire chi sarà il fortunato 😉

Con Mind’s Eye, The Good Wife cambia ancora una volta registro in maniera perfetta, e quello che sembra essere un puro esercizio di stile, diventa invece un episodio Alicia-centrico che ci fa entrare molto più a fondo nella psiche di Alicia. Ma c’è di più: pur non essendoci un reale progresso di trama orizzontale, l’episodio sembra gettare le basi per dei cambiamenti enormi dal punto di vista dei sentimenti di Alicia.

I porcamiseria sono quattro, fondamentalmente perché Dark Money è un modesto filler. Da The Good Wife ti aspetti sempre qualcosa in più.

voto-4

Porcamiseria

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