The Good Wife6×18 Loser Edit – 6×19 Winning Ugly

The Good Wife, oltre ad essere una serie di una fattura fuori dall’ordinario, è fondamentalmente il ritratto di una “Donna con la D maiuscola” (cit.), una donna, Alicia, che ha subìto tante batoste ma che si è sempre rialzata in piedi, re-inventandosi, affrontando nuove sfide. Alicia Florrick, seppur indiscussa protagonista dello show, non è però l’unico personaggio […]

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The Good Wife, oltre ad essere una serie di una fattura fuori dall’ordinario, è fondamentalmente il ritratto di una “Donna con la D maiuscola” (cit.), una donna, Alicia, che ha subìto tante batoste ma che si è sempre rialzata in piedi, re-inventandosi, affrontando nuove sfide.

Alicia Florrick, seppur indiscussa protagonista dello show, non è però l’unico personaggio femminile che lo spettatore ha imparato a conoscere: insieme a lei, nel corso delle stagioni, gli autori ci hanno raccontato di altri due tipi di donna, molto diverse da Alicia. Diane è la donna di classe, elegante, misurata ma al tempo stesso leonessa quando si parla di princìpi morali, ironica e tagliente; Kalinda invece è una donna dura, diffidente, misteriosa, “femmina”, e che solo da poco ha imparato ad aprirsi alle altre persone, uno su tutti Cary.

Nei due episodi che mi appresto a recensire, vi racconterò di come il loro mondo verrà completamente stravolto o su come si appresta ad esserlo. The Good Wife cambia (ancora una volta) registro e succede davvero TUTTO. Non saprei dirvi adesso come si evolveranno i fatti ma anche questi due episodi vedono una netta separazione tra la storyline politica (Alicia) e le storyline che interessano in generale i componenti della Florrick, Agos & Lockhart.

Alicia Florrick in caduta libera

Alicia, neo State’s Attorney, rilascia le prime interviste per la stampa ed in particolare un’esclusiva per una giornalista parecchio stronza ambiziosa. Loser Edit ci racconta di ciò che avviene durante la fase di editing, di come una semplice intervista diventi il “ritratto” di qualcuno, di come si possa essere dipinti come “Saint Alicia” o di come si possa essere trasformati in una persona poco raccomandabile.

La giornalista sembra avere come scopo iniziale quello di presentare al mondo Saint Alicia, che da buona moglie è diventata, in poco tempo, apprezzata professionista e donna di politica. Gli hacker che hanno tormentato lo studio negli scorsi episodi, evidentemente non contenti, iniziano a divulgare tutte le mail compromettenti su Alicia e queste arrivano sulla scrivania della reporter. L’occasione è ovviamente ghiotta e il servizio inizia a prendere un’altra piega, si incentra sui lati oscuri di Alicia, sulla sua presunta relazione extra-coniugale con un suo superiore, Will Gardner. L’immagine di Alicia ne uscirebbe ovviamente distrutta e quindi, in un’azione congiunta e finemente architettata con Peter e Eli, il danno viene brillantemente arginato e la giornalista sembra essere assolutamente con le mani legate, per cui le informazioni delle mail diventano inutili.

Il prezzo di tutta l’operazione? Ancora una volta, l’integrità di Alicia: quello con Will diventa un mero flirt innocente con un collega, un gioco stuzzicante via mail. Moralmente sbagliato certo, ma innocuo. In questa bugia, c’è tutto il dolore di una donna che deve rinnegare il suo amore folle verso un uomo che non ha mai potuto veramente avere.

Purtroppo per Alicia, quello delle mail era il pericolo minore. Il servizio viene montato e mandato in onda: perfetto in tutto tranne che per il finale. L’ombra del broglio elettorale viene gettata sulla vittoria di Alicia. Si parla di macchine per il voto compromesse, truccate. Vi dice niente Defiance, spettatori di Scandal?

Alicia viene convocata quindi innanzi alla commissione Elettorale che dovrà decidere su un eventuale riconteggio/annullamento. Le cose sembrano mettersi bene per Alicia: a sua difesa il Partito manda Spencer Randolph (Ron Rifkin, ex Alias e Brothers&Sisters), celeberrimo avvocato, un vero e proprio mito. Ed in effetti, Spencer e Alicia se la cavano piuttosto bene e schivano i colpi della controparte. Quando viene dimostrato però che i chip alterati delle macchine sono assolutamente reali e potenzialmente dannosi, nonostante la vittoria di Alicia non fosse stata effettivamente determinata da questi, il Partito realizza che un riconteggio potrebbe creare un precedente e danneggiare il futuro assetto politico negli alti piani della politica. Alicia viene pertanto invitata a ritirarsi spontaneamente dalla carica, nella certezza però di poter avere un posto di prestigio in qualsiasi commissione avesse desiderato. La donna ovviamente non ci sta, ma si accorge quasi subito di non avere nessun’altra possibilità. Per lei uno struggente  pianto soffocato all’uscita dall’aula fino a scoppiare realmente in lacrime quando, una volta a casa, trova Peter ad accoglierla e ad abbracciarla. L’avrei abbracciata anch’io, povera Alicia.

