Due delle componenti distintive di The Good Wife, che la rendono così diversa dagli altri legal in circolazione, sono sicuramente l’occhio vigile e costante all’attualità e il tentativo di raccontare meccanismi e beghe del sistema americano contestualizzando di volta in volta i casi o le vicende politiche dei Florrick.
The Full Grassley
La campagna presidenziale di Peter entra nel vivo e tutto il clan Florrick – Grace e Zach inclusi – lo segue in Iowa per la prima e fondamentale tappa della sua corsa: i caucus dell’Iowa. Se pensate si tratti di cibo vi sbagliate di grosso. I caucus non sono altro che le primarie dell’Iowa che si svolgono secondo un antico processo, in netto contrasto col meccanismo delle primarie negli altri Stati.
Per farla breve, i caucus democratici – quelli repubblicani sono diversi – si svolgono così: in ciascuna contea, i votanti si riuniscono in assemblee (pensate che alcune constano di una trentina di persone anche) e si dividono in schieramenti in base alla loro idea di voto. Nei successivi 30 minuti, i partecipanti possono convincere i loro vicini a sostenere i loro candidati. Al termine del processo, l’assemblea decreterà un unico vincitore. E così in tutto lo Stato. Il candidato che vincerà nel maggior numero di caucus si aggiudicherà l’Iowa.
Ruth: This is old-style Athenian democracy. […] Literally, a gathering of neighbors trying to convince each other to support their candidate. Every candidate has a corner.
Finita la lezione di politica (grazie Wikipedia), soffermiamoci un attimo sul cambio di registro di questo episodio che ci regala uno scorcio suggestivo di una realtà americana insolita, fatta di gente semplice, a tratti sempliciotta – diciamolo, non si è certo lesinato in stereotipi – che grida allo scandalo per un panino alla carne sputato da Peter. Per buona parte dell’episodio siamo immersi quindi in un piccolo viaggio tra le contee dell’Iowa, attraversando piccole cittadine che sembrano tante piccole Stars Hollow di Gilmoriana memoria, in un’impresa quasi titanica: compiere il Full Grassley, ovvero visitare tutte le 99 contee durante la campagna. Il tutto sulle note di alcuni classici country e un bellissimo pezzo finale dei Clem Snide. Vi rimando alla sezione Freakin’ Music alla fine di questo articolo.
Se il viaggio del Florrick bus, i caucus e il Full Grassley ci regalano nuovi stralci di cultura americana, l’attualità emerge quando Peter si vede – inevitabilmente – battuto da Hilary Clinton, Bernie Sanders e Martin O’Malley – reali candidati alle Primarie Democratiche 2016 negli States, una sconfitta che sancisce inesorabilmente anche la fine della sua campagna elettorale.
I would’ve said yes
Al di là delle suggestive atmosfere country dell’episodio, l’attenzione degli spettatori è però tutta rivolta ad Alicia e alle sue reazioni in seguito alla confessione di Eli alla fine di KSR.
È una reazione furente quella di Alicia, come mai avevamo visto prima: piatti che volano, i pianti, la rabbia incontrollata. Ti si stringe il cuore poi a vederla, ancora una volta, mettere da parte i suoi bisogni e le sue necessità, mettere il dolore in valigia per seguire l’ex-marito su un bus attraverso l’Iowa in quello che è l’ennesimo impegno di rappresentanza. Inutile dire che Julianna Margulies è eccellente, diventa quasi monotono e banale elogiarla ogni volta. Contrariamente alle altre volte però, Alicia non riesce a soffocare completamente le sue emozioni e quello che ne viene fuori è un atteggiamento irriverente e scanzonato, a tratti ribelle, con tanto di occhiali da sole e faccette indimenticabili.
Chiaramente ad Eli tocca subire il trattamento peggiore, quello dell’indifferenza, e questo fa sì che non si ponga più come intermediario tra la donna e Ruth, che hanno un secondo sincero confronto dopo quel primo approccio non proprio andato bene. Le due si trovano a confrontarsi sull’amore e sulla fatalità degli eventi. Se Alicia riflette sulle possibili sliding doors che la vita le ha posto di fronte, in particolare quella riguardo Will, Ruth è invece ferma sostenitrice di un destino in qualche modo scritto.