Diane, Kalinda e l’ansia per il futuro

I guai non arrivano mai da soli e se ormai per Alicia l’avventura politica è terminata, per Diane e Kalinda il futuro si prospetta alquanto grigio e forse anche funereo. Ma andiamo con ordine.

In Loser Edit, Diane viene ingaggiata da un pezzo grosso repubblicano suo cliente per difendere, in un processo simulato, le posizioni di una coppia gay che si vede rifiutare una prestazione professionale inerente l’organizzazione di un matrimonio (servizio di pasticceria o wedding plan) e capire quali spiragli legali esistano affinchè si possa creare un precedente “vero” da usare per invalidare i matrimoni gay, partendo dalle cosiddette leggi di libertà religiosa. Anche in questo caso, The Good Wife si mostra sempre “sul pezzo”, proponendo dei temi di un’attualità sorprendente (vedi i recenti fatti dell’Indiana sull’obiezione religiosa). Si dibatte del labile confine tra obiezione religiosa e discriminazione, di sentimenti, di famiglie e Diane ha piena licenza di  “attacco alla giugulare” : eccola quindi fiera, battagliera, sostenitrice di una lotta che da troppi anni si sta ancora combattendo affinchè tutti i cittadini possano godere di certi diritti.

Diane: “How many times did Jesus condemn homosexuality? … And how many times did Jesus condemn divorce? … So you never planned a wedding for anyone who has been previously married? … No more questions.”

Inutile dire che Diane vince la causa simulata, ma il risultato è aver dato comunque al suo cliente molti elementi in più su cui lavorare in futuro. Ma d’altronde il lavoro di un avvocato ha anche questi risvolti.

Mentre Diane lotta per i diritti dei gay, Kalinda è in seri guai. La sua alterazione dei metadata che avrebbe aiutato Cary nell’essere scagionato è stata scoperta e questo metterà in seri guai Diane. Se è pur vero che la contraffazione delle prove è avvenuta all’insaputa di Diane, per la legge l’avvocato è comunque responsabile di ciò che viene presentato alla corte, rischiando non solo la galera, ma anche la radiazione dall’albo.

Diane e Kalinda, difese rispettivamente da David Lee e Finn Polmar, si costituiscono agli Affari Interni sperando in un’indulgenza ma ovviamente non la fanno franca. Diane capisce che, aldilà dell’effettivo reato, c’è sotto molto di più. Questo accanimento dell’assistente procuratore, Geneva Pine, non è normale: il suo obiettivo è sempre e solo uno, Lemond Bishop.

Geneva farà cadere tutte le accusa contro Diane se e solo se testimonierà contro Bishop. Il dilemma è atroce: tre anni di galera e l’addio a tutto ciò per cui ha lavorato nella sua vita o rischiare di essere uccisa dagli uomini di Bishop. Parallelamente, Kalinda appare intenzionata a mettere fine a tutti i guai di Diane; d’altronde l’unica responsabile di questo caos è proprio lei. Cary capisce che Kalinda è pronta a testimoniare e quindi supplica Geneva di non accogliere le testimonianze della ragazza o quelle di Diane e di lasciare che sia lui a ripagare il debito di gratitudine nei loro confronti per averlo tirato fuori di galera.

Ansia dicevo, ansia a tutti i livelli: l’empatia che lo spettatore ha nei confronti di questi protagonisti è totale. Sono preoccupato, anzi quasi terrorizzato per il destino di Kalinda che sicuramente farà qualcosa di spregiudicato contro Bishop, sono in pena per Diane e assolutamente commosso dal gesto di Cary. Spero che nel prossimo episodio Alicia, seppur addolorata, si unisca al gruppo nel tentativo di portare a casa pelle e fedina penale di tutti intatte.

Non si può che classificare questa doppietta di episodi come un vero e proprio gioiello televisivo, un altro. The Good Wife è persino antipatico a volte nel suo essere assolutamente perfetto.

I porca miseria per questa puntata sono cinque su cinque ma potrebbero essere tranquillamente dieci per quanto ci regala.

5

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