Alicia: I think if I could go back to Georgetown right now… I would’ve said yes. […] There was a young man… in love with me. […]
Ruth: I was in love. […] He was a pollster. […] the best kiss of my life. […] I wondered how my life would’ve changed if I’d said yes to him. […] Whatever you think you could’ve changed in your life or in his, you couldn’t have.
Alicia: Oh. I don’t know if that’s true. Ruth: It is true. You know why? I just told you.
Dopo la debacle di Peter, Eli e Ruth, forse all’ultimo atto della loro guerra personale, hanno un ultimo confronto in cui Eli mette Ruth innanzi allo sbaglio più grosso fatto fino a quel momento: aver sottovalutato l’enorme potenziale di Alicia. L’impressione è che il plot strettamente politico d’ora in poi sarà focalizzato su una seconda avventura politica per Alicia, facendo in modo che il ruolo di Margo Martindale abbia ancora un senso nella trama orizzontale. Sarà interessante vedere quindi gli sviluppi di questa faccenda. Se davvero la teoria di un possibile ritorno in politica di Alicia dovesse rivelarsi esatta, la “buona moglie” sarà nuovamente chiamata ad anteporre i doveri alla sua felicità – magari con Jason – o ci sarà spazio per una nuova versione della donna?
È dell’ultim’ora poi la notizia secondo cui gli ideatori – i coniugi King – non parteciperebbero ad un’eventuale ottava stagione per The Good Wife decisa dalla CBS: se – come molti fan auspicano data anche la “stanchezza” di questa stagione – questo dovesse essere l’ultimo capitolo, il possibile nuovo plot potrebbe essere la giusta rivalsa di una donna che ne ha davvero viste tante in questi anni.
Everything Else
Analizzate le due principali storyline, ci tocca poi menzionare le vicende connesse alla Agos/Lockhart/Lee, in cui da una parte David Lee e Lucca sono contrapposti sulla questione prenup di Jackie Florrick e Howard Lyman, mentre dall’altra Diane e Cary sono alla prese con un’indagine della Fair Employment Practices Agency dell’Illinois in merito alla precedente questione razziale scatenata da Monica in Lies. Inutile ribadire – ormai ripetersi è inevitabile – l’assoluta mancanza di mordente di questa storyline: la buona notizia è che in un colpo solo, forse – meglio sottolinearlo – Cary è riuscito a metter fine sia a questo plot che al conflitto interno con Howard Lyman, mettendolo definitivamente fuorigioco, con buona pace di tutti.
Ricapitolando, questo Iowa è un ottimo episodio per moltissime ragioni, e archivia – si spera definitivamente – tutte le parti più deboli della prima metà di stagione: la campagna presidenziale di Peter e le sottotrame connesse a Diane e Cary. La speranza è di vedere adesso un deciso cambio di marcia al fine di traghettare nella maniera più appropriata questa eccellente serie al gran finale così come nelle intenzioni degli ideatori. Se ci dovesse essere poi un’ottava stagione, ne riparleremo con altri metri di giudizio.
L’eccellenza non è raggiunta per un soffio, a causa del fin troppo screentime regalato alla Agos/Lockhart/Lee: quattro porcamiseria e mezzo dunque.
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Non potevano certo mancare i tweet sull’episodio di The Good Wife appositamente selezionati per voi.
Datemi due piatti da tirare contro il telo del proiettore #TheGoodWife
— Falcon (@falcon82) January 11, 2016
Vi avverto, #TheGoodWife NON vi tirerà su di morale, nonostante sia l'ennesimo capolavoro.
— ILEANA (@ile105) January 11, 2016
Un episodio in cui avrei screenshottato tutte le espressioni di Alicia. #TheGoodWife #SerialUpdate pic.twitter.com/x4N3yM5mId
— Lisa🌸 (@Laisa11) January 12, 2016
…non è un tweet sulla puntata nello specifico, ma ci aggreghiamo alla preghiera di @FransoloFran…
CBS non fare la cretina. #TheGoodWife E' I KING. Ed è stata pensata per 7 stagioni.
Deve finire qui.— Edda l'Addolorata (@FransoloFran) January 12, 2016
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